Paura del futuro/ Sindrome di Peter Pan precoce/ Attacchi di panico/ Depressione

Inviata da Roberta · 16 giu 2015 Depressione

Sono una ragazza di 22 anni dell'Abruzzo.
Sono stata in cura da più psicologi per attacchi di panico che sono sfociati in depressione.
Soffro di panico dal 2009 e ne ho terribilmente paura, la sensazione di morte , del corpo "vuoto" le urla; è qualcosa che non auguro a nessuno.
Ho passato sei mesi chiusa in casa dopo l'abbandono dell'università fino a che il 13 settembre 2014 non avevo più forza ne fisica ne mentale. Il 15 settembre la psicologa mi ha diagnosticato la depressione: Brutti pensieri, perdita di peso improvvisa, perdita dell'appetito e arrivavo a piangere davanti ad un pollo solo perché era morto, paura della morte, vomito, diarrea, incubi, notti insonne, urla, scatti di rabbia e tanto altro.
Le cose andavano sempre peggio.
Non mi ero neanche accorta che quello che era il mio ragazzo non si era fatto vivo da 3 settimane nonostante sapeva le mie condizioni e quando ho relazionato la cosa mi sono sentita persa.
Siamo stati sempre la coppia perfetta il 5 anni di relazione mi ha sempre trattato come la cosa più importante ma dopo il test per arruolarsi nell'esercito è tornato cambiato (il test l'ha svolto nei primi giorni in cui io iniziai a peggiorare) arrivando a non preoccuparsi minimamente per me.
In 5 anni però gli ho fatto anche da mamma e da moglie. Credo che la sua famiglia sia coinvolta nel suo allontanamento da me in quanto, nelle chiamate con la madre, mi son sentita dire da lei che la depressione viene dalla mia mente malata e che devo farmi curare.

Sono passati velocemente i mesi, sembra ieri ma dopo un po' di mesi ho iniziato a rialzarmi, ho perso 20 kg in 3 mesi e le mie gambe non riuscivano più a reggermi. Con l'aiuto di mia madre e di una bravissima psicologa ho ricominciato ad uscire.
Ora però sento che qualcosa sta tornando. Ho interrotto le cure omeopatiche che mi facevano stare bene (So come funziona l'omeopatia e nonostante questo su di me ha avuto sempre effetto) perché volevo riuscirci da sola e non lasciarmi sopraffare dai miei complessi mentali.
Ora vivo all'Aquila, mi sono iscritta all'accademia di belle arti, essendo un'artista molto capace e sono nel campo dall'età di 4 anni. L'arte è la mia vita e soprattutto dopo la rottura ho ampliato i miei orizzonti artistici donandole ogni mio singolo giorno.
Ora il problema credo sia un altro: Ho perso tempo.
Sono descritta da tutti come la donna di 40 anni rinchiusa in un corpo di 22 anni. Faccio e penso come una donna matura. Odio tutto ciò che i ragazzi amano a quest'età e quando sono tornata a casa qualche settimana fa, vedere il mio letto, la mia casa, la mia camera mi ha fatto uno strano effetto, ho pensato "Io non vivo più qui." ed ho sentito un distaccamento dall'infanzia, la fine della giovinezza. Mi sento come in una sindrome di Peter Pan precoce.
Ho solo paura, vivo ogni giorno nell'angoscia e vorrei cercare di capire il mio problema prima di partire ad agosto per un Erasmus a Parigi della durata di un anno e che è il sogno di vita. Non vorrei rovinarmi tutto.
Non mi è mai mancato nulla, ho pochi amici ma buoni, la mia famiglia mi appoggia nel bene e nel male. Su cosa devo lavorare allora?
Vi ringrazio per la risposta!

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Miglior risposta 16 GIU 2015

Su cosa deve lavorare, cara Roberta? Difficile a dirsi, perché sembra aver fatto un ottimo percorso. Su due piedi verrebbe da dire che forse è un po' di paura per lo spostamento a Parigi, che è un cambiamento grosso, per quanto ampiamente desiderato.

Quando finisco i percorsi, dico sempre ai miei pazienti che la porta rimane aperta e che possono passare se hanno bisogno, anche solo per una volta, in un momento di ansia o confusione, per rifare il punto della situazione e ripartire. Ecco, lei dice che ha fatto un percorso con una bravissima psicologa, con cui mi sembra essersi trovata molto bene e, da come racconta, sembra aver fatto un buon lavoro insieme a lei. Che ne dice di provare a chiamarla e a raccontarle brevemente cosa sta provando in questo periodo? Chi meglio di lei può cogliere velocemente la base del suo disagio attuale, conoscendo anche tutto il suo percorso?

Un grosso in bocca al lupo per il suo futuro Roberta e grazie per la bella testimonianza di come i percorsi psicologici possano ben funzionare!

Dott.ssa Alessia Romanazzi

Dott.ssa Alessia Romanazzi Psicologo a Saronno

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26 OTT 2021

Buongiorno .
Sono il dott. Massimiliano Castelvedere, di Brescia. Sono tra quei professionisti che ritengono che il cambiamento personale sia un processo lungo e complicato. Purtroppo non ci sono scorciatoie e i consigli che uno psicologo potrebbe dare in una chat lasciano il tempo che trovano: non esiste la “bacchetta magica”. Per inquadrare l’eventuale problematica di un paziente serve invece una consulenza approfondita (almeno 4 sedute). A seguire, se nella consulenza si evidenzia un problema significativo, per risolverlo è necessaria una vera e propria psicoterapia o una psicoanalisi.
Illudersi che si possa fare qualcosa scrivendo in una chat serve solo a perdere tempo e significa che non si è pronti a mettersi in discussione. Se lei è una persona veramente motivata a capirsi e a cambiare, le do la mia disponibilità per fissare un appuntamento (anche online).

Dott. Massimiliano Castelvedere Psicologo a Brescia

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25 GIU 2015

Salve Roberta leggendo la sua descrizione io non ho pensato che a parlare fosse una 40enne ma una 20enne, credo che il suo problema sia proprio questo, non tanto cosa pensano gli alti di lei ma cosa si aspetta lei da se stessa. Infine credo anche che la sua terapia sia stata efficace fino ad un certo punto. Ora dovrebbe cercare di capire cosa nasconde a se stessa e non cercare di capire cosa ha attraverso diagnosi. La diagnosi serve soprattutto a colui che non vuole avere a che fare con il proprio Se, terapeuta compreso. Le auguro una buona giornata.

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17 GIU 2015

Buongiorno Roberta.
Lei si descrive in un mondo ricco (l'arte) ma pieno di turbamenti. Questi turbamenti si protraggono da almeno 6 anni (crisi di panico del 2009). In quella data era poco più di una bambina.
Si descrive anche come persona cui non manchino punti di riferimento o dimostrazioni di affetto: i suoi genitori, i vari psicologi, un ragazzo.
Le è successo di chiudersi: brutti pensieri (timore delle malattie?) e allontanamento del fidanzato dopo 5 anni di rapporto.
Lei ha sempre guardato dentro se stessa e, forse, ha guardato meno dentro gli altri: è sufficiente essere perfetti per far felici gli altri? Forse no.
Impariamo a guardare gli altri; cerchiamo di capire come sono.

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16 GIU 2015

Cara Roberta,
innanzitutto complimenti per l'impegno impiegato in questi anni per stare meglio. La tua iscrizione all'Accademia e l' Erasmus a Parigi mi sembrano due scelte adatte a valorizzare le tue attitudini e il tuo saper essere una donna.

La paura è un'emozione che protegge da pericoli e, a dirla tutta, il futuro e le cose sconosciute, un pò di paura la fanno! Non allarmarti se provi paura in questa fase di cambiamento, in cui stai per trasferirti e lasciare il tuo paese per un pò.

Sei una ragazza che "vuole riuscirci da sola" e forse pretendi un pò da te stessa, anche in questo caso, in cui ti vorresti sicura e senza dubbi.

Un saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella


Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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