Sensi di colpa verso gli amici e i genitori. Nascondere o chiedere perdono?

Inviata da Edo2456 · 2 mag 2022 Autorealizzazione e orientamento personale

Buon pomeriggio.
Mi presento, sono un ragazzo di 20 anni che sta vivendo un periodo di grande ansia e incertezza.
I dubbi, iniziati in un contesto universitario lontano da casa, riguardano la mia sessualità.
Ciò mi ha spinto a cercare aiuto nello psicologo della mia università, ma purtroppo a causa delle vacanze pasquali c’è stata discontinuità e non potrò recarmi da lui prima della settimana prossima.
Tuttavia, i dubbi sulla mia sessualità si sono alternati in tale periodo a sensi di colpa per altri motivi.
Un prete, con il quale io da cattolico mi ero confessato e sfogato sul periodo che stavo vivendo, mi ha offerto il suo numero qualora volessi parlare; ho avuto immensi sensi di colpa per aver pensato male di lui.
Un mio carissimo amico mi ha detto che la fidanzata del fratello è incinta, ma di tenere la notizia per me; l’ho detto a mia nonna e per questo sono stato tanto male.
Ho pensato che il mio amico mi aveva rivelato in passato informazioni su suoi problemi familiari e io ne avevo parlato con i miei genitori.
Ho pensato a tutte le volte in cui i miei genitori hanno avuto problemi di coppia e io ne ho parlato con i miei amici, tradendo quindi la loro privacy.
Ho pensato a tutte le volte in cui ho detto del rapporto conflittuale che vi era tra me e mio padre durante la mia infanzia, quando mio padre mi giudicava per il mio aspetto fisico e caratteriale e mi rimproverava perché voleva che io fossi più uomo, più socievole, più magro.
Ho detto anche al mio coinquilino oggi che pur avendo un ottimo rapporto con i miei genitori, uno dei motivi delle mie ansia forse può essere dovuto a questo rapporto non ottimale nella mia infanzia con mio padre e che a volte è come se pensassi che mi vuole bene dall’adolescenza, quando il nostro rapporto è migliorato, solo perché vado molto bene a scuola/università.
I miei genitori non potevano pagarmi la rata universitaria a settembre e hanno chiesto a mia nonna di farlo; mi rendo conto di averli giudicati con un mio amico come se non me la volessero pagare intenzionalmente, anche se fanno sacrifici lavorativi duri.
Il loro lavoro impegnativo ha fatto sì che io sia sempre stato un punto di riferimento per i miei nonni e per mio fratello; e questo peso, anche se svolto con piacere, l’ho condiviso con alcuni amici più stretti, anche criticandoli a causa di ciò.
Al mio coinquilino questo inverno ho detto anche di un tentativo di tradimento da parte di mio padre verso mia madre, situazione che mi aveva turbato. E recentemente gli ho anche detto che il carattere duro di mio padre, che mi voleva più “uomo” nel senso di forza e socialità, è probabilmente uno dei problemi alla base delle mie ansie.
Ora mi sento in colpa, non so che fare.
Sento il bisogno di scusarmi con tutti loro per averli traditi, giudicati, per aver fatto trasmettere un’immagine brutta di loro, quando essi invece in questo periodo di ansia mi stanno vicino, si preoccupano se sto male e mi aprono le porte.
Mi sento una schifezza ad aver fatto ciò, vorrei confessarglielo per chiedere scusa, ma poi penso che sarebbe meglio non dire che ho divulgato nostre/loro notizie e che forse sfogarsi con le persone più vicine rappresenta un elemento di cui non avere paura.
Ma ho offeso e tradito la mia famiglia, a volte i miei amici, e ciò mi fa sentire un mostro.
Mi dicono che visto lo studio, la dedizione per i nonni e la mia disponibilità sono un figlio perfetto, eccellente, ma io mi sento una nullità per aver fatto tutto ciò.
È come se avessi bisogno del loro perdono.

Tutto questo nasce in me all’improvviso, quando sono solo a casa a studiare, quando non sono in compagnia, e mi blocca nel fare tutto, anche nello studiare.
Invece, quando sono in compagnia o sono al telefono con amici/parenti sto bene, mi sento meglio e le ansie passano.
Ma per quanto io cerchi di stare solo, non riesco.
Devo chiamare tutti e scusarmi? Sono mie paranoie e forse è normale giudicare e sfogarsi con i più stretti. Veramente, a volte questa situazione mi fa mancare l’aria.

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Miglior risposta 4 MAG 2022

Salve i temi di cui ha parlato sono molti: l'orientamento sessuale, la relazione con suo padre/genitori, la relazione coniugale dei suoi genitori, la relazione con i suoi amici, l'ansia, il senso di colpa, tutti aspetti intimi della sua vita quotidiana che hanno bisogno di uno spazio più ampio per essere approfonditi, come la terapia. Ciò che ho notato è che nel racconto, spesso lei descrive l'episodio (es. i miei genitori hanno avuto problemi di coppia), segue ciò che ha fatto (l'ho raccontato) e infine l'emozione (l'ho traditi, mi sento in colpa), la inviterei a cambiare l'ordine delle cose, quindi prenda l'episodio, passato o presente, rifletta su che emozione si attiva e qual'è il bisogno che emerge (ad es. questa cosa mi rende triste e quando sono triste ho bisogno di...) e infine ripensi a quanto a fatto o a ciò che vorrebbe fare, come ad esempio confidarsi con un amico, in questo modo la scelta del suo comportamento potrebbe assumere un significato diverso.
Dott.ssa Mangiagli Laura (psicoterapia anche on-line)

Dott.ssa Laura Mangiagli Psicologo a Roma

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3 MAG 2022

Buonasera,
percepisco la sua preoccupazione e la sua confusione riguardo a ciò che ha raccontato e posso comprendere come questo la faccia soffrire.
Questo bisogno di dover chiedere scusa anche se non sarebbe necessario andrebbe esplorato per comprendere cosa le sta comunicando. Capita che in alcuni momenti sentiamo il bisogno di confidarci con qualcuno, e questo qualcuno di solito è una persona a noi vicina, di cui ci fidiamo e che sappiamo che rispetterà la nostra condivisione. Probabilmente quando si è confidato con le persone che ha nominato lo ha fatto per questi motivi.
La sua necessità di essere perdonato, la convinzione di aver tradito gli altri o di averli giudicati deriva da qualcosa di più profondo che merita uno spazio e un tempo per essere dispiegati e per fare sì che non influiscano negativamente nello stare con sé.
La invito a rivolgersi ad un professionista che possa aiutarla e che la accompagni a fare questo.
Se vuole parlarne io sono qui, disponibile anche online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Martina Pallottini

Dott.ssa Martina Pallottini Psicologo a Fermo

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3 MAG 2022

Gentile utente,
emerge chiaramente dalle sue parole un profondo stato di malessere e sofferenza possiamo dire, legato a precursori sadici del Super Io. Questo vuol dire che sentimenti come la vergogna e la colpa vengono vissuti con estrema rigidità fino ad arrivare ad aspetti castranti e punitivi.
Sarebbe interessante, laddove se ne desse la possibilità, lavorare su questi aspetti, nelle sue relazioni interne e tra queste e le proiezioni con l'esterno. Nella relazione con suo padre ad esempio.
Cordialmente,
Studio Associato Dott.ssa Sonia Simeoli Dott. Diego Ferrara.

Dott. Ferrara e Dott.ssa Simeoli Psicologo a Quarto

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