Facoltà sbagliata (o forse altro): sto esaurendo l'energia e la forza di reagire

Inviata da Martina · 10 mar 2015 Orientamento scolastico

Gentili Dottori,
da due anni mi chiedo: è possibile non riuscire a trovare la propria strada? Arrivare ad esaurire le proprie energie e rischiare di rimetterci la salute?
Sono tornata da 20 giorni da un Erasmus che mi ha inevitabilmente cambiata: sono stati 5 mesi fantastici, in cui sono cresciuta tanto, nonostante i mille dubbi prima di partire. Ma non me lo sono riuscita a godere al massimo a causa dell'Università, e la situazione ora è peggiorata. In breve: ho 21 anni e frequento il II anno di Economia. Ho sempre avuto buoni voti (Liceo Scientifico Bilinguistico 98/100).
Le capacità non mi mancano, ma non riesco a mettermi in gioco al massimo perchè non sono convinta di quello che sto studiando, non credo sia l'ambiente adatto a me, nonostante abbia una delle medie più alte. Quindi qual'è il problema?
Mi sono iscritta non per un vero interesse, ma perchè non sapevo cosa fare e so di essere portata per queste materie. “Provo un anno qui e poi mi trasferisco”. Errore. Dal primo giorno dell'anno scorso non faccio altro che pensare al mio futuro, cosa voglio fare? E non riesco a trovare risposta. Questo mi fa stare male e mi condiziona in tutto.
L'anno scorso ho sempre finto che andasse tutto bene, tranne con due compagni con cui mi sono confidata. Mille pianti, discussioni con i genitori, intere giornate a cercare informazioni su Internet, testimonianze simili alla mia, ma sono riuscita ad ottenere ottimi voti, rischiando però di perderci la testa. So che è un mio limite, ma continuo a confrontarmi con gli altri, e mi sento male. Io, che sono sempre stata una ragazza solare, ottimista, nonostante i problemi a casa e le mille delusioni in amicizia, ho sempre cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno, in tutto, ora sento di non farcela. Sono stata da una Psicologa per 5 mesi e questa settimana ritorno per vedere se mi può ancora seguire: mi ha aiutata tanto, ho conosciuto e apprezzato questo lavoro come mai prima, ma come ben sapete non è un medico che prescrive la ricetta, la soluzione la conosco solo io.
Non riesco a vivere serenamente nulla perchè la mia mente è sempre concentrata su questo. A volte esco, ma poi penso che ”Dovrei stare a casa a pensare a cosa fare della mia vita” e non concludo nulla. Adesso ho ricominciato le lezioni ma devo ancora comprare i libri, non riesco nemmeno a stare attenta, e sono circondata da persone che parlano di tesi, magistrale, ecc.
Non voglio fare la vittima, ma credetemi: non è facile. Che senso ha andare all'universita in questo modo? L'anno scorso ce l'ho fatta, ma quest'anno la vedo veramente difficile. L'idea di fare un secondo anno qui mi faceva stare male, quindi sono partita, ma il problema è rimasto. Me ne voglio andare da questa città, ma quel che più mi preme è capire quello che voglio e riuscire finalmente ad andare al'università libera da questo peso che ormai sta rendendo tutto invivibile. La vita è una, e io la voglio vivere fino in fondo, ma non a queste condizioni.
Cordiali saluti,
M

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Miglior risposta 4 OTT 2015

Gentile Martina,
anche se dici che sapevi cosa non volevi fare ma non sapevi cosa volevi fare, comunque una scelta, fosse stata anche di esclusione, l'hai fatta e mi sembrano buoni motivi l'essere capace di portare avanti questi studi e le buone prospettive di lavoro per il futuro.
Credo che il tuo disagio abbia altre origini forse intrapsichiche e inerenti a certe tue insicurezze o forse interpersonali che potrai esplorare con la psicologa che ti sta seguendo.
Credo anche che, quando si fa una scelta di studi per esclusione, come può essere stato il tuo caso, poi, andando avanti negli studi ed approfondendo le conoscenze, i buoni risultati ottenuti modificano l'atteggiamento nei confronti di quello che si sta studiando facendotelo apprezzare di più anche per un fenomeno di "correzione della dissonanza cognitiva" ben conosciuto in psicologia.
In conclusione ti esorto ad andare avanti e continuare a costruire invece di fermarti o, peggio, distruggere anche quello che già hai fatto.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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12 MAR 2015

Vi ringrazio innanzitutto per le Vostre risposte; cerco di andare con ordine per rendere la situazione più chiara possibile.

Dott.ssa Ceccucci:
l'espressione "girone estenuante" descrive esattamente la situazione in cui mi trovo ora, poichè coinvolge tutto quello che faccio e sta diventando davvero faticoso trovare la forza di reagire, e questo un po' mi spaventa. In questi giorni avrei così tante cose da fare, ma mi sento spesso stanca e mi passa la voglia di fare tutto: questo non perchè io non dorma, ma perchè mi manca la forza e la volontà. Sono arrivata anche a chiedermi, a questo punto, se sono io a voler stare in questa situazione di "stallo" costante o se davvero non c'è una soluzione. A questo chiaramente contribuisce il rapporto conflittuale con mia mamma, mentre ho un buon rapporto con mio papà: sono stanchi di vedermi in questo stato, e me ne rendo conto, ma allo stesso tempo tendono, soprattutto mia mamma, a minimizzare questo problema, che invece per me è molto grande. Dicono che non esiste solo l'università nella vita, e sono assolutamente d'accordo, ma ovviamente è l'impegno principale che dovrei avere ora, come lo è il lavoro per coloro che non studiano. E' vero, ci sono anche altri fatti e pensieri che mi fanno stare male, tra cui le continue discussioni a casa, ma il punto centrale è quello. Mentre loro mi dicono: "Ormai hai cominciato, finisci questa e andrai a lavorare". Ma io rabbrividisco all'idea: l'università doveva essere la mia occasione di riscatto, di ripartire da zero, di cambiare finalmente aria, e invece mi trovo infangata in questa situazione che mi opprime.

Dott.ssa Sirtori:
sono queste le alternative, perchè io sono certa di voler continuare a studiare, anche se ammetto (e mi spavento) che a volte mi è passata lontanamente l'idea di smettere e mollare tutto, ma poi la caccio subito via perchè non è quello che voglio. Arrivata a questo punto, io vorrei cambiare anche solo per tutto quello che questa Facoltà (in questa città) mi ha provocato: che soddisfazioni potrebbero mai esserci? Se penso a quanto ho sofferto?

Dott. Orlando:
ha perfettamente ragione, al centro di tutto rimane comunque la mia vita e la mia salute e sento che se continuo così rischio veramente di peggiorare ulteriormente. Ma so anche che non posso continuare ad "appoggiarmi" su questa scusa perchè prima o poi dovrò prendere una decisione e finalmente poter girare tranquillamente, fare quel che devo, senza lo spettro costante del "sto facendo la cosa giusta, avrei potuto, avrei dovuto". Non pensavo nemmeno io, prima di ritrovarmici, che si potesse arrivare a sentirsi in questo modo, e quindi capisco chi dall'esterno (compagni, genitori) non si renda conto di quanto sia difficile studiare, essere concentrati e sereni con queste idee sempre in testa.

Dott.ssa Bruno:
arrivata a questo punto mi chiedo anche io perchè io abbia fatto questa scelta, ma la motivazione la so. Non sapevo bene cosa fare, per questo genere di materie sono sempre stata portata ad è una laurea che offre qualche prospettiva di lavoro. Ma non mi sono mai informata così a fondo, anche se vedevo miei coetanei già super esperti sui corsi, magistrali, migliori facoltà ecc. Qualcosa mi attirava ma non una determinazione e aspirazione, come spesso si sente invece dire da chi studia disciplina mediche o psicologiche, che mi sembrano molto più interessanti e stimolanti di Economia. Diciamo che sapevo con certezza cosa non avrei voluto studiare, ma non quello che VOLEVO studiare.



Per quanto riguarda la psicologa, sono andata oggi al Consultorio dove andavo e, come mi hanno detto telefonicamente, la psicologa che si occupava di me è stata trasferita in una struttura per Adulti, ma c'è comunque un'altra dottoressa che potrebbe seguirmi, con la quale ho parlato oggi. Ci tornerò tra due settimane.

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11 MAR 2015

Cara Martina
a mio parere il vero problema è che tu sei entrata in questo "girone" di pensiero relativo al "cosa devo fare nella vita" e, nonostante tu faccia già qualcosa e lo faccia bene (seppure con enorme dispendio di energia), non lo fai convinta e non lo senti tuo.
Dal momento che non hai un interesse dominante (che avrebbe risolto il problema scelta) fin dall'inizio, penso che il tuo "scontento" circa la scelta universitaria ci sarebbe stato anche se tu avessi scelto qualsiasi altro tipo di facoltà.
Quindi il mio consiglio è quello di uscire dal "girone" di una estenuante riflessione e di agire in modo pratico portando avanti esami e programmi universitari,
Certo un nuovo contatto con la tua psicoterapeuta e una ripresa del rapporto terapeutico con lei può esserti senza dubbio di grandissima utilità.
Coraggio e Auguri!
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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11 MAR 2015

Cara Martina,
certamente avrai modo di valutare insieme alla tua terapeuta il da farsi ma se posso restituirti un'impressione mi sembra che tu ti senta incastrata in questa scelta trovandoti ad una fase del percorso triennale già avanzata ma ancora lontana dal traguardo. Allora se mi trovassi al tuo posto mi darei almeno due possibilità: cambiare facoltà ( la più radicale) ma in linea con il tuo stato d'animo oppure rimanere coerente con la prima scelta, anche se non ti entusiasma e rende l'impegno più pesante, per svoltare dopo, scegliendo una specialistica più consona alle tue inclinazioni o un master.. Non concentrarti su una decisione irrevocabile per il tuo futuro.. è difficile decidere ora e definitivamente ciò che vorrai fare nella vita molto meglio incamminarsi per una via e strada facendo proseguire o modificare la direzione ..
In bocca al lupo e buon lavoro...
Dssa Daniela Sirtoir - Monza

D.ssa Daniela Sirtori Psicologo a Villasanta

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11 MAR 2015

Buongiorno Martina
Stai facendo il possibile... prova a riprendere la psicoterapia e affronta insieme al tuo terapeuta un percorso di chiarimento e crescita interiore. Sono molti gli studenti che si trovano nelle tue condizioni e alla base hanno motivazioni diverse. Considera però che al primo posto non c'è l'università ma te stessa, lo strumento più importante della tua vita. Riprendilo in mano e riuscirai ad affrontare anche i momenti difficili.
In bocca al lupo

Dott. Alessio Orlando Psicologo a Ferrara

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10 MAR 2015

Ciao Martina, sai leggendo quello che hai scritto mi sono detta: "beh pensare e ripensare e' un ottimo modo per non agire".
Tornando alla tua situazione mi chiedo ancora come sia nata questa scelta universitaria e se sia stata scelta realmente da te o per accontentare qualcun'altro.
Ti faccio i miei in bocca al lupo !

Dottoressa Maria Bruno Psicologa Della Gestalt ed esperta in Autismo Psicologo a Mugnano di Napoli

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