Ansia nel mangiare fuori

Inviata da ly9124 · 29 ago 2017 Ansia

Buongiorno, sono una ragazza di quasi 23 anni e da qualche tempo ho un problema: non riesco a mangiare fuori casa, mi viene un nodo in gola mi si chiude lo stomaco e non mangio molto o lo faccio con grande fatica. Dopo il pasto l'ansia sparisce magicamente e digerisco tutto, quindi lo stomaco non ha problemi.
Io non sono sempre stata così, anzi. Da piccola ero inappetente, come tanti bambini, il problema dell'inappetenza si è risolto definitivamente solo con l'arrivo della pubertà, verso i 10 anni. Poi ho sempre mangiato senza problemi, anche abbondantemente. Ho sempre sofferto di allergie alimentari e di gastrite/reflusso (forse su base ansiosa questi ultimi, o dovuti alle allergie... o entrambi), ultimamente però sto bene. Tranne quando devo mangiare fuori!
E' tutto cominciato circa due anni fa, quando questi problemi si sono riacutizzati, ed è peggiorato da quando una volta ho mangiato delle patatine fritte con olio di arachidi (cosa che non mi era stata detta) e non le ho digerite. Un episodio apparentemente banale che però ha fatto scatenare il tutto. In quest'anno ci sono stati alti e bassi, addirittura mi sembrava di aver quasi risolto il mio problema. Quest'estate con le vacanze (fatte un po' controvoglia in un posto che piace solo ai miei) il problema si è riacutizzato, e ho paura che non lo risolverò mai.
Vorrei tornare a mangiare come qualche anno fa, non voglio più essere la bambina inappetente e schizzinosa di una volta. Però ogni volta che sono fuori a mangiare mi prende l'ansia di non mangiare tutto, di essere giudicata o addirittura sgridata per il poco che mangio o per il cibo sprecato..
Adesso sono single, ho paura anche di far finire una futura relazione... cioè lui mi offre la cena e io non mangio? Magari da lì a mettere in dubbio i miei sentimenti il passo è breve? Le mie relazioni precedenti sono state tutte prima dell'episodio "traumatico", l'ultima relazione è stata con un ragazzo che non amavo ma che reputavo giusto, è durata poco poi la ho conclusa io non ce la facevo più, e mi sono sentita molto inadeguata... può centrare anche questo?
Sono sempre stata molto legata al giudizio degli altri, ho sempre paura di comportarmi in qualche modo che possa sembrare ridicolo. Ah soffro pure di lieve claustrofobia, da sempre.
Devo dire che questo problema però in alcune circostanze non si presenta: a colazione fuori (forse perché la colazione è meno formale e meno abbondante, fatto sta che mangio anche le brioche enormi senza problemi.. a pranzo e cena non riesco invece), a mangiare il gelato o comunque qualcosa da passeggio, alle situazioni come le apericene in cui mi regolo io, o anche ai pasti all'aperto come le grigliate tra amici. Tutte situazioni informali, in cui non mi sento pressata e giudicata.
Forse è un po' di fobia sociale? Ho avuto anche diversi attacchi di panico. Vorrei solo qualche strategia per combattere questa cosa. E tornare serena come qualche anno fa...

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Miglior risposta 30 AGO 2017

Buongiorno, risulta evidente che il suo problema con il cibo abbia un'origine psicologica. In parte emersa dalla sua ricca descrizione della situazione. A questo punto sarebbe opportuno affrontare e risolvere il problema rivolgendosi ad uno psicologo esperto nel rapporto tra cibo e psiche. I nostri pensieri ed emozioni, infatti, influenzano il nostro rapporto con il cibo. Un trattamento psicologico mirato alla gestione delle emozioni e all'aumento dell'autostima migliorerà il suo rapporto con il cibo.
Rimango a disposizione.
Cordiali saluti,
Dr.ssa Isabella Brega

Dr.ssa Isabella Brega Psicologo a Pavia

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27 OTT 2021

Buongiorno.
Sono il dott. Massimiliano Castelvedere, di Brescia. Sono tra quei professionisti che ritengono che il cambiamento personale sia un processo lungo e complicato. Purtroppo non ci sono scorciatoie percorribili e i consigli che uno psicologo potrebbe dare in una chat lasciano il tempo che trovano: non esiste la “bacchetta magica”. Per inquadrare l’eventuale problematica di un paziente serve invece una consulenza approfondita (almeno 4 sedute). A seguire, se nella consulenza si evidenzia un problema significativo, per trattarlo e cercare di risolverlo è necessaria una vera e propria psicoterapia o una psicoanalisi.
Illudersi che si possa fare qualcosa scrivendo in una chat serve solo a perdere tempo e significa che non si è pronti a mettersi in discussione. Se lei è una persona veramente motivata a capirsi e a cambiare, le do la mia disponibilità per fissare un appuntamento (anche online).

Dott. Massimiliano Castelvedere Psicologo a Brescia

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31 AGO 2017

Buongiorno,
dal suo dettagliato racconto, mi sembra che il punto fondamentale non sia il cibo in se stesso, quanto piuttosto quanto accade intorno ad esso.
Il problema si presenta solo in situazione "formali e impegnative" dove il timore del giudizio altrui diventa estremamente importante.
La consapevolezza del disagio ed il desiderio di trovare la soluzione, sono un ottimo punto di partenza per intraprendere un percorso psicologico per comprendere le cause che lo determinano.
I miei migliori auguri
Dott.ssa Vanda Braga

Dott.ssa Braga Vanda Psicologo a Rezzato

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30 AGO 2017

Buongiorno, il problema non è tanto l'alimentazione quanto l'ansia che si accompagna al momento di mangiare. Ansia dovuta al suo timore di essere giudicata o criticata. Come se in quei momenti si aspetta che l'altro (i suoi genitori o il prossimo fidanzato) prima o poi la giudicano, cosa che probabilmente la fa sentire diversa o inadeguata. A quel punto l'ansia sale e i sintomi associati, tra cui blocco gastrointestinale rendono più difficile il pasto e a questo punto si sente in balia dei giudizi altrui. Vorrei chiederle due cose:
"Come sta quando mangia da sola?" e "Come si è sentita se in qualche circostanza ha avuto critiche o giudizi?"

Resto a sua disposizione.
Dott. Geremia Napolitano

Dott. Geremia Napolitano Psicologo a Marigliano

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30 AGO 2017

Buonasera, la sua relazione con il cibo appare dalla sua descrizione , complicata e direi anche dolorosa (allergie, disturbi) che sono arrivati a condizionare le sue scelte.
La strategia per affrontare e risolvere questo rapporto non sereno con il cibo è sicuramente uno spazio psicologico in cui poter analizzare la sua esperienza.
Il suo non è un caso raro al giorno d'oggi, da un anno infatti mi sono specializzata nella psicologia alimentare.
A disposizione per ulteriori approfondimenti. Dott..sa Sonia Chies

Dott.sa Sonia Isabella Chies Psicologo a San Gillio

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29 AGO 2017

Buonasera,
in base alla mia esperienza mi sento di dirle che questi problemi sono sempre il termometro di un malessere più intimo e spesso di natura interpersonale. La invito a pensare che la sua difficoltà non sia direttamente dovuta al mangiare fuori, alla quantità e qualità di ciò che le servono, ma al contesto allargato in cui è. Sono sicura che se si trova in un posto che le piace e con le persone con le quali si sente a suo agio e sta bene, non avrebbe nemmeno il tempo di pensare al problema. Spesso infatti si focalizza l'attenzione sul dettaglio (il cibo) e si perde così il senso del malessere più ampio. Non a caso, come lei stessa ha detto, quando era in vacanza con i suoi in un posto che non le aggradava più di tanto, il problema si è riacutizzato. La invito dunque a riflettere su cosa e chi la fa sentire a suo agio e cosa le genera stress, perché è questo il vero problema e ostacolo che dovrebbe affrontare e superare. Dovrebbe ridurre la paura di essere inadeguata o la sensazione di essere giudicata per vivere quei momenti con serenità, perché è questo a mio avviso che le manca per risolvere davvero il problema. Quando il "sintomo" riportato riguarda il cibo, il cibo in realtà non c'entra mai granché.
In bocca al lupo!
Rimango a disposizione per ulteriori informazioni.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Giovanna Susca - Bari

Dott.ssa Giovanna Susca - Psicoterapia, Psicologia dello Sport Psicologo a Barletta

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