Non so se una terapia farmacologica sia ciò di cui ho davvero bisogno

Inviata da Sia · 10 nov 2023 Psicoterapia

Buongiorno, scrivo su questo blog perché al momento mi sento molto confusa e ho paura di non riuscire a sentire quello che provo davvero. Sono una ragazza di 23 anni e da 4 anni seguo una terapia farmacologica associata a un percorso di psicoterapia continuo. Di base il mio problema psicologico è di natura ossessivo-compulsiva, e in base al livello di stress mentale questo meccanismo ossessivo si verifica in maniera più o meno lieve. Quando ho iniziato una terapia farmacologica mi ero ritrovata completamente sopraffatta dalle mie ossessioni, probabilmente a causa della fine del liceo e della paura del futuro, e mi ero chiusa in casa, non riuscivo a mangiare, ed ero ossessionata con la possibilità di non dormire e che ciò potesse condurmi alla morte. Poi ho preso un antidepressivo, la paroxetina, e sono stata meglio, sono riuscita a riaprirmi al mondo. Da quel momento in poi non ho mai smesso di prendere farmaci, ho provato antipsicotici come l’olanzapina, ma la proxetina è comunque rimasto il farmaco migliore per me. Non ho più avuto episodi di ossessività così forti da costituire un blocco per me, ma alcuni momenti che poi passavano in fretta. Il problema è che quando mi sentivo di stare bene e provavo a scalare la paroxetina, anche se molto lentamente, avevo dei deliri forti (come di aver paura che qualcuno di mia conoscenza potesse uccidermi) e lo riprendevo subito. Forse è da annettere che in tutti questi 3 anni ho avuto una relazione sentimentale difficile, che il covid e le nostre rispettive paure di lasciarci coinvolgere dall’esterno ha reso molto chiusa, stavamo sempre e solo noi due e ci siamo allontanati da tutti i nostri amici, e che mi ha portata a sovraccaricarmi di responsabilità perché avevo una grande paura della perdita dell’unica persona che mi rimaneva. Fino a questa primavera, in cui finalmente mi sentivo davvero in equilibrio dopo la rottura e avevo vissuto un periodo per la prima volta da tempo davvero rilassato e di libertà, avevo amici, mi lasciavo coinvolgere, mi ero aperta di più rispetto al periodo passato con il mio ex. Per questo motivo ho deciso che per l’estate avrei provato a scalare la paroxetina (considerando che assumevo anche mirtazapina 30mg prima di andare a dormire e che quella non l’avrei scalata). Ci riesco. Sospendo la paroxetina molto lentamente, finisco di prenderla a metà luglio circa, e si, sento una sorta di effetto rebound, ma perché si trattava di un periodo di esami universitari. Avevo deciso di sospenderla in quel periodo, che probabilmente alla fine non era il massimo per la mancanza di tranquillità di base, perché così non avrei coinvolto gli altri, piuttosto sarei stata a casa una sera in più, ma almeno non sarei andata in università e non l’avrei dovuto vivere a contatto con le mie compagne. Nonostante le difficoltà emotive e la forte tendenza all’isolamento riesco a fare gli esami e a finire la sessione così come mi ero prefissata. Il problema è però nato nell’ultima fase, verso settembre, quando riprendevano le attività e io non ero emotivamente “sul pezzo”, permaneva la mia tendenza all’isolamento. Le mie difficoltà relazionali mi hanno portata a ricontattare la mia psicologa con cui avevo terminato la cura durante la primavera, ma, nel farlo, sono crollata ancora di più. Non so se non mi sentissi degna di attenzione e di cure o se invece volessi provarci ancora un po’ da sola, ma all’inizio l’ho sentita come una resa, e avevo paura della trappola, mi veniva da sfuggire dalla situazione per paura di non saperla gestire.

Il mio problema emotivo e relazionale poi si è aggravato siccome non ho avuto lezioni in università a settembre e ottobre perché le lezioni che seguivo sarebbero iniziate solo a novembre. In quel periodo di stallo avevo alti e bassi molto forti, non avendo una direzione non riuscivo ad impormene una e la cercavo ovunque tranne che in me stessa, qualsiasi segnale esterno, soprattutto di genere relazionale, era capace di farmi brillare di gioia o sprofondare nella depressione. Mi sentivo vuota, di fondo indegna di attenzioni e di amore, perché non sceglievo me stessa, non mi vedevo, non mi lasciavo trasportare da me stessa, avevo perso il contatto. A volte mi mettevo a lottare contro la depressione con l’arroganza, per cercare di protrarre i momenti di breve forza e autostima (che duravano massimo 3/4 ore). La mia psicologa a causa del periodo mi ha consigliato di contattare uno psichiatra e di valutare se iniziare una nuova terapia farmacologica, e questa cosa mi terrorizza, mi fa sentire ulteriormente in trappola. Mi fa sentire completamente fuori dal mio centro, mi spaventa la possibilità di soffrire ancora e che in questo caso sia inutile. Mi sento come se la risposta fosse dentro di me ma fatico a vederla, fatico ad assumermi le mie responsabilità, e quindi cerco costantemente riscontri esterni che possano stabilire quale siano in realtà il mio valore e il mio destino. Credo di mancare a me stessa, non credo che sia una terapia a mancarmi. Magari una terapia sarebbe stata in grado di non farmi avere un periodo così poco equilibrato come quello di questo settembre/ottobre, ma secondo me c’è un problema più grande di fondo. Ora che ho iniziato ad andare in l’università sto meglio, e lo sapevo già negli scorsi mesi che una volta tornata a seguire le lezioni avrei trovato una maggiore stabilità, perché non mi abbandonano a me stessa. L’unica cosa che però mi impedisce in questo momento di vivermi il periodo con serenità e che mi rende instabile è la paura che avesse ragione la mia psicologa e che io abbia davvero bisogno di una terapia farmacologica. Mi sento in una trappola. Non riesco a prendere posizione, questo mi porta ad allontanare i miei amici e la mia famiglia, mi sento come se questa fosse una scelta che cambierà tutto… vedo tutto in bianco o nero, ogni minimo segnale che intercetto dall’esterno mi porta a pensare che la scelta è giusta o sbagliata, non riesco a prendere in mano la situazione e ad assumermi le responsabilità delle mie scelte, non ho fiducia, né in me stessa né negli altri, questo mi porta ad avere una cattiva percezione di cosa sia autonomia/libertà e cosa sia dipendenza/trappola. Mi scuso per questo sproloquio, in questo periodo mi sono sentita davvero persa e ho paura di starmi perdendo sempre di più… vi ringrazio in caso riusciate a darmi una mano a fare chiarezza….

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