Ho 22 anni e non so cosa e se ci sia qualcosa di sbagliato in me
Buongiorno, sono una ragazza di quasi 22 anni e vi scrivo perché mi ritrovo a vivere un periodo della mia vita segnato da un fastidioso senso di ineguatezza, che credo mi sia stato incollato addosso dagli altri e in generale dall’ambiente che mi circonda, più che da me stessa. Ho sempre avuto coscienza del fatto di sentirmi più grande della mia età, mentalmente, relazionalmente e a livello di interessi. Non so se possa essere una questione semplicemente caratteriale o frutto della mia infanzia, segnata dalla depressione di mia madre durata quasi dieci anni, che infine mi ha lasciata (è deceduta) quando avevo 15 anni. Ho sempre avuto una figura paterna più che eccellente e presente ogni attimo della mia vita, che ha saputo sopperire alla mancanza, e che è ad oggi la persona più importante per me e vero punto di riferimento, l’unico a prendersi cura di me mentre io mi prendo sempre cura di tutti gli altri. Ho fin da piccola sviluppato interessi un po’ più “di nicchia” rispetto a quelli dei miei coetanei: già fin dai 12 anni ho iniziato ad ascoltare musica rock anni 60/70 in modo del tutto spontaneo, e quello è stato l’inizio della mia etichetta da persona “strana”. Ho conosciuto online la maggior parte delle persone che ad oggi reputo i miei veri amici (che ho anche incontrato più volte personalmente), e ad accomunarci sono sempre stati questi interessi un po’ “inusuali” per la nostra giovane età. Sono rapporti che coltivo da dieci anni e che non si sono mai interrotti, rapporti che reputo importanti in quanto ho il puro piacere di parlare con queste persone, di avere scambi con loro su ogni tipo di argomento, e se solo li avessi vicino mi sentirei una persona assolutamente normale con la propria cerchia di amicizie. Chiaramente, ho amici anche nella città in cui vivo, ma sono pochi, tuttavia mi va bene così e ciò non rappresenta un problema per me. Non mi sono mai sentita a disagio nel vivere la mia vita come ho sempre voluto, cioè in un modo che agli altri appare più “isolato” rispetto allo standard: non mi piace per nulla frequentare le discoteche o posti molto affollati (talvolta mi sono forzata ad uscire dalla mia comfort zone ma con esiti spiacevoli per me), in generale mi sento un pesce fuor d’acqua con molti (non tutti!) dei miei coetanei che non trovo per nulla stimolanti, ma non sono comunque una persona timida al tal punto da non proferire parola se mi trovo con gli altri, anche sconosciuti. Anzi, sono molto amichevole e alla mano, mai sgarbata, e mi piace far sentire a proprio agio gli altri se si trovano in mia compagnia, cosa che vorrei che facessero con me, ma per la maggior parte del tempo le attività e gli interessi dei miei coetanei evidenziano semplicemente il divario che percepisco tra me e gli altri. Sono molto selettiva. Chi mi conosce bene mi apprezza, mi sento molto ben voluta da quelli a cui voglio bene a mia volta, e sono apprezzata e cercata in continuazione, mai isolata, probabilmente anche ammirata per come sono. Credo di avere una sana autostima: a livello estetico mi reputo assolutamente nella norma, a livello caratteriale forse mi sento anche “meglio” di altri. Non in un modo snob, semplicemente penso di avere una personalità ben definita e una certa coerenza di pensiero e scelte di vita; (sicuramente mi piacerebbe essere mia amica, se io non fossi me!). Il problema sorge ultimamente, nel momento in cui anche le persone più adulte quale padre e parenti prossimi hanno cominciato (sicuramente in buona fede) a sottolineare con insistenza il fatto che “una ragazza della mia età DOVREBBE fare certe cose, tipo uscire spesso, andare in discoteca, frequentare i suoi coetanei”. Io per la maggior parte del tempo sto a casa e mi dedico alle cose che mi fanno stare bene: film, musica, letture, serie tv e studio dato che sono al terzo anno di università. Si aggiunge il fatto che ho un fratello adolescente che sta iniziando a vivere le sue esperienze da 16enne “standard” e sembra quasi che lui stia vivendo ed io no. Questo mi pesa molto perché i giudizi altrui sul mio modo di vivere la realtà mi fanno sentire sbagliata: riconosco di essere “diversa”, ma ciò non mi fa stare male, anzi mi fa stare male qualunque tentativo io faccia per cercare di omologarmi e provare ad essere come gli altri si aspetterebbero che fossi. Semplicemente non ci riesco poiché non lo trovo naturale e spontaneo. Sto covando dentro il sogno di cambiare città, trasferirmi all’estero e ricominciare la mia vita da zero, magari in compagnia di una persona a me cara. Mi piacerebbe avere dei pareri da persone competenti e capire cosa poter fare in questa situazione. Vorrei capire se davvero c’è qualcosa che non va in me, se ho bisogno di uno psicologo. Vi ringrazio per aver speso del tempo nel leggere quella che è solo una parte della mia storia, e vi auguro una buona giornata.