Buongiorno,
Ho 29 anni e da oltre un anno e mezzo sono stata lasciata dal mio ex fidanzato, con il quale progettavo un futuro, a causa di una serie di problematiche legate alla mia salute psicofisica (depressione, attacchi di panico, autolesionismo, anoressia).
Dopo la fine della nostra relazione ho pensato più volte di farla finita, sino a chiedere un ricovero in una clinica psichiatrica dalla quale sono stata dimessa a maggio 2019.
Questa situazione di isolamento mi ha obbligato a fermarmi dai mille impegni che mi sono imposta per non pensare, facendomi ricadere in un loop distruttivo. Sogno il mio ex, mi sento una fallita, penso che non valga la pensa vivere, mi sento sola ed inutile. Ieri dopo un anno ho avuto una crisi tremenda, la verità è che sono sola e non vedo che la fine...
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29 APR 2020
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Evita,
capisco il suo disagio e la sensazione di solitudine che sta provando. Tuttavia ha dimostrato di avere buone risorse chiedendo aiuto sia tramite il ricovero in clinica, sia facendo appello in questo portale.
La chiusura di una relazione comporta dolore e talvolta un'assenza di progettualità, aspetti che però possono essere affrontati e risolti con un adeguato supporto psicologico.
Valuti la possibilità di un percorso di psicoterapia che le permetta di non sentirsi sola nell'affrontare la delicata situazione che sta vivendo.
I miei migliori auguri
Dott.ssa Vanda Braga
28 APR 2020
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Evita. Lei dice che da quando é stata lasciata dal suo ex fidanzato oltre un anno e mezzo fa ha pensato spesso di farla finita. Avere richiesto un ricovero in una clinica psichiatrica in un momento così difficile significa che ha compreso che era in difficoltà e che aveva bisogno di un aiuto per uscirne. Ancora oggi sogna il suo ex e pensa che non valga la pena vivere e di sentirsi sola ed inutile. Quando frequentiamo una persona e ci troviamo bene con questa é come se entrasse a far parte di noi. In quella persona ci sono delle caratteristiche che soddisfano la nostra identità personale. Quello che ci manca é le sensazioni che ci faceva provare. E quando accade di essere lasciati sentiamo che una parte di noi stessi é venuta a mancare. Le consiglierei un percorso psicoterapeutico che la possa aiutare a prendere maggiore consapevolezza del suo funzionamento interno, di come si relaziona con l’ambiente e le persone, da quali bisogni é guidato il suo senso di sé. Attraverso questo potrebbe poi cercare di operare un distanziamento da esso.
Dott. Erik Mancin
27 APR 2020
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buona sera Evita,
Le rotture di legami significativi accadono e fanno parte delle esperienze della vita a prescindere dalle sofferenze e dalle difficoltà che ci portiamo dentro. In alcuni momenti queste cose possono sovrapporsi ed aumentare lo stress fino a giungere a momenti di sofferenza molto forti. Trovo significativa la tua decisione di chiedere aiuto, prenderti cura di te e di avercela fatta, intraprendendo e concludendo un percorso presso una servizio specializzato. Penso che sia importante che tu possa accogliere la tua solitudine ed utilizzarla per intravedere la possibilità di uscirne, come hai già fatto con successo mesi fa.
Potresti ricontattare il servizio che ti ha seguita e chiedere loro un parere, per un supporto e/o per focalizzarti su alcuni aspetti in particolare. Accade di lavora più volte su se stessi, in diversi momenti, anche nei migliori percorsi non è possibile affrontare tutto ciò che ci contraddistingue: le nostre difficoltà e le nostre risorse.
27 APR 2020
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Evita,
penso che il suo problema sia importante e in quanto tale meriti maggiore considerazione.
Io realizzo una prima seduta di valutazione della richiesta d'aiuto, della durata di circa un'ora, durante la quale sviene alla persona valuto il problema i individuo le modalità più adeguate per un eventuale trattamento (frequenza, durata degli incontri, obiettivo, ecc).
Se desidera fissare un appuntamento per questa prima seduta mi può contattare.
24 APR 2020
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Evita,
intanto penso che hai trovato il coraggio di chiedere aiuto qui e in passato e non è una cosa da poco. Immagino che il tuo ex fidanzato sia stata una persona molto importante che ti ha sostenuto in alcuni momenti della tua vita, ma vale la pena continuare a vivere per scoprire che ci saranno sicuramente altre persone che ci vorranno bene, si interessano a noi e che ci amano per quello che siamo, anche se in passato ce ne son state ben poche. Continua a seguire il tuo forte coraggio e intraprendi un percorso terapeutico per ritrovare o scoprire le tue risorse. Io già solo leggendo queste tue righe ho visto la tua forza nel continuare a combattere nonostante le sofferenze e le cadute della vita.
24 APR 2020
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Carissima Evita,
la mia risposta precedente si è interrotta a metà senza che potessi concludere.
Come dicevo la situazione non è facile da sostenere.
Le restrizioni sociali sono imposte, dove la libertà è limitata, dove le possibilità di incontri in presenza non sono possibili, può influire anche sulle percezione delle possibilità che appaiono limitate. Questo riguarda però tutti, non è qualcosa di esclusivo, tocca ciascun soggetto, indistintamente. Anche avere meno da fare può essere percepito come un limite ma, sebbene la ripresa non sia certa in termini di tempo, il fermo è temporaneo.
E' chiaro che questo ha riaperto delle questioni che con "il fare", i mille impegni di cui parlava, sembravano essere sopite: devono essere molto difficili da sopportare questi pensieri.
Non si faccia travolgere da questo senso di vuoto, è una conseguenza della limitazione che ciascuno ha subito. In questo periodo, proprio per questa situazione particolare di emergenza, sono attivi molte possibilità di ascolto anche a distanza. Troverà un professionista pronto ad ascoltarla.
Rimango a disposizione per chiarimenti e approfondimenti.
Una caro saluto
24 APR 2020
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Evita,
purtroppo non è infrequente che l'isolamento forzato porti a queste conseguenze, arrivando ad esasperare difficoltà pre-esistenti, alimentando al tempo stesso una sensazione di impotenza, legata alla "sospensione esistenziale".
Sicuramente, la rottura di un rapporto affettivo basato su una progettualità è sempre molto doloroso e, spesso, necessita di un vero e proprio riposizionamento più identitario per noi stessi. Ha inoltre riportato numerose tematiche, ognuna meritevole di ulteriore approfondimento, vista la sofferenza che le arrecano. A tal proposito, le consiglio di seguire un percorso psicologico, in modo che sia possibile dare un nome e una contestualizzazione a questa sua chiusura esistenziale e sofferenza, ritrovando delle risorse su cui potersi riprogettare.
Spero di esserle stata utile.
Un caro saluto,
Irene Mosca
24 APR 2020
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Carissima Evita,
non deve essere facile affrontare questi momenti di solitudine. Si tratta di una realtà difficile, dove le restrizioni imposte, la mancanza di libertà di spostamento, non poter vedere in presenza amici, parenti o chiunque fosse per noi importante. Vivere così è complicato ma riguarda tutti: le restrizioni sono per tutti.
Ci sono però possibilità alternative per rimanere in contatto con le persone care, telefoni e video sono una buona alternative. Non sono esattamente la stessa cosa ma possono temporaneamente sostituire incontri in presenza. Lei ha la possibilità di fare questo?
I pensieri che Lei ha devono essere molto invasivi e pesanti,
24 APR 2020
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Buongiorno,
un buon sostegno psicoterapeutico accompagnato da una terapia farmacologia può aiutarla ad uscire da questa situazione di disagio esistenziale. potrebbe iniziare una terapia online per poi proseguire una volta terminato questo periodo di reclusione forzata.
24 APR 2020
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Carissima Evita,
deve essere molto difficile affrontare questa situazione, da sottolineare improvvisa e imposta. Il distanziamento sociale, dettato per legge, non è situazione facile da sostenere.