Buongiorno, vi scrivo per ricevere un consiglio circa il rapporto con mio marito. Ho 35 anni( tra due mesi) e lui 37, siamo sposati da giugno 2014 dopo 9 anni di fidanzamento. Per arrivare al grande passo ho dovuto metterlo davanti a una scelta perché lui continuava a rimandare di anno in anno. Ora si parla di figli. Io mi sentivo insicura in quanto temevo la grande responsabilità, sapendo che lui è ben poco pratico e non ero certa di poter contare su di lui. La situazione è cambiata quando in estate, dopo un periodo difficile in cui a pesare era la sua immaturità e irresponsabilità, mi ha stupito con un discorso maturo dove si è detto pronto. Ho smesso la pillola, anche per esigenze diverse, ma nn ho corso, per nn mettergli troppe ansie. Mesi felici in attesa di decidere quando provare. Arriva però il dietrofront, prima con messaggi del comportamento e poi detto chiaramente: . Delusione, tristezza e anche tanta rabbia. Ora penso insistentemente al divorzio. Nn ci parliamo da settimane. Parlare è inutile, già provato. Nn ho più le forze di avere un ruolo da educatore per far maturare un ragazzo per molti aspetti fermo al tempo adolescenziale, con i genitori che ancora oggi gli tengono contabilità, si occupano dell'assicurazione e di ogni scadenza (nonostante il primo anno lo abbia mandato via di casa per cose simili).
Ho letto articoli sull'argomento e credo si possa parlare di sindrome di Peter Pan. Inizio a chiedermi se davvero voglio un figlio da lui.
Vi chiedo, potrà mai crescere? Come mi devo comportare? Non voglio trovarmi a 40 anni in questa situazione.
Grazie e, spero, a presto.
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24 NOV 2016
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Cara Simona, innanzitutto complimenti per la pazienza avuta con questo bambinone! evidentemente lei ha voluto ricoprire un ruolo da educatrice che forse l'ha gratificata ma che adesso ha fatto il suo tempo. I ragazzi crescono e maturano, per fortuna anche a dispetto dei genitori che li vorrebbero eterni bambini. Il suo di figlio adottato non ce l'ha fatta. Non stia a chiedersi perché e percome. Lo rimandi alla mamma, se lo vuole, e si metta alla ricerca di un uomo. E' ora! i bambini si fanno da adulti e in questo caso lo è solo lei. Auguri e figli maschi!
dr. Annalisa Lo Monaco
1 DIC 2016
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Gentile Simona,
prima di pensare a divorzi e separazioni, le consiglierei di consultare un psicologo psicoterapeuta da sola o in coppia per vedere se si riesce a migliorare il vostro rapporto negli aspetti critici. Se infatti si riesce in questo punto sarà più facile affrontare altri argomenti come quelo dei figli.
Non deve pensare che sia impresa impossibile: gli psicologi servono anche a questo.
cordiali saluti
29 NOV 2016
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Gentile Simona,
immagino si sia chiesta più di qualche volta se ha preso decisioni giuste in passato con questa persona, ma il matrimonio non cambia le persone e purtroppo nessuno ha la bacchetta magica per far maturare le persone. Può attendere se vuole, ma non il mondo della fantasia non è certo questo. Il suo lavoro IN FAMIGLIA non dev'essere quello di educatrice, ma di moglie.. e una moglie esiste se c'è un marito.. non nella carta, ma nella vita.
Si possono trovare molti nomi e sindromi per l'atteggiamento di suo "marito", ma credo che sia venuto il momento di prendere coscienza che esiste un problema reale dovuto sicuramente alla storia familiare di suo marito, ma lei in realtà vuole "l'idea di un marito" o "l'idea di suo marito"?
A disposizione
Saluti,
29 NOV 2016
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Buongiorno Simona.
Da quello che racconta suo marito deve ancora prendersi delle responsabilità in ambiti molto più semplici e scontati (autonomia nelle scadenze e pagamenti) rispetto alla paternità. Quest'ultima, tra l'altro, una volta raggiunta, non ammette ripensamenti. Bisognerebbe, dunque, partire dalla pretesa di autonomia nelle questioni più banali. Se suo marito non se la sente di acquisire autonomia nelle piccole cose è legittimo il dubbio sulla sua affidabilità in quelle più importanti. Infine sarebbe utile riflettere su ciò che di lui le è piaciuto e le piace e mettere il tutto su i due piatti di una bilancia per decidere del suo futuro.
Cordiali saluti. Paola Brera
