Forse il mio ex-ragazzo è Bipolare?
Egregi Dottori,
ho 27 anni e da sei mesi sto (o meglio "stavo") con un ragazzo di 31 anni. Da quando abbiamo cominciato la nostra relazione ho notato, con sempre maggiore energia, un atteggiamento strano e, oserei dire, manipolativo da parte del mio ex-ragazzo. In una prima fase ha cominciato a lamentarsi continuamente della madre e del padre (divorziati): lei donna ineccepibile, insegnante, con a carico entrambi i genitori anziani e malati e con evidenti disturbi di alimentazione (anoressia, quasi sicuramente) e che controlla il figlio tramite le finanze, poichè a parte qualche lavoretto, lui è disoccupato.
Il padre: insegnante, fedifrago, con assenza di controllo sulle proprie spese a scapito di sè stesso e della famiglia.
Il suddeto "ex", quindi, continua a disprezzare questi genitori, la cui separazione fu anche causa della sua psoriasi e della sua incapacità a relazionarsi con il mondo esterno (non riesce a laurearsi a meno 3 materie). Dal suo canto egli mostra evidenti incapacità di dimostrare affetto (se non per il suo dolcissimo cane) e qua "spunto" io...da critica verso il mondo,la famiglia e sè stesso, passa a criticare me...il mio modo di vestire, il mio atteggiamento, lo stesso modo in cui cucino...premetto che mi trovo in una situazione di ipersensibilità (mi sono lauerata l'anno scorso e molti progetti protratti da più di un anno si sono infranti). Ovviamente le sue lamentele continue, il mio essere innamorata, hanno condotto ad un mio iniziale stadio di empatia verso la sua situazione...mi dispiaceva e cercavo di confortarlo, lo ascoltavo senza parlare, sentendomi sempre più affranta...lui continuava a parlare, parlare e parlare, senza dar segno di ripresa...iperattività motoria come costante. Ad un certo punto la situazione cambia: lavoricchia un pò, si sfoga fisicamente...e appare più rilassato. Non cambia però l'atteggiamento negativo, elucubrazione sul "noi" alternate a frasi "meglio star soli"... la critica si sposta su di me: non mi adeguo alla società, perchè mi vesto così e non colì, fumo troppo, cucino male, sono disordinata...poi sei "vergognosa", devi fare così e non così...in pratica, comincia a trattarmi da incapace...quando gli espongo il mio malessere, lui minimizza il problema...io sono "isterica" e porto le mie ansie nella coppia.
La cosa che mi infastidiva di più era la sua tendenza a impersonare due facce opposte nel giro di due minuti: da persona gradevole, cominciava ad andarmi contro senza motivo...poteva trattarsi anche della "scelta di cosa mangiare" o "dove andare"...non aveva importanza: prima garbato, poi maleducato. Cominciava, per così dire, a "giocare con le mani" e ad andarmi contro. L'altroieri, dopo un "gioco di mani", gli dò uno schiaffo forte sulla spalla...lui si arrabbia al punto da minacciarmi di cavarmi un occhio e lasciarmi monca...in preda all'esasperazione, gli svuoto una bottiglia d'acqua sulla testa e me ne vado...
Adessso: provo per questo ragazzo tantissima pena...le sue storie passate lo hanno sicuramente colpito e fatto star male fino a tal punto. Ma il senso di colpa, vero e proprio, a cui mi sottometteva per "quisquilie" è finito...non si può giocare con l'equilibrio degli altri senza conseguenze.
La mia intenzione è stare lontano da lui il più possibile...ma vorrei avere un consiglio sull'entità del suo problema, per capire meglio anche me stessa e perchè sottostavo a tali angherie e manipolazioni.
Cordiali saluti.