Attacchi di panico: la paura della paura

Quando la paura diviene un serio limite allo svolgimento delle più semplici attività quotidiane, conoscere l'attacco di panico è il primo modo per sconfiggerlo.

26 FEB 2015 · Tempo di lettura: min.
Attacchi di panico: la paura della paura

La leggenda racconta che il dio Pan orribile burlone, con un terribile urlo terrorizzava i passanti che disturbavano il suo sonno.

L'attacco di panico, é allo stesso modo un evento terribile sempre più diffuso, in particolare tra i giovani e le donne. Molto spesso i pazienti confondono impropriamente i sintomi generici dell'ansia con l'attacco di panico, facciamo un po' di chiarezza.

La paura é l'emozione che prepara l'organismo a fronteggiare un pericolo, la paura di per sè é un emozione normale, senza la quale affronteremmo le situazioni della vita privi della giusta attenzione.

Maggiore é la minaccia e maggiore sarà l'intensità della paura, maggiore l'imminenza della minaccia e maggiori saranno le sensazioni corporee.

Per fronteggiare un pericolo abbiamo bisogno di energia, si necessita quindi di maggiore ossigeno, di conseguenza la frequenza del respiro aumenta. Se in quel preciso momento io stessi correndo, fuggendo da un pericolo, quell'ossigeno andrebbe a compensare il mio fabbisogno energetico, ma paralizzati di fronte alla paura, l'eccessiva presenza di ossigeno nel corpo altera gli equilibri. Il risultato é la tipica sensazione di capogiro e mancamento.

Aumentando il respiro, aumenta il battito cardiaco, così nasce la tachicardia, la sensazione di oppressione nel petto. Poi le pupille si dilatano, la luce diventa accecante, la sudorazione aumenta e arriva il panico, quanti in questo stato non avrebbero una terribile paura di morire?

Ognuno di noi ha la necessità di spiegare, dare un senso alla realtà e un tale stato di attivazione fisiologica spaventa. Se il corpo e la mente non sono più sotto il nostro controllo e se attribuisco ad una tale situazione una minaccia di pericolo, cosa faccio? Evito!

Evito le situazioni dalle quali è scaturita la mia paura. E come scriveva Shakespeare in Enrico VI "l'uccello che sia stato invischiato in un cespuglio prende a dubitare, con ali tremanti , di ogni altro cespuglio che veda".

Chi sperimenta la paura diventa ipervigile, cerca di fare attenzione a tutto ciò che lo intimorisce, ma ahimè non siamo programmati per controllare tutto. Irrimediabilmente il tentativo fallisce, le situazioni ambigue verranno interpretate in maniera catastrofica, perché la minima sensazione corporea diverrà presagio di un attacco di panico imminente. Nel momento in cui si innesca questo meccanismo, si avvia un circolo vizioso difficile da scardinare.

La paura percepita diviene così la prova inconfutabile del pericolo temuto

Il singolo episodio può rimanere tale, ma in alcuni casi la paura della paura si ripresenta, il timore di sperimentare di nuovo quell'esperienza traumatica ci porta ad evitare le situazioni che ci intimoriscono , le situazioni alle quali abbiamo attribuito un significato errato e la paura può essere così pervasiva da estendersi, nei casi più complessi, a contesti diversi.

E così smetto di guidare, prima in autostrada, poi in cittá e poi smetto di prendere la metro, l'autobus, poi non vado più al cinema, ai concerti, non esco più di casa. La paura trionfa.

Non meno di due milioni di italiani soffrono di questo disturbo, un disturbo difficile da condividere, da raccontare, perché nella concezione comune la paura è prerogativa dei deboli, degli incapaci.

La paura della paura, il timore di un altro attacco di panico si può curare. Conoscere i meccanismi e le caratteristiche delle nostre paure è già un modo per scongiurarle. Quali sono le vostre?


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Scritto da

Dott.ssa Annalisa Gagliardi

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