Cos’è l’aporofobia?

Ci sono studi che confermano che quasi il 50% delle persone senzatetto è stato vittima di reati d'odio.

28 AGO 2018 · Tempo di lettura: min.
Cos’è l’aporofobia?

La paura, il rifiuto o la repulsione verso i poveri è più comune di quello che pensiamo. Con questo articolo cercheremo di spiegare cos'è l'aporofobia e le sue cause per poter comprendere meglio questo fenomeno così recente.

Il termine "aporofobia" è un neologismo utilizzato per la prima volta nel 2000 e che definisce la paura, il rifiuto o la repulsione verso le persone povere. 

Ci sono persone che quando vedono una persona senzatetto provano pena e compassione e cercano di aiutarla, se possono. Ce ne sono poi altre che si girano dall'altra parte, cambiano strada o fanno addirittura commenti denigratori nei confronti della persona, arrivando, in alcuni casi estremi, ad aggredirla fisicamente.

Ti sei mai chiesto cosa succederebbe se invece di arrivare gommoni pieni di migranti poveri arrivasse sulle nostre coste lo stesso numero di sceicchi arabi o di persone ricche che chiedono asilo? Credi che darebbero tanto fastidio o che verrebbero espulsi? Probabilmente no. Semplicemente i poveri vengono rifiutati, i ricchi no. Ci sono Paesi, infatti, che hanno spazi per i senzatetto non per solidarietà ma affinché non mettano in cattiva luce il paese e affinché non "disturbino" i turisti che vengono a vedere un luogo bello e pulito.

Ci sono studi che confermano che quasi il 50% delle persone senzatetto è stato vittima di reati d'odio. Purtroppo le notizie di cronaca sono fin troppo piene di reati simili.

Cosa può provocare l'aporofobia?

La situazione di emarginazione sociale che vivono i poveri causa, in molte occasioni, la sensazione che possano essere imprevedibili e, quindi, pericolosi. Le persone possono attribuire, senza nessun tipo di indizio, cattive intenzioni a un individuo povero semplicemente per il suo aspetto fisico e per la sua apparenza e, per questo motivo, si può innescare il meccanismo della paura .

Vi racconto una situazione che ho vissuto io stessa per spiegare meglio questo fenomeno: un giorno ero seduta in metro e, davanti a me, c'era una coppia di anziani, ben curata e profumata. Nella fermata successiva è entrato nel vagone un uomo con aspetto trasandato e sporco. Si è seduto davanti alla donna e lei, quasi di riflesso, ha afferrato con forza la borsa e l'ha portata verso di sé. Dopo ha bisbigliato qualcosa all'orecchio di quello che doveva essere suo marito e, insieme, si sono alzati per cambiare posto.

Dopo la paura, infatti, si presenta il rifiuto e la repulsione. Le persone che provano queste emozioni hanno poco senso della compassione e dell'empatia. Sono persone che si sentono superiori rispetto ai poveri e credono siano essi stessi responsabili della loro povertà. Attribuiscono loro caratteristiche negative come: sono pigri, pazzi, ubriaconi…Non pensano che qualsiasi persona dopo una serie di disgrazie economiche possa diventare un senzatetto, dopo una serie di disgrazie economiche. Al contrario, pensano che siano finiti in questa situazione volontariamente. Colpevolizzandoli, non si mettono nei panni della persona e pensano solamente che il la persona sia l'unica responsabile della sua situazione.

Questo è quello che può causare il rifiuto e addirittura la persecuzione dei poveri con l'obiettivo di "pulire le strade", come se stessero facendo una buona azione o, semplicemente, sentendosi in diritto di umiliare e di disprezzare qualcuno perché "inferiore" dal punto di vista economico e sociale.

Come conseguenza della crisi economica degli ultimi anni, abbiamo visto familiari, amici o conoscenti rimanere senza lavoro, senza risorse per sopravvivere. Vivere così vicino a queste situazioni e capire che possono capitare a chiunque, ha contribuito a rendere le persone più empatiche, riducendo gli effeti dell’aporofobia.

Nonostante ciò, c'è ancora molto lavoro da fare per la consapevolezza sociale e, soprattutto, per l'educazione all'empatia per non arrivare a estremi di odio e repulsione. Si tratta di un lavoro che dobbiamo fare tutti.

Se vuoi ricevere maggiori informazioni sul tema, puoi consultare il nostro elenco di professionisti esperti in psicologia degli emarginati.

Articolo di Encarni Muñoz Silva pubblicato su MundoPsicologos.com

Articolo rivisto dal dottor Matteo Monego

PUBBLICITÀ

psicologi
Scritto da

Rivisto da Matteo Monego

Il nostro comitato di esperti, composto da psicologi abilitati, si impegna a fornire informazioni e risorse accurate e affidabili. Tutte le informazioni sono supportate da evidenze scientifiche e sono contrastate per garantire la qualità dei loro contenuti.
Consulta i nostri migliori professionisti specializzati in
Lascia un commento

PUBBLICITÀ

Commenti 1
  • Giordano Loschi

    secondo me le vere motivazioni dell'aporofobia sono date dal fatto che i poveri , una volta ottenuti tutti i diritti , in un sistema partitocratico diano il voto per puro tornaconto a partiti redistributivi , anti-capitale e anti proprietà privata , proprio quei partiti che li accolgono più volentieri esattamente per questo motivo , cioè per ricomporre quella massa critica sufficente per fare una rivoluzione in stile Venezuela ed avere sempre la maggioranza nei numeri . Non è secondo me una questione di empatia , umanesimo o compassione . Lo dimostra il fatto che la quasi totalità dei cittadini dai più ricchi ai più emarginati dotano le loro abitazioni di inferriate , recinzioni , sistemi di allarme , porte blindate e quant'altro (quindi muri non certo ponti) . L'importante è creare il caos coi numeri che giustifichi una rivoluzione e il suo fine ultimo , la redistribuzione . Il tutto è più simile alla "Sindrome di Procuste" che alla Empatia / Resilienza / Carità / Altruismo . Poi posso sbagliarmi per l'amor di Dio non ho la verità in tasca ..

ultimi articoli su psicopatologie

PUBBLICITÀ