Il trauma relazionale precoce : cos'è e come identificarlo?

Il trauma relazionale precoce: una mancata sintonizzazione tra madre e bambino, cause e conseguenze relazionali e transgenerazionali secondo una prospettiva psicodinamica e delle relazioni oggettuali.

17 APR 2024 · Tempo di lettura: min.
Il trauma relazionale precoce : cos'è e come identificarlo?

Secondo la prospettiva psicoanalitica, nessun evento è di per sé traumatico: il trauma si innesta nella psiche dell'individuo «solo facendosi strada attraverso crepe pregresse nell'apparato psichico», usando le parole di Thanopulos. Crepe sempre presenti e necessarie per l'evoluzione dell'essere umano, dovute alle discordanze naturali tra il bisogno del neonato e la risposta di una madre sufficientemente buona, ma che possono diventare predisponenti al trauma se esse stesse sono percepite come traumatiche.

Come ci influenzano le prime esperienze traumatiche?

Tali «esperienze traumatiche precoci sono immancabilmente associate a una discontinuità molto seria nell'incontro sul piano del desiderio del bambino con la madre». Ciò significa che il soddisfacimento dei bisogni materiali non è sufficiente a garantire la formazione di una buona struttura psichica; è necessario che la madre incontri il bambino sul piano psichico e relazionale attraverso l'empatia, la rèverie, il contatto con il desiderio del figlio permettendo simbolizzazione e significazione dell'esperienza.

Se questo non avviene, se la discontinuità nella risposta al desiderio e non solo al bisogno viene assunta come unica modalità di comunicazione tra la madre ed il bambino, diventa impossibile la fissazione della rappresentazione mentale dell'appagamento del desiderio e il bambino occupa tutta la sua energia nel tentativo di arginare l'angoscia. È questo ciò che dà origine alle crepe nella psiche: una discontinuità, rappresentata da vuoti, nella costruzione della soggettività dell'individuo.

Ma gli stessi effetti traumatici possono essere indotti dal comportamento materno opposto, generando il cosiddetto trauma di seduzione. Il trauma di seduzione si verifica quando nelle primissime fasi di separazione tra il bambino e la madre, questa annulla l'autonomia del figlio volendo controllare la diversità del suo desiderio. L'investimento della madre sul figlio diventa dunque soffocante, ne invade lo spazio psichico in formazione. Questa dinamica ha generalmente radici che affondano nell'esperienza della madre come figlia; una madre-bambina che si sia sentita figlia non voluta e non accolta potrebbe proiettare il proprio bisogno di prendersi cura di sé nel figlio trasformandolo nella sua «protesi autoerotica». Questa funzione è una compensazione che si attiva in mancanza di una relazione di coppia supportiva: se mancano complicità e sostegno nel rapporto col compagno è più probabile che la madre cerchi l'appagamento nel figlio. La struttura psichica del bambino, però, è ancora in divenire, incapace di accogliere e contenere le angosce della madre, ed a ciò consegue la formazioni di quelle crepe, quei buchi nello sviluppo psichico del bambino.

Una madre fredda e distaccata può generare figli e figlie che a loro volta accudiranno allo stesso modo, o all'opposto per compensare le mancanze vissute nelle primissime fasi della propria vita. Questo pattern provoca l'avvio di una trasmissione di fragilità psichiche che predisporranno gli individui ad una vulnerabilità al trauma, oppure ad un appiattimento caratterizzato da dissociazione. Infatti, il trauma precoce in sé appartiene alla sfera dell'impensabile, e quindi indicibile. Di questo tipo di ferite di cui si è discusso, l'individuo non possiede rappresentazione. Si stabiliscono come memorie affettive inconsce che condizionano il presente e significano il passato.

Cosa sono i traumi precoci?

Lo psicoanalista Andrè Green sosteneva, tramandando di fatto il pensiero freudiano, che le esperienze vissute in una fase della vita precedente al linguaggio non potranno mai essere richiamate alla mente in forma di ricordo poiché non è stata possibile una loro iscrizione mentale; tuttavia, sostiene l'autore, la memoria pre-verbale è selettiva sulla base degli affetti: esperienze affettivamente rilevanti si instaurano nella coscienza e fanno la propria comparsa sottoforma di acting. Allo psicoanalista Thomas Ogden si deve invece la seguente affermazione:

«Il mezzo attraverso il quale traumi precoci determinano un imprinting sull'unità psiche-soma è, in parte, lo stabilirsi di un sistema di memoria dissociato, in cui i vissuti di interruzione dell'esperienza del Sé sono registrati in una forma che non può essere elaborata dall'individuo come propri pensieri, sentimenti, percezioni, e sensazioni corporee provenienti dal passato. Piuttosto pensieri impensabili, e questi sentimenti che non possono essere sentiti, irrompono nella coscienza come inspiegabili e spesso innominabili stati di paura, disperazione, solitudine e altro ancora, e nel corpo come disturbi psicosomatici».

Cosa sono i traumi precoci?

Della correlazione tra trauma e dissociazione si interessa approfonditamente Philip Bromberg. Come Ogden, anche Bromberg sostiene che la dissociazione sia una disconnessione della mente dall'unità psiche-soma dovuta ad una discontinuità nella risposta del caregiver che non è in grado di accogliere e contenere, di incontrare gli stati mentali del bambino, significandoli e restituendoglieli, confermandoli come appartenenti al suo Sé. La dissociazione diviene dunque la difesa più adatta per preservare la continuità del Sé, dove le interruzioni dell'esperienza vengono precluse alla coscienza. Il bambino svilupperà dunque un sistema di regolazione degli affetti deficitario che potrà evolvere in un'insicurezza di fondo nelle relazioni interpersonali. Tuttavia, per l'autore la dissociazione è sempre presente, anche in personalità non patologiche. Ciò che porta o meno allo sviluppo della psicopatologia sono la frequenza e l'intensità con le quali le frustrazioni nel rapporto madre-bambino si verificano. Per usare le parole di Winnicott, la madre deve essere sufficientemente buona, non perfetta, perché i momenti di non sintonizzazione, se seguiti da adeguata riparazione, consentono al bambino di autoregolarsi e di superare le frustrazioni affettive.

Riferisce il neuropsicologo Allan Schore nella sua prefazione ad un altro testo di Bromberg, L'ombra dello tsunami:

«Il punto finale dell'esperienza cronica di stati catastrofici di traumi relazionali nelle fasi precoci della vita è perciò un progressivo danneggiamento della capacità di adattarsi, intraprendere azioni difensive o agire per proprio conto; e un blocco della capacità di registrare affetti e dolore, tutti aspetti critici per la sopravvivenza».



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Scritto da

Dott.ssa Vanessa Zara

Bibliografia

  • Sarantis THANOPULOS, Fra trauma e desiderio, in «Quaderni del Centro Psicoanalitico di Roma» 3, (2009),
  • Andrè GREEN, La comunicazione degli affetti nella clinica, in Massimo AMMANITI-Nino DAZZI, Affetti, Roma-Bari, Laterza, 1997, citato da Tiziana BASTIANINI, Al di qua della simbolizzazione. Come "quei frutti che la beccata di un uccello ha fatto maturare troppo in fretta", in «Quaderni del Centro Psicoanalitico di Roma» 3, (2009).
  • Thomas H. OGDEN, Presentazione, in Russell Meares, Intimità e alienazione, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2005, 47, citato da Tiziana Bastianini.
  • Allan SCHORE, Attaccamento, trauma, dissociazione: una premessa neurobiologica, in Philip M. Bromberg, L'ombra dello Tsunami, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2012, XXXIII.

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