Come affrontare gli attacchi di panico nel mangiare fuori casa?

Inviata da Anonima · 17 ott 2014 Attacchi di panico

Salve, sono una ragazza di 18 anni e da un po' di mesi si verificano delle situazioni che mi fanno preoccupare.
Non so bene da dove iniziare. Sono sempre stata molto magra di costituzione, ma sana e soprattutto amante del cibo. Adoravo uscire fuori a cena, scegliere tra una vasta lista di piatti, essere invitata a mangiare qualcosa in un nuovo ristorante. Da un po' di tempo però non è più così. Non ricordo bene quale sia stato il primo episodio, ma forse è proprio dal compleanno della mia migliore amica. Premetto che quel giorno non mi sentivo molto bene e ho commesso un errore che l'ha fatta arrabbiare molto. Poi abbiamo chiarito e ci siamo trovate a cena come stabilito con le altre nostre amiche intime e il suo fidanzato. Abbiamo ordinato molta pizza e io stavo tutto sommato bene, e ho iniziato a mangiare, ad assaggiare tutti i gusti, fino ad arrivare a sentire un forte calore, tachicardia, tremore. A questo punto, ho chiesto a una di loro, di accompagnarmi in bagno. Ho vomitato. La mia amica mi è stata molto vicino, siamo tornate nella sala e abbiamo tutti ordinato qualcosa da bere. Dopo aver vomitato, mi son sentita meglio. Da questo episodio, che risale a metà luglio, ho avuto lo stesso problema ogni volta che sono uscita a cena. Mi è successo con i parenti più stretti al compleanno della nonna in pizzeria, mi è successo in un locale di cibo etnico, mi è successo perfino a casa di mia nonna poche settimane fa, anche se questa volta non sono arrivata al vomito. Ma la situazione è sempre la stessa e soprattutto in questi episodi successivi al primo che ho raccontato, mi rendo conto di pensare man mano che mangio, all'episodio prima, e a quello prima ancora, ripetendomi 'oddio adesso sto male' 'no continua a mangiare' 'e se mi risuccede che faccio?'. E' come un circolo che puntualmente si ripete. Poche settimane fa poi ho incontrato per la prima volta una mia amica(abitiamo lontane) che ho conosciuto su un forum. Avevo molta ansia, ma ho passato una bella giornata. Arrivate al pranzo però, ho ordinato, avevo tantissima fame. Ma dopo pochi morsi ho dovuto lasciare tutto lì. Mi veniva il panico all'idea di scappare in bagno. Lei ha voluto che le parlassi di questo problema e così ho fatto. Mi ha invitato a provare a mangiare un altro po', ma io ero letteralmente bloccata. Volevo prendere in mano la forchetta, ma non riuscivo. Tra poche settimane, ho una cena in un ristorante. Mi viene da piangere all'idea di andarci, perchè ho il terrore che questo ricapiti. Ma sono anche certa, che così dicendo, capiterà per forza. Io non so più come 'uscirne'.
Ogni tanto nei periodi d'ansia mi capitano degli attacchi di panico, comunque leggeri. Episodi di questo tipo non mi sono mai capitati, se non dovuti al 'mangiare troppo' che mi porta a stare male, ma in questi casi se non forse nel primo episodio della pizza, io sto male perchè penso allo stare male. Almeno penso sia così. Spero di essermi spiegata bene, per quanto possibile. Sono davvero preoccupata e vorrei il parere di un esperto. Grazie davvero.

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Miglior risposta 20 OTT 2014

Cara Anonima
e' evidente che questo tuo comportamento disturbato a riguardo delle uscite in pizzeria è, allo stato attuale delle cose, il frutto di un instaurarsi di un circolo vizioso dell'ansia, dove cioè, a seguito del "primo attacco" si è poi instaurata una costante ansia di anticipazione e ansia dell'ansia che ha contribuito a quella che poi viene chiamata "fissazione del sintomo".
Ora questo sintomo che si presenta ogni volta che vai fuori a mangiare tieni presente che è all' ottanta per cento frutto di questo meccansmo (descritto sopra) dove però se si agisce sull'ansia (anche con tecniche specifiche di rilassamento) si potrà ridurre di molto.
Il venti per cento rimanente del problema va indagato in quanto le sue cause possono essere di natura intrapsichica e quindi occorre entrare in una prospettiva "dinamica" del problema cioè scoprirne il significato e le dinamiche inconsce .
Un lavoro con uno Psicoterapeuta ti porterà consapevolezza, conoscenza di te e miglioramento certo (anche risoluzione) del sintomo.
Personalmente dalle tue descrizioni, fatte nella lettera, sono propensa a pensare che il sintomo abbia fondamenta in problematiche relazionali.
Un caro saluto
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta Studio in Ravenna

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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27 OTT 2021

Buongiorno.
Sono il dott. Massimiliano Castelvedere, di Brescia. Sono tra quei professionisti che ritengono che il cambiamento personale sia un processo lungo e complicato. Purtroppo non ci sono scorciatoie percorribili e i consigli che uno psicologo potrebbe dare in una chat lasciano il tempo che trovano: non esiste la “bacchetta magica”. Per inquadrare l’eventuale problematica di un paziente serve invece una consulenza approfondita (almeno 4 sedute). A seguire, se nella consulenza si evidenzia un problema significativo, per trattarlo e cercare di risolverlo è necessaria una vera e propria psicoterapia o una psicoanalisi.
È illusorio credere che si possa fare qualcosa scrivendo in una chat, serve solo a perdere tempo e significa che non si è pronti a mettersi in discussione. Se lei è una persona veramente motivata a capirsi e a cambiare, le do la mia disponibilità per fissare un appuntamento (anche online).

Dott. Massimiliano Castelvedere Psicologo a Brescia

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20 OTT 2014

Buongiorno Anonima, il problema degli attacchi di ansia che descrivi è amplificato dalla cosiddetta "ansia anticipatoria". Questo meccanismo si instaura spesso dopo il primo (o i successivi) attacchi di panico. Probabilmente, dopo il primo attacco inatteso, inaspettato, hai fornito una 'spiegazione' disfunzionale a quell'episodio, attribuendo al mangiare insieme ad altre persone la fonte della tua ansia. Così, ogni volta che si presenta un'occasione di mangiare con altri, inizi a preoccuparti prima ancora di quella situazione: arrivi con un livello di ansia già alto e questo facilita lo scatenarsi del panico. Questa spirale va spezzata. Eventualmente indagando a livello accurato anche altri aspetti di te, il tuo carattere, la tua storia.
Ma dovresti affidarti ad uno specialista che ti aiuti. Prova a cercare qualcuno nella tua zona.
in bocca al lupo.
Maria Rita Milesi

Dr.ssa Maria Rita Milesi Psicologo a Bergamo

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20 OTT 2014

Cara Anonima,
probabilmente l' esperienza spiacevole che ha vissuto a luglio ( accompagnata da sintomi fisici che da successivo vomito) è stata poi generalizzata a situazioni sociali e sopratutto che includono il mangiare.
Visto che sono episodi avvenuti di recente, mi permetto di consigliarle di approfondire con uno psicologo - psicoterapeuta della sua città tale disagio vissuto, in quanto sta minando la sua vita non solo sociale ma anche la serenità quotidiana. Un intervento tempestivo potrebbe aiutarla ad affrontare tale momento delicato per lei.

Resto a disposizione.
Dr.ssa Roberta Fuga.
Psicologa - Psicoterapeuta cognitivo - comportamentale e Grafologa.

Dr.ssa Roberta Fuga Psicologo a Roma

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20 OTT 2014

Le crisi di ansia sono spesso come una lucina rossa che si accende x avvertirci che c'è qualcosa che non funziona bene, da controllare. La sua giovane età è fisiologicamente una fase della vita di passaggio dove non si è più bambini e non ancora adulti con tutte le paure e le incertezze di ogni momento di passaggio. Le consiglio alcuni colloqui psicologici di sostegno con terapeuti competenti in età evolutiva. Tante buone cose Dottssa Rosanna Tartarelli

Dott.ssa Rosanna Tartarelli Psicologo a Lucca

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17 OTT 2014

Cara Anonima,
non è possibile fare una diagnosi precisa della problematica che riporti sulla base di queste sole informazioni, tuttavia è molto importante il tuo vissuto rispetto a questi episodi e il tuo sentire che potrebbe derivare da un “circolo vizioso” di tipo psicologico.
Spesso le paure si creano a partire da un episodio spiacevole, che può essersi verificato sia per pura casualità che per circostanze particolari, come ad esempio il fatto di trovarsi in un particolare stato emotivo in quel momento. La scoperta delle “origini” è fondamentale per prendere consapevolezza di noi stessi e dei nostri punti deboli, tuttavia è molto importante anche agire direttamente sulla paura attuale, in modo tale da acquisire la capacità di riconoscere cosa sta avvenendo in quel momento e gestire al meglio l’evento, anche a livello emotivo.
Penso che il consulto di persona con un terapeuta della tua zona potrebbe esserti utile per avere risposte più specifiche. Le terapie cognitivo comportamentali risultano particolarmente efficaci nel trattare i problemi d’ansia. Il brutto risvolto dei circoli viziosi legati all’ansia e alle preoccupazioni, è che essi tendono ad espandersi rapidamente e a generalizzarsi a varie attività della vita quotidiana, compromettendo il benessere personale, psicologico, sociale e tanto altro. Dal momento che gli episodi si sono verificati abbastanza di recente, ti consiglio di analizzare la situazione a breve, così da poter trovare presto una risoluzione della problematica.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Francesconi

Anonimo-127163 Psicologo a Fano

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17 OTT 2014

Buongiorno gentile Signorina,
per poter efficacemente superare quanto le accade è necessario che si rivolga ad uno/a psicologo/a psicoterapeuta in presenza per poter iniziare un percorso di psicoterapia che l'aiuterà a mettere in luce cosa nasconde la sua paura.
Cordialmente
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Roma

Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Psicologo a Roma

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