Salve
Ho una vita molto squilibrata e soffro molto di questo. Ho 29 anni e con molti sforzi sono riuscita a crearmi una indipendenza economica basata sull'arte, materia che duramente ho coltivato nel corso della mia vita contro le diffidenze dei miei familiari.
Tre anni fa ho lasciato l'Italia per l'estero, dove ora vivo e lavoro. Ho un carattere abbastanza espansivo (a dispetto della mia tendenza intima alla depressione e alla solitudine), cosa che mi ha permesso di crearmi molti contatti umani e professionali, che sopperiscono tristemente alla mancanza di un sostegno familiare (i contatti con i miei genitori sono veramente rari). Sono contatti in maggior parte all'interno del mio ambiente lavorativo, e quindi spesso molto finti. In realtà sento una forte incapacità a interagire con gli altri in modo autentico.
Il mio problema sta nel quotidiano. Non riesco a organizzarmi nelle piccole cose di gestione, dalle pulizie alle scadenze burocratiche. Sento come una forza negativa bloccarmi nell'agire. Inoltre sono fortemente tendente all'ipocondria, e ciò mi crea un'ansia perenne e debilitante, e a questi stati negativi si alternano periodi di "spensieratezza", o meglio incoscienza, dove semplicemente mi sento meglio, ma nonostante tutto continua a risultarmi difficile la gestione di tutto.
Tutto questo stress ovviamente confluisce nei rapporti sentimentali, che all'oggi sono numerosi, brevi, fallimentari. Il più delle volte si tratta di uomini di cui non sono completamente attratta, ma con cui resto impigliata in relazioni di cui non sono soddisfatta e che distruggo nel giro di 1-2 mesi, standoci poi molto male.
Nei tempi recenti ho letto molto, studiato di psicologia, filosofia, e forse anche grazie all'età mi sento più serena e accetto questa mia vita un po' "eterodossa". Ma sento sia arrivato il momento di guardare più dentro me stessa in quanto credo che l'ennesima frattura sentimentale sia alle porte: frequento un ragazzo di cui non sono pienamente convinta ma una volta rotto con lui mi assale l'angoscia e il dubbio che forse dovrei dargli una possibilità.
Credo che piuttosto questi miei dubbi facciano parte di quella forza negativa di cui parlavo che mi porta ad avere paura anche della mia stessa ombra e forse dell'abbandonare piuttosto che dell'abbandono.
Cosa fare? Intraprendere un serio percorso psicologico? A chi affidarmi?
Grazie in anticipo per il sostegno.
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24 LUG 2019
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Buongiorno Catalina,
La nostra mente a volte ci intrappola entro modalità di comportamento e reazioni banalmente disfunzionali, di cui però non riusciamo a liberarci. Una maschera puo impedirci di parlare con gli altri in maniera naturale, pensieri ripetitivi e inutili preoccupazioni di occuparci in modo adeguato delle incombenze di tutto i giorni. Alla lunga cio diventa insostenibile, ma difficilmente riusciamo a trovare da soli la strada per il cambiamento, e ti consiglio di rivolgerti ad un terapeuta mirato che ti aiuti a superare queste difficoltà. Immagino tu non abbia difficoltà con la lingua, ma in ogni caso oggi si pratica anche la terapia a distanza, e, pur risiedendo all'estero, se per te è più rassicurante puoi rivolgerti anche ad un italiano.
Cordiali saluti
Dr.ssa M. Sara Sanavio
Perugia
O via Skype
23 LUG 2019
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Gentile Catalina,
descrive la sua sensazione di “non saper stare al mondo” facendo riferimento alla costruzione di relazioni umane, professionali e sentimentali che non sono vissute da lei come autentiche, perché non rispecchiano i contenuti più profondi della sua personalità e delle sue emozioni e sensazioni.
Qualcosa di analogo si coglie quando parla delle sue difficoltà nel gestire la vita quotidiana (pulizie, scadenze, organizzazione generale); è come se una parte di sé, non conosciuta, manifestasse un gran bisogno di appoggio e riferimenti, come i marinai hanno bisogno di una bussola.
Accenna alla sua ipocondria, che possiamo considerare come una preoccupazione per il corpo e le sue manifestazioni o alterazioni, come i sintomi e le malattie. Il corpo usa il suo linguaggio silenzioso, quando non ci sono le parole necessarie a descrivere sensazioni e verità molto profonde e a cui non abbiamo dato voce. Si tratta di un mondo che sembra far parte di una “realtà” diversa da quella vissuta, ma spesso più autentica, perché riguarda parti di sé depositate e a cui non si è mai avuto accesso.
Affrontare un percorso di psicoterapia permette di accedere a quella “realtà” non conosciuta; questo è un modo per conoscere il suo significato più profondo di stare al mondo.
23 LUG 2019
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Cara Catalina,
capisco il suo stato d'animo. Le sue difficoltà a gestire "il quotidiano" come lo ha definito lei potrebbero essere legate alla personalità tipica degli artisti, orientati più al contatto con la fantasia e la creatività piuttosto che alla gestione della sfera pratica e concreta. Su questo però si può certamente migliorare anche con un percorso di crescita personale che l'aiuti a capire le priorità e la gestione del tempo.
Per quanto riguarda invece la sfera relazionale, intraprendere un percorso psicologico alla scoperta di sé e che la aiuti a capire cosa la blocca a livello sentimentale è certamente una buona idea.
Le consiglierei di cercare uno psicologo nel paese dove attualmente risiede, ci sono associazioni di psicologi italiani all'estero ad esempio - se preferisce parlare nella lingua madre. Altrimenti può rivolgersi anche ai servizi territoriali o cercare tramite siti internet.
Resto a sua disposizione
Dott.ssa Consuelo del Grande