La dipendenza affettiva: caratteristiche e trattamento

La dipendenza affettiva è una condizione di cui sentiamo parlare sempre più spesso. Ma cos'è ,esattamente? Perché si sviluppa? In che modo può essere trattata?

16 FEB 2023 · Tempo di lettura: min.
La dipendenza affettiva: caratteristiche e trattamento

Nonostante la dipendenza affettiva sia una condizione relazionale di cui parlano in molti, siamo ancora lontani da una sua concettualizzazione precisa e condivisa. Esiste tuttavia una definizione, accettata dalla maggior parte dei clinici, che la descrive come un insieme di comportamenti caratterizzati da un interesse disfunzionale ed eccessivo nei confronti di uno o più partner romantici, che possono causare perdita di controllo, rinuncia ad altri interessi, e altre conseguenze negative. La dipendenza affettiva "È una forma di amore ossessiva, simbiotica e fusionale, per la quale vengono sacrificate qualsiasi forma evolutiva di cambiamento e qualunque altra forma di gratificazione" (Antonelli, 2022). L'oggetto della dipendenza non è tanto il partner, quanto la relazione stessa: il dipendente affettivo vi si dedica con anima e corpo, caricandola di aspettative irrealistiche e trascurando i propri interessi. Questo atteggiamento si accompagna spesso all'intensa paura di rimanere soli e di essere abbandonati, motivo per il quale, al termine di una relazione, si tende a ricercare ansiosamente un nuovo partner con cui impegnarsi.

Un altro aspetto (che potrebbe sembrare controintuitivo) riguarda il tipo di partner che, di solito, il dipendente affettivo sceglie: si tratta spesso di persone emotivamente distaccate, se non addirittura avvilenti o maltrattanti.

Gli effetti di questa condizione patologica sulla salute mentale di un individuo sono diversi, e vanno dalla perdita di interesse per hobby e interessi abituali, all'isolamento da relazioni che non siano quella sentimentale, a patologie di natura fisica. Per quanto riguarda la sfera psicopatologica, non è infrequente che la dipendenza affettiva si presenti in comorbilità con quadri di ansia e depressione, ma anche di fobia sociale ed altre dipendenze. Detto ciò, rimane di fondamentale importanza valutare eventuali diagnosi differenziali da altre patologie, come la sex addiction, i disturbi di personalità borderline e dipendente, l'erotomania e gli episodi di mania ed ipomania.

Ma da cosa nasce la dipendenza affettiva?

Quali sono i principali fattori di rischio per lo sviluppo di tale condizione? Le proposte sono diverse e, spesso, sovrapponibili.

La prima di esse fa riferimento alla teoria dell'attaccamento proposta da John Bowlby. L'ipotesi è che il nostro stile di attaccamento infantile possa influenzare le nostre future relazioni romantiche, e questo in base alle rappresentazioni che abbiamo di noi stessi e degli altri, dell'amore e della disponibilità di un partner. Pare che individui con uno stile di attaccamento insicuro siano più predisposti a sviluppare una dipendenza affettiva e, quindi, a vivere le relazioni romantiche in modo più disfunzionale e patologico. Se analizziamo le caratteristiche dell'attaccamento di tipo insicuro-ambivalente/resistente, ci accorgiamo di quanto assomiglino a quelle che tipicamente ritroviamo nei quadri di dipendenza affettiva: ipercontrollo nei confronti dell'altro e della relazione, accessi di gelosia, ansia, convinzione di non essere degni di amore, timore dell'abbandono, ricerca di legami simbiotici e idealizzazione dell'altro. I bambini che sviluppano questo pattern di attaccamento hanno avuto genitori presenti in modo scostante e imprevedibile, e che gli hanno trasmesso (pur se inconsapevolmente) un certo tipo di credenze, come il fatto che l'amore vada guadagnato con sacrificio e sofferenza, o che si è indegni di ricevere affetto, o che sia necessario darsi completamente all'altro per ricevere attenzioni. A causa di queste convinzioni, gli individui dipendenti affettivamente tendono a scegliere di impegnarsi con partner indisponibili, poco affettuosi, così che possano confermargli le sue credenze disfunzionali.

Un'altra ipotesi è quella che riguarda la presenza di condizioni altamente correlate tra loro: la disregolazione emotiva e i traumi infantili. Questi ultimi, infatti, possono minare lo sviluppo delle facoltà di regolazione del proprio sentire emotivo, tanto che la gestione delle proprie emozioni necessiterà di un regolatore esterno. Il dipendente affettivo utilizzerà quindi il partner per distrarsi dal dolore, per evitare la sensazione di vuoto derivante dall'abbandono e per alleviare l'angoscia derivante da stati mentali negativi.

Infine, la prospettiva neurobiologica ci spiega la dipendenza affettiva come risultato del funzionamento anomalo di alcune strutture cerebrali (per la maggior parte sovrapponibili a quelle che giocano un ruolo nelle altre forme di dipendenza). Le aree cerebrali maggiormente coinvolte sarebbero l'area tegmentale ventrale (VTA), il nucleo accumbens (NA) e la corteccia prefrontale (PFC). Alterazioni a livello di questi distretti agirebbero sui meccanismi di ricompensa e sul controllo degli impulsi.

Dipendenza affetiva

Ma come viene trattata la dipendenza affettiva?

Gli studi che prendono in considerazione l'utilizzo di psicofarmaci sono ancora scarsi ma, da recenti evidenze, pare che molecole come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, gli stabilizzatori dell'umore e gli antipsicotici possano risultare utili (e, a volte, proprio per via dei loro effetti collaterali). Tuttavia, l'efficacia del trattamento farmacologico nella dipendenza affettiva necessita di ulteriori conferme.

Per quanto riguarda invece la terapia psicologica, prenderemo qui in esame solo quella cognitivo-comportamentale (CBT), che è risultata piuttosto utile. La teoria cognitivo-comportamentale ritiene che il funzionamento di un individuo sia influenzato da schemi cognitivi che ha sviluppato nel corso della sua storia di vita. È come se fossero dei modelli mentali, delle rappresentazioni di sè e del mondo, e vengono utilizzate dalla persona per interpretare le sue esperienze e per guidare il suo comportamento. Nelle persone che soffrono di dipendenza affettiva, le credenze alla base di tali schemi cognitivi sono spesso negative, e riguardano, ad esempio, la convinzione di essere inferiori e incapaci, di non meritare amore e di essere insignificanti. La terapia cognitivo-comportamentale mira alla ristrutturazione di tali credenze, ma non solo: altri obiettivi sono il potenziamento delle risorse individuali e delle abilità sociali, lo sviluppo di abilità di autoregolazione emotiva e di senso di autostima e autoefficacia.

Si tratta, in altre parole, di modificare le proprie convinzioni su di sé e sugli altri, di imparare nuove modalità di stare nel mondo, e questo non solo per vivere in modo più sano le relazioni sentimentali ma, soprattutto, per imparare che l'amore non è dipendenza.

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Scritto da

Dott.ssa Viola Adragna

Bibliografia

  • Le dipendenze affettive. Quando amare fa male", Antonelli P., ed. Giunti, 2022

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