Lasciato da due mesi, ansia, attacchi di panico da 4 anni
Gentili dottori, ho letto più volte le risposte che avete dato, e molte volte sono stato rassicurato, ecco perché sono qui. Sono un ragazzo di 23 anni, affetto da ansia e attacchi di panico da quando ne ho 19, curati con scarsi risultati attraverso psicoterapia (probabilmente ho delle resistenze). Ho eliminato dalla vita tutto, poco a poco. Lo sport, che mi diede grosse soddisfazioni (il primo attacco di panico lo ebbi subito dopo una partita di calcetto,e da allora non gioco più); la vita sociale, attuando comportamenti di evitamento continui. Gli amici mi sono stati vicini, ma ai miei continui rifiuti di uscire ovviamente hanno fatto un passo indietro e aspettano che sia io a cercarli o a proporre. Nello studio, dove andavo così bene, ora fatico e arranco voti miseri all'università (sono studente fuorisede). Da lunedì comincerò probabilmente una terapia farmacologica (ho una visita psichiatrica), che spero possa darmi sollievo e farmi tornare il "cazzone" di sempre. Sono sempre stato un tipo socievole che nei gruppi si integra bene, non ho mai avuto problemi a relazionarmi, ma da questi 4 anni di attacchi di panico evito situazioni ansiogene o "pericolose".
Fatta questa premessa, il vero motivo per cui sono qui è un altro: il 2012 per me è stato un anno pesantissimo, per via di un lutto e di altre dinamiche, quali esame di stato, madre alcolizzata (da quando sto male ha smesso, o almeno ridotto molto) e padre assente (depresso e incapace di affrontare le situazioni, se non con rabbia), fratello con problemi di vario tipo (è 5 anni più grande di me e ha fallito miseramente con l'università, mentendo ai miei genitori di continuo su esami o altro).
A marzo 2012 venni lasciato dalla mia ragazza storica (relazione a distanza cominciata da piccoli, e durata 2 anni e mezzo circa) e subito dopo passai tutto ciò che ho appena descritto. Ad agosto, poco prima di partire per l'università, conobbi questa ragazza molto timida e un po' complessata (ma una bella ragazza!) alla sua prima esperienza, e mi attaccai a lei, decidendo di impegnarmi pur sapendo di dover andare all'università. Decisi di proseguire con una relazione a distanza, come quella conclusa 5 mesi prima. Da settembre 2012 il delirio puro: attacchi di panico, frequentavo poco le lezioni, uscivo pochissimo e il mio umore poco a poco calava. Riuscii a sostenere tutti gli esami del primo anno, e il crollo vero arrivò il secondo anno, nel quale riuscii a dare solo un esame, e la "politica degli evitamenti" mi portò a non uscire praticamente più di casa, se non per andare a fare sedute dallo psicanalista che cominciai ad aprile 2013. L'estate mi sentii meglio, e mi allontanai da questa ragazza. Era come se il mio sentirmi libero mi allontanasse di pari passo da lei. L'estate successiva stessa identica cosa: dopo un anno passato in casa, cominciai a sentirmi meglio e mi allontanai da questa ragazza, pur non riuscendo a chiudere! Lei era sempre lì ad aspettarmi e io sapevo che c'era, e sapevo che avevo bisogno ed ero dipendente dal suo affetto, poiché non ero e non sono in grado di uscire per conoscere gente e per vivere la mia vita. Lo so che ciò che dico è estremamente egoista, è una cattiveria, ma vi assicuro che non sono così, è l'ansia e il malessere che mi hanno portato a essere egoista. L'ho amata, almeno fino alla fine del 2014, l'ho amata con tutto me stesso e ne ero dipendente, anche se ogni qualvolta che stavo bene mi allontanavo da lei. Nel 2015, dopo un periodo di crisi fortissimo (a livello ansioso) avvertito tra Novembre 2014 e febbraio 2015, ho avuto una ripresa pazzesca: avevo ansia, ma ripresi a fare sport, a uscire, a studiare, e il mio umore migliorò notevolmente. A giugno scrissi alla mia ormai ex ragazza che mi stavo nuovamente allontanando,e passai l'estate a scriverle pochissimo, mentre lei soffriva ed era lì ad aspettarmi. Ad agosto, dopo le vacanze, rimanemmo insieme. Lei subiva le mie scelte e non controbatteva, io ad agosto persi la forza di qualche mese prima e non riuscii a lasciarla. Da settembre 2015 a marzo 2016, ebbi un lento ma costante declino, che mi portò a questo periodo nero, nerissimo, il peggiore della mia vita. Cominciai nuovamente a chiudermi e ad evitare tutto, ho avuto attacchi di panico quando uscivo, quando mi muovevo da solo, quando facevo sport. Insonnia, attacchi di panico notturni, sono stato malissimo! E non mi sono confidato né appoggiato alla mia ex, per paura di farla andare via o per non apparire debole. O forse perché, sotto sotto, volevo allontanarla da me, sia per il suo bene che per il mio, per spezzare questa dipendenza e per porre fine a questo egoismo. A marzo lei mi lascia, improvvisamente, e non vuole sapere nulla di me. Ci vediamo per le vacanze di Pasqua (non ci vedevamo da gennaio) e lei ribadisce che non mi ama più e che è meglio chiudere ogni ponte in modo tale da non "illudermi". In realtà penso che lei abbia chiuso ogni ponte per evitare ripensamenti e per evitare di star male, non credo lo abbia fatto per me. Da marzo ad ora silenzio assoluto, le scrissi solo un messaggio a fine marzo dove lei ribadì che ha preso questa scelta per la fine dell'amore e perché deve lavorare su se stessa, ribadendo che a me ci tiene tanto e facendomi l'in bocca al lupo per tutto. Vivo di rimorsi, di rimpianti e di sensi di colpa, mentre sono chiuso in questa stanza e vivo al 10% delle mie facoltà. Rifiuto di uscire con ragazze (che mi cercano eccome! Sono un bel ragazzo e simpatico) per via dell'ansia, e controllo sui social gli orari in cui la mia ex esce di casa e rientra, chi aggiunge, i nuovi amici. Fino a 2 mesi fa non la consideravo, sapendo che era lì ad aspettarmi, e ora sto malissimo e so tutto ciò che fa. O meglio, lo immagino dagli orari di entrata e uscita. Vi chiedo scusa per la lunghezza del post, ma io voglio vivere, voglio tornare a godermi la vita, e sfruttare la mia sensibilità e intelligenza, vedendo le persone non come mezzi, ma come fini. Vorrei anche restituire alla mia ex la bontà che mi ha dato, anche se il suo chiudere tutti i ponti pur sapendo le mie difficoltà, mi è sembrato un gesto estremamente crudele, e non dettato dall'indifferenza, ma dalla rabbia.
Chiedo scusa per la lunghezza del post, grazie a chiunque abbia letto.