Gent.mi non so più che fare.
Sono la madre di una figlia unica quasi 14enne. Da piccola estroversa e chiacchierona ma già alle scuole medie è diventata introspettiva e silenziosa tanto da non riuscire a farsi degli amici. Sperava tanto nelle superiori..e anch'io le ho detto che proseguendo le cose sarebbero cambiate.. e avrebbe trovato amici con i suoi interessi. Lei ama tanto il cinema, la lettura e la musica rock. Abbiamo preso coraggio e stravolto le nostre abitudini per darle nuove possibilità: con suo grande entusiasmo abbiamo cambiato città e ora frequenta il primo anno di liceo. La situazione ahinoi non cambia.. È come se tutti i compagni di scuola avessero già trovato amici e lei si ritrovasse fuori.. Si fa problemi anche a chiedere l'assegno se manca a scuola. Non se ne lamenta ma se ne parliamo (perchè apro l'argomento) i suoi occhi diventano lucidi. Le dico di non avere fretta, di essere sempre sé stessa anche se le consiglio spesso di verificare che persona "appare" rispetto a ciò che "è".. Sospetto che abbia problemi di autostima e me ne faccio una gran colpa visto che io "appaio" come sicura e determinata. Vi ringrazio molto per le indicazioni che vorrete darmi. Le ho proposto di parlarne con uno specialista ma non è molto d'accordo, come potrei convincerla?
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11 OTT 2016
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Cara Mami, gli occhi lucidi di sua figlia le comunicano che ha delle difficoltà che vanno affrontate. Bisogna dare a queste ultime un significato per capire cosa la blocca e la limita a livello relazionale. Considerata l'età delicata e la sofferenza che questa situazione comporta, consiglio vivamente di richiedere l'aiuto di uno psicologo. Parli con sua figlia di questa possibilità, magari scegliendo uno specialista giovane (potrebbe anche chiederle se preferisce uno psicologo uomo o donna) che spesso gli adolescenti preferiscono. Continui a starle vicino e a parlare con lei del suo disagio, non le consigli, invece , di avere un controllo su come dovrebbe "apparire" agli altri, perché potrebbe generare in lei ansia prestazionale e paura del giudizio altrui. Cordialmente.
11 OTT 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Certamente la situazione non è facile, però nemmeno ingestibile.
Abbandonando decisamente i tentativi di risolvere il problema attraverso modifiche mirate a modificare il contesto ed ovviamente improduttive, come già sperimentato e non insistendo nello spingere in terapia vostra figlia, quello che personalmente trovo più indicato è che voi genitori vi rivolgiate ad uno /a dei miei Colleghi presenti nella vostra zona, con specializzazione in Psicoterapia dell'Età Evolutiva . Molto probabilmente, riuscirete a trovare il 'bandolo della matassa' che in buonafede, avete perso di vista. Soprattutto, non continuare nel procedere per tentativi ed errori, come finora. Resto a disposizione per eventuali approfondimenti, ma a voce, poiché lo scritto richiederebbe troppo tempo e la problematica richiede strategie immediate.
Dott.ssa.Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta
11 OTT 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve,
In questa circostanza sarebbe necessario approfondire molti aspetti della vostra famiglia, purtroppo in questa sede è poco appropriato. Ciò che le posso consigliare è di andare tutta la famiglia insieme per dei colloqui familiari, in caso di ulteriori opposizioni di sua figlia consiglio a lei di fare qualche colloquio individuale. Tale situazione sembra causare molto dolore sia a sua figlia sia a lei, cambiando anche un piccolo elemento del sistema, in questo caso lei che sembra la più motivata in famiglia potrete avere dei cambiamenti.
La prima opzione restano comunque i colloqui familiari.
Un caro saluto.
11 OTT 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Mami, l'età di sua figlia è sicuramente molto delicata. Questo processo di progressiva chiusura rispetto al suo atteggiamento dell'infanzia potrebbe essere parte del suo carattere o di una fase di sperimentazione.
In ogni caso capisco le sue preoccupazioni di mamma nel vederla piuttosto sola e infelice, come lei ipotizza forse qualcosa la blocca.
Il suggerimento di parlare con qualcuno è ottimo.
Vi consiglio di rivolgervi ad un terapeuta familiare, per affrontare la difficoltà così come avete fatto sempre: insieme.
A disposizione
Dott.ssa Moglie L.
10 OTT 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Mami,
L'adolescenza, è la fase della vita piena di conflitti per antonomasia! Tutti gli adolescenti attraversano periodi di confusione, cambiamenti, conditi sperso da ribellione ed opposizione nei confronti delle gerarchie, delle abitudini , della famiglia stessa.. Sarebbe interessante capire anche il perché del vostro trasferimento.. c'erano dei problemi importanti nella vecchia città? O era più o meno conosciuta la causa del comportamento di sua figlia ?
Un percorso da un terapeuta familiare della vostra zona potrebbe giovare non solo a sua figlia, ma all'intero nucleo familiare...
Resto a disposizione per ogni cosa.
Un caro saluto!
10 OTT 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Mami,
comprendo le sue preoccupazioni di genitore.
Quali sono le maggiori difficoltà che incontra sua figlia nel socializzare? Come si sente a tal proposito? Cosa pensa di stessa?
Ritengo che offrirle uno spazio di elaborazione personale rispetto a queste tematiche possa senz'altro esserle d'aiuto, come lei stessa ha già proposto, tuttavia é una decisione che sua figlia deve maturare autonomamente.
Come madre non puó che offrirle il suo appoggio cercando di comprendere il suo punto di vista.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,
10 OTT 2016
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Buongiorno gentile Signora,
l'adolescenza è una fase evolutiva complessa dove vengono riprodotti gli schemi comportamentali familiari e, nello stesso tempo, c'è una ricerca della propria verità sul mondo. Questo porta a conflitti e difficoltà relazionali e individuali. Mentre leggevo la sua richiesta mi domandavo se voi genitori avete amici di lunga data e come mai avete addirittura "stravolto" la vostra vita per soddisfare una difficoltà della ragazzina, si perchè cedere ad un cambiamento così importante come cambiare città e abitudini per la difficoltà della figlia a socializzare porta a pensare che anche voi non avevate niente da perdere a livello relazionale. Ma è solo un'ipotesi. le abilità sociali si imparano in famiglia ed è compito dei genitori quando i figli sono piccoli, di "insegnare" la socialità, la condivisione con gli amici, parenti (cuginetti, altri bambini della famiglia allargata), attraverso lo sport di gruppo, le attività ricreative, feste tra bambini, che possano mettere in condizione il bambino di legarsi affettivamente con altri bambini. Il suggerimento è verso un percorso psicologico per Lei, Signora, se sua figlia non vuole, in quanto poco servirebbe se voi genitori siete i primi ad essere chiusi relazionalmente. Da un percorso psicologico potrebbe giungere a comprendere strategie comunicative efficaci per apparire meno e aprirsi di più alla spontaneità della relazione con altri e su questo sua figlia potrebbe iniziare a prendere l'esempio. Ripeto: mi sono solo basata su quanto Lei ha scritto.
Cordiali saluti
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Roma