Si tratta di una ragazza giovane (21 anni), con problemi di autostima e rientrante nella categoria insicuro-ambivalente a causa di una madre incostante nei suoi affetti e un padre succube delle stessa. La madre è assolutamente in tutto e per tutto un genitore narcisista, molto marcato.
La ragazza ha vissuto una situazione molto stressante per vari giorni, in cui, alla fine è esplosa di fronte a un ricatto affettivo della madre. Doveva compiere una scelta di indipendenza e non ha potuto.
Da quel momento non è più la stessa. Noto molto chiaramente che ha "perso" le sue volontà che la rendevano una persona autentica. Adesso vive come un riccio che si chiude al mondo, so che soffre senza ben saperne il motivo, si sfoga su me attaccandomi nei modi peggiori (io sono il fidanzato) e sembra essere molto alienata (so che la madre le lava il cervello contro di me), ma se riesco a parlarle è capace di cambiare improvvisamente e rimanifestare i suoi veri sentimenti. Comunque resta sempre sulla difensiva.
Mi è ben chiaro che la sua mente ha rimosso l'episodio stressante: lei stessa afferma di ricordare assai poco e non vuole parlarne con nessuno per paura di rivivere quei brutti momenti. È ovvio che non ha mai elaborato questo forte stress che l'ha condotta alla nevrastenia (ne ha avuto parecchi sintomi) e se si prova a farla ragionare, la sua mente reagisce con forti mal di testa. È tuttavia consapevole che qualcosa in lei non funziona bene, ma non sa cosa. Attacca me al posto di attaccare chi dovrebbe. Prima era ben cosciente dei soprusi dei suoi, adesso invece loro hanno tutta la ragione e di conseguenza io tutto il torto, non mostra ambivalenza.
So che le farebbe bene elaborare quell'episodio, ma come approcciarsi per aiutarla? Al minimo errore, mi si scatena contro e rischio di perderla ancora. Infatti non viviamo vicini e comunichiamo per messaggi. L'insistenza non funziona, i contatti sono limitati e dopo poco le vengono questi mal di testa.
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8 DIC 2017
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Andrea,
deve partire dal presupposto che non si può aiutare per forza chi non vuole essere aiutato (o si fa venire i mal di testa se si affrontano certi argomenti).
Tuttavia, ci si può chiedere se valga la pena di disperdere troppe energie nel rimanere legati ad una persona con caratteristiche negative di questo tipo.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
11 DIC 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Andrea,
mi colpisce l'uso dei termini per descrivere la situazione della sua ragazza, che denota un certo "addentramento professionale" nella situazione. Al di là della sua formazione mi sembra importante ricordare che la motivazione personale ad affrontare le proprie difficoltà è un elemento fondamentale per sostenere qualunque percorso di aiuto. Dalle sue parole mi sembra di capire che lei immagini che alla base di tutto ci sia un'esperienza traumatica che condiziona pesantemente la vita e le relazioni della sua ragazza. Per questo motivo le consiglio uno psicoterapeuta EMDR, che si occupa specificatamente dell'individuazione e l'elaborazione dei traumi. Ve ne sono su tutto il territorio nazionale ma, naturalmente, per quanto lei possa supportare la sua ragazza, è solo lei che può decidere di farsi aiutare da un professionista. Un caro saluto,
dott.ssa Roberta Monda
8 DIC 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve Andrea,
Purtroppo a volte non è facile tollerare che le persone a noi care stiano male.
Mi colpisce tuttavia il tuo modo di descriverla attraverso dei sintomi, ad esempio scrivi "nevrastenia, categoria insicuro ambivalente, bassa autostima", hai una formazione particolare su questo o hai letto informazioni online?
In ogni caso credo sarebbe più utile a entrambi che tu tornassi a vestire i panni del fidanzato anziché dello "psicologo". Questo aiuterebbe te a sentirti meno responsabile e preoccupato, e forse aiuterebbe anche lei a sentirsi meno giudicata.
A volte quanto le persone vicine a noi mostrano malessere, possiamo solo stare loro vicino, manifestare il nostro amore e accettare incondizionatamente le loro emozioni negative.
Arriverà il momento di lavorare su questo evento stressante ed esistono tanti modi per farlo, psicoterapia cognitiva, EMDR, terapia sensomotoria, ma non sembra ancora arrivato per lei il momento giusto.
Spero di averti almeno in parte risposto,
Buona giornata.