Come trovare la serenità interiore con una madre problematica.

Inviata da Giulia · 26 lug 2017 Psicologia sociale e legale

Salve a tutti, mi chiamo Giulia.
è da anni che mi porto una sorta di fardello e vuoti interiore allo stesso tempo, mi spiego meglio con un'introduzione diciamo:
da piccolina ho vissuto a roma con papà e mamma.. tutto sembrava andar bene, avevo due genitori, parenti che mi volevano bene etc.. poi poco dopo il mio compleanno, a 4 anni di età muore papà, a cui io ero legatissima.
Da qui purtroppo sono iniziati i problemi, ci trasferiamo al nord, "iniziamo una nuova vita" ma papà fin da sempre mi è mancato moltissimo e tutt'ora ci penso quasi tutti i giorni, come se non avessi ancora superato questa cosa, ma il problema più grosso, soprattutto con il tempo si è rivelato mia madre.
Da quando è morto papà mamma è sempre stata super ansiosa nei miei confronti, mi ha cresciuto nel terrore con eventuali assistenti sociali che potevano eventualmente subentrare in caso di problemi, mi ha allontanato da tutti tutti i miei parenti, mi ha sempre fatto vivere a modo suo, senza mai rispettare il mio punto di vista o semplicemente senza nemmeno chiedermi che cosa volevo io in generale o soprattutto per il mio futuro. Mi ha sempre tenuta al guinzaglio, pur essendo sempre una ragazza che andava bene a scuola, non beveva, non fumava, non amava le discoteche etc ... (circa un anno fa ho scoperto che mia zia, la sorella di papà mi aveva scritto spesso e mamma mi ha nascosto tutto questo)

Altro problema sono i soldi.. è ossessionata dal risparmio e i soldi che dovrei aver messo da parte nel tempo (con la pensione di papà che arriva a me e non a lei in quanto non erano sposati) e ora non si sà dove sono questi soldi.

Il problema reale è che non mi fa vivere serenamente, mi sta addosso, mi ha sempre obbligato a fare quello che voleva lei, ha fatto sempre di tutto per isolarmi dal mondo e per non rendermi indipendente o autonoma anche semplicemente con la macchina... come se dovessi stare sempre e solo con lei e pensare solo a lei.

anni fa mi sono trasferita per studio a ferrara, e qui la prima svolta! fin da subito mi sono sentita più serena lontana da lei, c'erano le sue chiamate oppressanti si... ma avevo iniziato a fare amicizia, uscire ogni tanto anche per un semplice caffè etc.. ho iniziato ad essere più serena, ma ogni volta che tornavo a casa era una tragedia.. qualsiasi cosa era sbagliata, qualsiasi pensiero era errato, mi faceva sempre sentire inadeguata, mai abbastanza, e per completare il tutto si sommavano a tutto ciò le numerosi liti con il suo compagno (da cui ci sta da quando avevo 5 anni). Lui è il classico "ignorantotto contadino" che vuole fare il padrone a casa degli altri che imporre le sue regole, uno che vuole la donna pronta a letto a soddisfare i suoi bisogni, uno di quelli che vuole il piatto pronto a tavola... e se non è così son cavoli per tutti. A me questa persona non è mai piaciuta, lo definirei un porco viscido, e tutta questa tensione provoca scaramucce, litigate etc.. e ogni volta la colpa di chi è? La mia.
quanto mi sarebbe piaciuto tornare a casa ogni tanto con un contesto sereno. ....


fatto sta, che in modo molto "furbo" con quei soldini di papà mai spesi induco mia mamma a comprare un appartamentino piccino a ferrara (in quel modo avrei "bloccato" parte dei miei soldi che mi spetterebbero di diritto, e mi sono tutelata almeno un pochino, visto che sparivano sempre).
gli studi universitari nel frattempo proseguono e a ferrara mi faccio la mia vita, e poi il cambiamento inaspettato: un trasferimento per chieti.. dalla romagna vado in abruzzo per studio, e per quanto sia stata difficile la situazione qui in abruzzo ero più serena, le crisi di pianto se a ferrara ogni tanto si presentavano, in abruzzo sono sparite, gli attacchi di panico che mi faceva venire mamma scomparsi..... Dopo anni ho capito che sto bene lontana da lei.

e qui arriva il problema, per gli studi devo rientrare a ferrara, e l'idea di avvicinarmi a lei, essere nella stessa regione, a soli 60 km di distanza mi innervosisce, sono riniziati i pianti e le lacrime inaspettate senza motivo, le ansie etc.... ma non so nemmeno io il perchè.
so solo che io sono più serena se sono lontana da lei e se non la sento per telefono (è da due mesi che evito gran parte delle sue chiamate, da10-20-30 chiamate al giorno sono riuscita a ridurre le chiamate a 1 o 2 al giorno).
ritornare a ferrara per me sarebbe bellissimo, ho la città, le mie migliori amiche che ho conosciuto ai tempi del primo trasferimento, amicizie che mi sono costruita in questi anni.. soprattutto ora che finalmente dopo tanti anni sono riuscita ad ottenere un'auto per spostarmi.. ma allo stesso tempo mi opprime l'idea di riavvicinarmi a lei, alla "boss" e se ferrara pensavo fosse un porto sicuro ora mi fa pensare a quel appartamento, che sa tanto di lei, che mi ricorda lei, con le sue decisioni di ristrutturazione etc..
non me lo sento più mio quell'appartamento.. ho un gran bisogno di rivoluzionarlo.

ora vi chiedo:
- perche reagisco così?
- perchè non riesco ad essere serena?
- come posso risolvere la situazione almeno trovando la mia pace interiore.
- perchè piango tutt'ora molto spesso per papà? è possibile che dopo così tanti anni ci soffra ancora?


negli anni ho capito alcune cose:
1) che so benissimo gestirmi da sola (tutt'ora lo faccio, avendo messo in affitto l'appartamento di ferrara mi sono mantenuta gli studi in abruzzo, non le chiedo mai un soldo..) quando invece lei mi ha sempre fatto sentire inadeguata, sbadata.
2) ho capito di non essermi effettivamente mai vissuto la mia adolescenza e mi manca moltissimo... per me fare una serata fuori con le amiche, anche semplicemente mangiando una pizza mi è nuovo, mi fa ancora strano.. mi sono resa conto di non aver mai vissuto e provato tutto quello che i miei coetanei hanno fatto. ho sempre solo studiato, lavorato e sono sempre rimasta chiusa a casa. (che poi anche se lavoravo su uno stipendio di mille e passa lei si tratteneva tutto lo stipendio lasciandomi si e no 200 euro)

eventualmente finiti gli studi (mi manca meno di un anno universitario) mi consigliate di allontanarmi da lei o dovrei risolvere la situazione in qualche modo? (come eventualmente?... il dialogo con lei è impossibile, non ti fa parlare, ti urla addosso e per telefono ti sbatte il telefono in faccia)

in tutto questo mi sento sola ad affrontare il tutto... parenti vicini non ne ho, non ho ne anche i loro contatti, un padre non ce l'ho, ho una madre che nel momento del bisogno al posto di darmi conforto mi ha sempre urlato addosso.... per fortuna ho la mia migliore amica di ferrara e altre amicizie che mi stanno vicino... ma questa cosa mi sembra una cosa molto più grande di me, e ne anche con le mie amiche al mio fianco riuscirò ad affrontare....

mi rivolgerei volentieri anche ad uno psicologo, ma dovendo mantenere gli studi e le varie spese mi è quasi impossibile.

sinceramente non saprei ne anche come riassumere tutto questo.. e spero che tutti questi pensieri scritti di getto siano comprensibili.
Grazie mille in anticipo,
Giulia.

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Miglior risposta 26 LUG 2017

Gentile Giulia
La sua esposizione dettagliata ha ben definito la situazione emotiva in cui si trova coinvolta. Lei si chiede il perché della sua reazione. Sicuramente il bisogno di sua madre di mantenere un rapporto simbiotico con lei, le causa una notevole ansia e disagio facendole sentir maggiormente l’assenza di suo padre. La possibilità di trasferirsi per motivi di studio le ha permesso di riappropriarsi di possibilità e piacere di cui non ha usufruito nella fase adolescenziale.
Viste le sue difficoltà economiche di studentessa, le consiglio di rivolgersi ad un consultorio nella sua zona di residenza e di intraprendere un percorso psicologico che le permette in primis di elaborare la mancanza di suo padre e la rabbia nei confronti dell’attuale compagno di sua madre, persona che lei non apprezza. In secondo luogo che la porti ad individuare delle strategie di coping per affrontare la situazione e dar adito ad una sua progettualità esistenziale.
Rimango a disposizione.
I miei migliori auguri

Dott.ssa Braga Vanda Psicologo a Rezzato

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27 LUG 2017

Gentile Giulia,
È vero lei si sente meglio lontana dalla propria madre che vuole una relazione simbiotica.
Del resto lei ha dimostrato di essere in grado di gestirsi da sola ed essere autonoma.
La morte del padre è una ferita aperta che ancora lei ha bisogno di elaborare e metabolizzare.
Le consiglio nel frattempo che acquisisce la propria autonomia economica di contattare i servizi ASL del suo ambito di residenza, in genere sono gratuiti oppure deve pagare un piccolo ticket. Le offrono servizi di sostegno psicologico e possono darle anche indicazioni pratiche.
I miei migliori auguri
Dott.ssa Donatella Costa

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