Il corpo sotto attacco

La teoria polivagale di Porgers, neuroscienze e abuso: come reagisce il corpo quando è aggredito? Vediamolo insieme.

14 FEB 2020 · Tempo di lettura: min.
Il corpo sotto attacco

Un comportamento sessuale non consensuale può essere espresso con diversi termini: violenza sessuale, abuso sessuale, stupro tentato o portato a termine.

Ma l'aspetto rilevante non è quale termine usare, bensì è il consenso. Nessuna attività sessuale dovrebbe avere luogo senza il libero consenso di entrambe le parti. Al momento dell'attività sessuale ci devono essere parole o azioni che indicano un accordo liberamente dato ad avere un'attività sessuale, inoltre, tale accordo, non deve essere forzato o ottenuto sotto pressione o coercizione. Dunque, non può considerarsi consenso se non è stato dato liberamente.

E quindi se uno è ubriaco e io ne approfitto? È abuso! E se è drogato? È abuso! E se ha un grave disturbo mentale? È abuso! E se lo minaccio in cambio di "favori sessuali"? È abuso! E se uso la mia posizione di potere per costringere l'altro a fare sesso con me? È abuso!

Ora vediamo cosa dicono le neuroscienze. Al momento dell'abuso, nel tentativo di proteggere la persona, il corpo innesca una serie di cambiamenti che agiscono sul sistema nervoso centrale, determinando degli effetti permanenti. Ma non voglio parlare degli effetti permanenti dell'abuso in questo articolo.

Vediamo più nel dettaglio come reagisce il nostro sistema nervoso di fronte ad una minaccia. La teoria polivagale di Porgers, che si riferisce ai molti rami del nervo vago (che connette numerosi organi interni come cervello, polmoni, cuore, stomaco e intestino), ci dice che il sistema nervoso autonomo regola 3 stati fisiologici.

Il livello di sicurezza sperimentato determina l'attivazione di uno di essi in un dato momento. Quando ci si sente minacciati, si va istintivamente a ricercare aiuto e supporto dagli altri, si attiva il nostro caro coinvolgimento sociale. In questo momento entra in gioco il nervo vago, o nel dettaglio il complesso vagale ventrale. Questo manda segnali al cuore e ai polmoni, calmando il battito cardiaco e il respiro. Ed è subito ripristinata la calma e la tranquillità.

Se però nessuno ci presta soccorso? Si innesca subito la risposta di attacco/fuga, quindi ecco che entra in gioco il sistema nervoso simpatico (che poi se vai a vedere tanto simpatico non è…). Il pericolo spegne il nostro sistema di coinvolgimento sociale, riduce la nostra responsività alla voce umana e aumenta la sensibilità ai segnali di minaccia.

Attacchiamo o fuggiamo? Dipende da molti fattori. Ma cosa succede se non riusciamo a fuggire o ad attaccare? Andiamo in congelamento o collasso (per spendere meno energia ). Si attiva così il sistema di emergenza: il complesso vagale dorsale, che interessa il diaframma, lo stomaco, il fegato, l'intestino e che riduce drasticamente il metabolismo del corpo. La risposta di collasso o di distacco viene coinvolta in circostanze estreme, come ad esempio l'immobilità fisica, come quando si è tenuti fermi dall'aggressore e non si hanno vie di scampo.

E in quel momento le altre persone cessano di esistere, così come noi stessi. La consapevolezza si spegne e possiamo non avvertire più alcun dolore fisico o emotivo…e siamo lì immobili, inerti, non presenti alla situazione. Ma come mai questi sopravvissuti agli abusi non riescono a verbalizzare l'accaduto?

L'area di Broca è il centro cerebrale corticale che presiede la nostra capacità di esprimerci attraverso la parola e si trova nel nostro lobo frontale sinistra (per intenderci, la chiamano "l'area del linguaggio"). Ebbene, nei sopravvissuti è stata riscontrata una "disattivazione" dell'area di Broca, che si "spegneva" ogni volta in cui si scatenava un flashback dell'evento traumatico.

Ma anche Shakespeare aveva capito, senza saperlo, che è difficile dar voce agli eventi traumatici:"O orrore, orrore, orrore! Né lingua né il cuore sanno concepirti o nominarti! La Rovina ha compiuto il suo capolavoro!" (in Macbeth, di Shakespeare).

(da "Guarire dal trauma" di Judith Lewis Herman, 2005)

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Scritto da

Dott.ssa Francesca Giuliano

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