Profumo di ricordi: Il sorprendente legame tra odori e memoria

“L’odore subito ti dice senza sbagli quel che ti serve di sapere; non ci sono parole, né notizie più precise di quelle che riceve il naso.” - Italo Calvino

14 DIC 2023 · Tempo di lettura: min.
Profumo di ricordi: Il sorprendente legame tra odori e memoria

Stai camminando per strada e veni colta da un profumo irresistibile, subito il pensiero vola al passato e i ricordi riaffiorano in maniera potente e nitida, come se prendessero vita. Abbiamo tutti fatto esperienza dell'immenso potere evocativo dei profumi ed è dimostrato come possano influire sulla memoria emotiva, tanto che studi condotti dalla Rockefeller University hanno dimostrato come il 75% delle emozioni che proviamo sono innescate proprio dagli odori.

In che modo la visione è legata ai ricordi?

L'olfatto influenza i ricordi in modi sorprendenti e tra i sensi di cui disponiamo è l'unico che si collega direttamente ai centri della memoria e a quelle strutture del cervello che sono coinvolte nell'elaborazione delle emozioni.

Questa capacità di rievocare il momento preciso nel quale una fragranza è stata codificata come ricordo prende il nome di memoria episodica olfattiva, inoltre l'esposizione alla stessa fragranza è in grado di riportare alla luce quel ricordo olfattivo come se fosse vissuto nel presente, realizzando un vero e proprio viaggio nel proprio tempo soggettivo, tramite il quale è possibile rivivere un'esperienza ormai trascorsa.

Alcuni profumi sono spesso associati a momenti particolari della nostra vita, in particolare legati all'infanzia, quando sono stati appresi per la prima volta, e un ricordo olfattivo costituisce un'istantanea. Questo fenomeno è noto come "Effetto Proust", in riferimento allo scrittore francese Marcel Proust che ha descritto l'incredibile potere evocativo degli odori nella sua opera "Alla ricerca del tempo perduto". Il famoso tempo perduto è quello del ricordo passato che, nella sua valenza soggettiva, riemerge attraverso lo stimolo sensoriale nella forma di epifanie improvvise.

Come funziona questo meccanismo?

Le molecole delle sostanze disperse nell'aria si legano ai recettori del naso che veicolano le informazioni chimiche raccolte verso il bulbo olfattivo, situato nella parte inferiore anteriore del cervello. Da qui sono poi inviate alla corteccia cerebrale, ma anche a strutture sottocorticali appartenenti al sistema limbico quali l'amigdala e l'ippocampo. La chiave per comprendere l'effetto Proust risiede proprio nella natura delle connessioni che il bulbo olfattivo intrattiene con l'amigdala e in particolare con l'ippocampo.

L'amigdala è una struttura chiave nella risposta emotiva comportamentale, è in grado di dirci se uno stimolo rappresenta una minaccia oppure no. Ha quindi la funzione di segnale d'allarme che permette all'organismo di prepararsi a fronteggiare l'emergenza. La cosiddetta risposta di sopravvivenza (LeDoux 2016) mette in campo risorse fisiologiche come l'aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, l'aumento della tensione muscolare e della pressione sanguigna, ma anche risorse emotive e cognitive che portano a sperimentare le emozioni in maniera intensa e vivida.

Dato il suo ruolo centrale nell'attivare i comportamenti di attacco/fuga, la partecipazione dell'Amigdala nell'elaborazione degli stimoli odorosi potrebbe aiutare a comprendere come mai il sistema olfattivo genera un coinvolgimento emozionale così intenso. L'ippocampo è invece un'area coinvolta nella formazione delle nuove memorie e della percezione spaziale, inoltre consente di associare emozioni ai ricordi.

Come funziona questo meccanismo?

Diversamente dagli altri sensi per i quali le terminazioni nervose attraversano prima altri centri del cervello, per poi giungere a l'ippocampo e all'amigdala, l'olfatto adotta una corsia preferenziale, più rapida e diretta che permette dunque agli odori di avere un impatto immediato sulle emozioni e sulla memoria. Si crea quindi un rapporto unico tra un odore specifico e l'esperienza emotiva che lo accompagna e in seguito se si viene esposti nuovamente a quell'odore, l'olfatto potrà richiamare ricordi dettagliati e di forte intensità emotiva.

Qual è lo scopo di tutto ciò?

Probabilmente l'evoluzione del senso dell'olfatto risale a tempi in cui era fondamentale per la sopravvivenza riconoscere l'odore di un predatore, ma anche per poter individuare fonti di cibo, i propri simili e sorgenti d'acqua. I neuroni dell'ippocampo sono anche coinvolti nell'orientamento e secondo i ricercatori l'olfatto si sarebbe sviluppato proprio per aiutare gli animali a muoversi nell'ambiente, supportando la mappatura cognitiva e la memoria spaziale.

Ma non finisce qui, l'olfatto può anche influenzare la formazione di nuovi ricordi, che quando siamo esposti a un odore specifico mentre impariamo qualcosa di nuovo, successivamente la ricordiamo meglio se nuovamente esposti a quell'odore, suggerendo che l'olfatto può essere utilizzato come un potente strumento di apprendimento e memorizzazione.

Esiste un filone di studi sul neuromarketing che esplora il modo in cui i brand e i prodotti possono essere associati a particolari fragranze. La diffusione di sostanze odorose nei negozi è utilizzata da molte aziende per suscitare reazioni emotive di apprezzamento e per aumentare il tempo di permanenza e fidelizzare i clienti.

In sintesi gli odori possono creare ricordi indelebili e intensificare l'esperienza complessiva della nostra vita, grazie alla capacità dell'olfatto di stabilire collegamenti unici tra esperienze emotive e sensoriali è possibile rievocare a distanza di molti anni ricordi di luoghi, situazioni e persone dal forte impatto affettivo, con una vividezza tale da dare l'impressione di viverli ancora una volta.

PUBBLICITÀ

Scritto da

Dott. Leandro Gentili

Bibliografia

  • Cavalieri, R. (2016). Odori e reminiscenza. Tre paragrafi sulla memoria olfattiva. In Brevi cogitazioni (pp. 80-93). Corisco Edizioni.
  • Chu, S., & Downes, J. J. (2000). Odour-evoked autobiographical memories: Psychological investigations of Proustian phenomena. Chemical senses, 25(1), 111-116.
  • Herz, R. S., Eliassen, J., Beland, S., & Souza, T. (2004). Neuroimaging evidence for the emotional potency of odor-evoked memory. Neuropsychologia, 42(3),371-378.
  • Eichenbaum H (2001) The hippocampus and declarative memory: cognitive mechanisms and neural codes. Behav Brain Res 127:199–207
  • Poo, C., Agarwal, G., Bonacchi, N. et al. Spatial maps in piriform cortex during olfactory navigation. Nature 601, 595–599 (2022)

Lascia un commento

PUBBLICITÀ

ultimi articoli su neuropsicologia

PUBBLICITÀ