Ho 21 anni e sono succube della mia famiglia
Buonasera, sono una ragazza di 21 anni, studio all'università e vivo con la mia famiglia (madre, padre e fratello di 25 anni).
Io suppongo di essere vittima di manipolazione da parte della mia famiglia, in particolar modo esercitata da mia mamma che comanda la situazione, seguita da mio fratello, che copia ogni sua mossa come fosse l'oracolo, e mio padre come figura molto passiva emotivamente, seppur sempre presente nella mia vita, anche nell'infanzia.
Da un anno ho una relazione con un ragazzo di 37 anni (lo conosco da quando ne avevo 18), e la mia famiglia ha totalmente disapprovato questa scelta data la differenza d'età.
Fin dall'inizio ho capito la loro preoccupazione e ho sempre pazientato, nonostante numerose frasi poco piacevoli ("sei una delusione", "ho perso totalmente la tua stima", "hai dei problemi, vai a farti curare"), pressioni fatte (inquisizioni anche di due ore, dove io ero praticamente circondata da loro tre che mi attaccavano) che mi hanno portato anche ad attacchi di panico notturni, ansie, pianti e stress emotivi.
Il delirio tuttavia è iniziato da Giugno 2023 quando inizialmente mio fratello è arrivato a chiedermi a chi volessi più bene tra lui e il mio attuale ragazzo, ovviamente la mia risposta è stato un "sono domande fuori luogo, visto che sono affetti diversi".
Sono poi partita per le vacanze con questo ragazzo (interamente pagate coi miei risparmi), per poi tornare a casa e sentirmi dire che ho fatto troppi giorni di ferie (17) per avere 21 anni e solo un anno di relazione alle spalle.
Al mio ritorno ho iniziato a parlare coi miei di un piccolo cambiamento universitario che vorrei fare e che mi consentirebbe di specializzarmi in modo più specifico e comunque di non perdere niente di ciò che sto portando avanti; dopo averne parlato coi miei, ho chiesto un parere anche a mio fratello il quale si è arrabbiato tantissimo, urlando, perché secondo lui "sto volando basso" e "mi sto accontentando". La discussione si è accesa sempre di più, tanto che è arrivato a tirarmi uno schiaffo, al quale io non ho reagito, ma ho ovviamente avvisato i miei, i quali si sono arrabbiati inizialmente, e ne hanno parlato in separata sede con lui (mio fratello poi mi ha chiesto scusa, anche se per me rimane ciò che ha fatto), ma poi non hanno più parlato, insabbiando un po' il tutto e chiedendomi esplicitamente di non dire nulla al mio ragazzo.
Giorni dopo mi hanno di nuovo "accerchiata", assillandomi con mille accuse (tra cui quella di essere manipolata dal mio ragazzo).
Il mio ragazzo è originario di una regione diversa dalla mia e, dopo essersi trasferito qua per un anno e aver subito questo ostracismo, ha pensato di tornare nella sua regione natale, pur mantenendo un affitto qua in modo tale da avere un appoggio.
Io sono arrivata al punto tale in cui in casa mia non sto più bene e voglio andarmene, l'idea era di andare via con lui a vivere, ho solo molta paura della loro reazione. Da una parte ho sempre pensato che avrei voluto più tempo prima di una convivenza, ma dall'altro mi trovo benissimo con la persona con cui sto e voglio uscire da questo ambiente che mi fa sentire perennemente a disagio.
Ne ho parlato con la psicologa dalla quale sono andata fino a qualche mese fa e anche lei mi ha suggerito questo.
Io ho avuto, dai 18 anni, dei disturbi alimentari che mi hanno portata ad un dimagrimento e che, mi sono resa conto solamente quest'anno, essere causati da una necessità di indipendenza e una volontà di ribellione interna sfogata sulla prima cosa a disposizione, ossia il cibo, per avere un controllo.
Mi sembra di non essere padrona della mia vita.