Buongiorno,vorrei un consiglio per aiutare il mio fidanzato che soffre di manie di vittimismo ,considera la causa dei suoi fallimenti la madre ed ora anche io che sono la fidanzata.Ha 40anni non riesce a cercarsi un lavoro serio , non riesce ad impegnarsi in nulla di concreto tantomeno per la nostra storia.Spesso reagisce con impulsività e aggressività a piccoli problemi banali.Non affronta nessun problema.Come posso fare ad aiutarlo? E specialmente a non permettergli di scaricare le sue ansie su di me?
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31 GEN 2014
· Questa risposta è stata utile per 14 persone
Buonasera, Valeria,
dalla situazione che descrive pare che il suo fidanzato sia bloccato nella condizione che è espressa al meglio dalle parole di Emil Cioran: "Tutti i nostri rancori derivano dal fatto che, rimasti al di sotto di noi stessi, non siamo stati in grado di raggiungere la nostra meta. Questo non lo perdoneremo mai agli altri."
Anche se a lei ciò appare ovvio, non è la percezione che al momento lui ha della sua situazione e, anche se nei momenti può essere tentata di costringerlo a vedere questa realtà, che a lei pare più che evidente, non è il caso di farlo presente a lui, che già pensa di non essere compreso o, peggio, osteggiato persino dalle persone a lui più care. Se per caso ci avesse provato, ed è una reazione più che naturale, sa benissimo che ciò fa degenerare la situazione anziché migliorarla, indipendentemente dalle modalità più o meno dolci con le quali si tenta di “aprire gli occhi” alla persona, di farla ragionare. Anche senza sperimentarlo, è facilmente intuibile che a nessuno piace sentirsi rimandare responsabilità e colpe, tantomeno chi non se ne ritiene responsabile.
Ciò che è invece più difficilmente intuibile è la dannosità di un’altra tipologia di atteggiamento, diametralmente opposto, che chi è alle prese con una persona cara che passa dal vittimismo all'aggressività mette in atto con le migliori intenzioni, armandosi di santa pazienza: il tentativo di lenire la sua sofferenza e migliorare la situazione (lavorativa, in questo caso) tramite i consigli, gli incoraggiamenti, le rassicurazioni.
Il senso comune ci suggerisce che chi è in difficoltà ha bisogno di comprensione, supporto e aiuto, e ciò può essere vero per le "emergenze" e per un periodo di tempo limitato, nel caso in cui la persona sia in grado di usufruirne, dopodiché questo tentativo di soluzione si trasforma esso stesso in ciò che va ad alimentare il problema e a peggiorarlo.
Alla base di tale insuccesso c'è il doppio messaggio che si manda alla persona, “ti voglio bene, perciò ti aiuto”, ma al tempo stesso il messaggio implicito che si comunica, anche senza averne intenzione è “io ti aiuto perché tu da solo non saresti in grado”, messaggio che giorno dopo giorno va a aumentare la sensazione di incapacità dalla quale mi pare di aver capito il suo fidanzato tenta di difendersi accusando gli altri delle sue sventure.
Anche solo interrompendo queste modalità di aiuto che non aiuta generalmente si assiste a dei miglioramenti, ovvero probabilmente cesserà gradualmente di essere l’oggetto della sua rabbia. Non è facile stabilire da poche righe la gravità della situazione e quindi se dovesse restare immutata il mio consiglio è quello di rivolgersi a uno specialista in grado di effettuare una terapia indiretta (dubito che il suo fidanzato pensi di averne bisogno, visto che la colpa è degli altri) perché le indichi in maniera concreta come comportarsi per non essere complice dei suoi problemi e magari innescare in lui il desiderio di risolverli in prima persona. Spero di esserle stata utile.
3 FEB 2014
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile signora Valeria,
di solito lo psicoterapeuta di orientamento "cognitivo comportamentale" si occupa anche di persone che vogliono aiutare altre a curarsi, per lo meno a valutare il loro stato di salute e capire quanto sono curabili o guaribili.
Si tratta per chi ha a cuore la salute di una persona cara (il fidanzato), di intraprendere un percorso di consulenza di psicologia cognitivo comportamentale per apprendere strategie pratiche (attraverso simulazioni di role playing) che portino la persona sempre più vicino allo studio professionale dello psicoterapeuta, passo dopo passo. Quindi si tratta di iniziare una serie di consulenze ad obiettivo concreto per aiutare praticamente la persona che pensa di non aver bisogno di curarsi.
paolo zucconi sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale a udine (in friuli venezia giulia)
3 FEB 2014
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile Valeria,
uno dei cardini della psicoterapia è legato all'impossibilita' di aiutare chi non vuole essere aiutato. Il suo compagno potrà cambiare solo se lo vuole lui, non se lo vuole lei.
Credo che le ansie, come lei dice, possono essere "scaricate" su una persona ma nella misura in cui l'altro è pronto a prenderle, a farsene carico.
Sembra evidente che i vostri progetti di vita non coincidono.
Lei che ha intenzione di fare?
31 GEN 2014
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Valeria,
non ci sono suggerimenti da poter elargire, la scelta migliore è quella di incoraggiare il suo partner verso una consulenza psicologica utile per aumentare il suo senso di auto-efficacia, indipendenza (dalla propria famiglia di origine) e responsabilità.
Cordiali saluti,
Dott. Giuseppe Del Signore - Psicologo, Psicoterapeuta Viterbo
31 GEN 2014
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Buongiorno gentile Valeria,
è molto più importante che Lei aiuti se stessa a non continuare ad essere alla mercè degli stati d'animo del suo fidanzato. Cerchi lei aiuto rivolgendosi ad uno psicologo psicoterapeuta di persona per un sostegno psicologico dove piano piano ricominci a sentirsi valutata per le sue qualità.
Cordialmente
31 GEN 2014
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
gent.issima Valeria
potrebbe aiutare il suo fidanzato convincendolo ad andare in terapia facendosi aiutare riuscirebbe a gestire l'aggressività e il vittimismo.. il tutti ce l'hanno con me non fa bene a nessuno ne a lei ne al vostro rapporto di coppia.
cordiali saluti
Dott.ssa Petrini Consuelo
31 GEN 2014
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Valeria, la situazione da lei descritta merita un approfondimento per capire le cause che generano questo comportamento nel suo fidanzato. Immagino che col tempo lei abbia imparato a conoscere questo lato del suo carattere ed abbia capito come gestirlo ma scrivendo su questo sito, posso anche immaginare che questa situazione stia diventando difficile per lei. Le suggerisco di parlargli e proporre un consulto con uno psicologo che le sia utile per comprendere l'intera situzione. Inoltre sarebbe consigliato che all'incontro ci fosse anche lei per comprendere le dinamiche anche dal suo punto di vista.