“Organizzo i miei impegni in base ai suoi”: se stai facendo questo, ti stai illudendo di alimentare una relazione che non esiste

Nei miei percorsi la frase: "organizzo i miei impegni in base ai suoi" è uno dei campanelli di allarme che mi fa ipotizzare una relazione tossica. Come mai e qual è l'alternativa?

4 MAG 2022 · Tempo di lettura: min.
“Organizzo i miei impegni in base ai suoi”: se stai facendo questo, ti stai illudendo di alimentare una relazione che non esiste

Nel mio percorso "relazioni felici" in cui aiuto le persone a uscire da relazioni tossiche per recuperare leggerezza e autonomia, è una frase che sento quasi sempre.

Cosa ti spinge a organizzare le tue giornate e le tue serate in base ai suoi impegni? Perché quando lui/lei chiama, disdici sempre altri impegni e ti fiondi da lui/lei?

Lavoro prevalentemente con le donne e per questo mi sentirete parlare in questo articolo di donne che rincorrono uomini che scappano. Ci tengo a dire che però avviene anche il contrario, la mia è solo questione di prospettive.

Quando scattiamo in piedi nel momento in cui l'altro schiocca le dita, possono esserci diverse motivazioni:

  • c'è una moglie o una fidanzata di mezzo così ti chiede di adattarti ai suoi momenti liberi dall'altra;
  • ha altre priorità. Ad esempio, il lavoro;
  • si arrabbia facilmente e minaccia spesso di chiudere la relazione, così quando chiede di stare insieme scatti in piedi appena chiama e corri da lui/lei.

Le cose che hanno in comune tutte queste motivazioni è che sono frutto di una scelta: c'è una persona che sceglie di non dare priorità a un'altra, e un'altra che accetta di essere in fondo alla lista di priorità e si adatta di conseguenza.

Questo passaggio è importante perché quando si sceglie di fare qualcosa, si è anche nella condizione di smettere di farla per quanto sia difficile.

Molte/i clienti mi dicono di fare questa scelta perché temono che, iniziando a dire di no alle richieste del/la partner, l'altra persona smetta di cercarle anche in quei rari momenti.

Quello che io chiamo accontentarsi delle briciole.

In qualche modo, adattandosi completamente all'altro, ci si illude di non perdere la relazione o, comunque, di stare facendo qualcosa per tenerla in vita, nella speranza che l'altro prima o poi comprenderà quanto siamo importanti per lui/lei.

Sto per fare un paragone brutto ma che secondo me rende l'idea. Quando c'è questa situazione è come se si avesse una relazione attaccata a una macchina che la tiene in vita. Non ha possibilità di riprendersi e vivere da sola, semplicemente la si tiene in vita grazie all'impegno che ci mette una persona sola.

Quando, infatti, chiedo alla persona cosa ci sia che tiene in piedi la relazione, mi vengono citati i momenti felici passati e le speranze future ma niente di concreto nel presente se non pochi momenti sparuti e limitati che iniziano e finiscono spesso nel giro di qualche ora alla settimana.

Come si può fare per cambiare tendenza e iniziare a sganciarsi da questa dinamica tossica che, così com'è, non può far altro che peggiorare?

  • Accettando che quella relazione altro non è che una pura illusione. Qualche volta è condita da grandi promesse e da grandi dichiarazioni d'amore, che però all'atto pratico non si concretizzano in nulla. Accettare che non si sta vivendo una relazione ma l'illusione di una relazione che è stata o che potrebbe essere è il primo punto di partenza per iniziare a uscirne.
  • Accettando che l'estrema disponibilità non aiuterà l'altra persona a prendere coscienza del valore della "relazione" e di quanto l'altro sia importante, ma sortisce spesso l'effetto opposto. Infatti, il/la partner imparerà che non importa quanto chiede, quanto sparisce o quanto pretende; quando schioccherà le dita l'altra persona arriverà.
  • Iniziando lentamente a dare spazio a se stessi indipendentemente dall'altra persona. Fare cose che piacciono indipendentemente dall'altro, iniziando da quelle piccole che fanno piacere. E quando si sente la vocina che dice: "mi pesa fare tutto perchè penso sempre a lui/lei", è importante ricordare che è una vocina che spinge a fare qualcosa che non sta aiutando.

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Scritto da

Dott.ssa Luisa Fossati

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Bibliografia

  • U. Telfner (2013). Gli amori briciola. Quando le relazioni sono asciutte.
  • E.M. Secci. (2014) I narcisisti perversi e le unioni impossibili.

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Commenti 1
  • Torrano Sonia

    A me è capitato di vivere una relazione del genere nello specifico era lui che non avendo molti interessi viveva in funzione mia. Io a differenza sua ero più impegnata con il lavoro e avevo delle passioni lui pretendeva di vedermi tutti i giorni e poteva anche solo se io non gli mandavo un messaggio ogni 2-3 ore. Mi ha lasciato dai innamorato convinto che io non lo amassi. Ho cercato di fargli capire che le persone amano in maniera diversa e che è giusto rispettare la vita degli altri. Secondo me è sbagliato annullarsi per una persona ma purtroppo lui ha ingigantito il tutto e mi ha fatto passare per una che lo metteva da parte quando il mio era solo un forte senso di responsabilità nello svolgere le mie attività quotidiane. In realtà io lo amavo molto e cercavo di essere presente per lui in qualunque maniera

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