Cos'é un attacco di panico?

Inviata da Mariateresa · 30 set 2016 Attacchi di panico

Cos'è un attacco panico? Cause e sintomi?

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Miglior risposta 4 OTT 2016

Gentile Mariateresa,
i miei colleghi hanno già ampiamente esposto definizione e sintomi di un attacco di panico e non voglio prolungarmi ancora su questo. Vorrei piuttosto aggiungere che essi sono improvvisi e imprevedibili, slegati dall'attività che si sta svolgendo in quel momento (tant'è che spesso possono sopraggiungere di notte o al risveglio).
La psicodinamica degli attacchi di panico è complessa nel senso di "molteplice", "fatta di più elementi"; tuttavia, come fenomeno, viene sostanzialmente ricondotto alla paura della perdita della sicurezza e della protezione, dunque strettamente legato al tipo di attaccamento che si è sviluppato durante l'infanzia con le figure genitoriali (madre in primis). Per questi motivi io suggerirei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta psicodinamico e non cognitivo-comportamentale: va bene imparare a gestire gli attacchi ed evitare che si instaurino i comportamenti "preventivi", ma se non si lavora sulle cause primarie il rischio è quello di non liberarsene mai completamente, di dover ricorrere per sempre (anche se non ininterrottamente) a terapie farmacologiche o di produrre uno spostamento dei sintomi verso un altro tipo di disturbo (non necessariamente più grave, ma diverso). Potrei consigliarle anche di fare un corso di Training Autogeno, meglio se con visualizzazioni guidate, che può essere di aiuto immediato.
Resto a disposizione per altri chiarimenti
Cordiali saluti

D.ssa Cristina Giacomelli
Lanciano (CH) - Pescara

Dr.ssa Cristina Giacomelli Psicologo a Lanciano

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3 OTT 2016

Buongiorno Mariateresa,
oltre a ciò che le è già stato descritto, aggiungerei un'altra informazione importante. L'attacco di panico (da non confondersi con l'attacco di ansia forte) è una strategia di gestione, rigida, delle proprie emozioni e relazioni. Così come le altre sintomatologie, anch'esso ha valore comunicativo. Interno (segnale privato che c'è qualcosa che non va) ed esterno (faccio vedere, non consciamente per lo più, che sto male). Il sintomo, per questi ed altri motivi, permette prima di tutto la sopravvivenza psicologica: ad es., può aiutare ad evitare un contesto ritenuto emotivamente pericoloso ad es., mi barrico a casa perchè ho timore degli spazi aperti, oppure mi lavo 10 volte le mani per gestire dei pensieri intrusivi che mi attivano picchi emotivi, oppure svuoto il frigorifero perchè questo mi permette di gestire l'esposizione al giudizio, etc. etc. Come vede, il sintomo (e, quindi, anche l'attacco di panico) si manifesta SEMPRE con una motivazione, anche se molte persone pensano qualcosa del tipo: "fino a ieri stavo bene e oggi ho avuto un attacco di panico. Non capisco perchè visto che non mi è successo niente di rilevante...". Dunque, personalmente, tratto il sintomo come una strategia evolutiva, nel breve termine, importante e fondamentale, sebbene sia rigida. La terapia serve proprio per capire come mai la persona abbia avuto il bisogno (non consciamente) di creare un sintomo (per raggiungere un obiettivo emotivo come, ripeto, evitare o gestire situazioni vissute come altrimenti ingestibili) e di cercare di far raggiungere gli stessi obiettivi con strategie relazionali e comunicative meno rigide ed invalidanti (ad es., riuscire a sentirsi protetti e sicuri anche in uno spazio aperto, non solo all'interno della propria abitazione). Infine, il tipo di sintomo è una importante informazione, per il terapeuta, sulla coerenza di funzionamento della persona: ad es., come mai sia stato scelto (sempre non consciamente) un attacco di panico piuttosto che una sintomatologia anoressica o ossessivo-compulsiva o depressiva, o altro? Per questo, nelle primissime fasi del percorso terapeutico, non è utile cercare di togliere un sintomo (seppure molto invalidante) se prima non si sia capito il "perchè" della sua esistenza e quali obiettivi persegua.
Spero che le siamo stati di qualche utilità
Buona fortuna
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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30 SET 2016

Gentile Mariateresa,
l'attacco di panico è una situazione di ansia acuta che viene vissuta da chi ne è colpito come una angosciosa sensazione di grave pericolo o addirittura di morte imminente e comporta tutta una serie di sintomi neurovegetativi quali tachicardia, sudorazione, respiro affannoso, senso di costrizione toracica, capogiro, senso di stordimento, perdita dell'equilibrio ed altri ancora.
Questa situazione critica può insorgere inaspettata in persone psicologicamente fragili che magari in precedenza per anni avevano gestito apparentemente bene le proprie ansie e per questo è vissuta in modo ancor più traumatico.
La cura, più che nella assunzione di farmaci ansiolitici, consiste in un percorso di psicoterapia preferibilmente cognitivo-comportamentale.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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30 SET 2016

Cara Mariateresa,
coloro che hanno avuto un attacco di panico lo descrivono come un’esperienza paurosa e terrificante, durante la quale hanno temuto di impazzire, di morire o di perdere il controllo.
L'attacco di panico si presenta spesso all'improvviso, può durare qualche secondo o diversi minuti ed è generalmente accompagnato da sintomi fisici quali aumento del battito cardiaco, difficoltà respiratoria, vampate di calore o brividi, sudorazione o tremori, dolore o fastidio al petto, sensazione di soffocamento, vertigini, capogiri e senso di stordimento.
Se gli attacchi di panico si presentano con una certa frequenza può insorgere “la paura della paura”, ovvero il timore che il disturbo si ripresenti e che non si riesca a governarlo.
Al fine di evitare questa situazione la persona può mettere in atto comportamenti preventivi nei confronti degli attacchi di panico. Potrebbe quindi evitare i luoghi o le circostanze in cui generalmente si verificano o adottare soluzioni protettive e precauzionali come farsi accompagnare da qualcuno o portare con sè i farmaci prescritti.
Benchè tesi a rassicurare la persona questi comportamenti possono spesso comportare una riduzione della propria autonomia e della possibilità di una di una vita soddisfacente e piena.
Un intervento psicologico può aiutare la persona a comprendere il senso dell'insorgere di questi attacchi e a superarli.
Spero di aver risposto alla sua domanda.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,

Annalisa Anni
Psicologa Psicoterapeuta Padova

Alternativamente Psicologo a Padova

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