La realtà psichica del figlio con genitori altamente conflittuali

L'aspetto significativo e con risvolti, sicuramente negativi per la salute del minore, non è generalmente la separazione in sé, bensì il tipo di relazione della coppia.

27 AGO 2019 · Tempo di lettura: min.
La realtà psichica del figlio con genitori altamente conflittuali

Come afferma il famoso studioso e clinico Minuchin, esperto di terapia familiare, «il problema di un bambino è sempre un problema familiare». E ancora: «Un bambino non va visto mai da solo, senza la presenza dei familiari».

Ne consegue che una problematica, nel minore, va considerata sempre alla luce delle dinamiche familiari.

La relazione della coppia è frequente che ignori e/o non tenga conto delle ricadute patologizzanti sul processo evolutivo del figlio che, invece, andrebbe tutelato e salvaguardato, tra l'altro sempre in termini preventivi.

Il tipo di conflitto dei genitori porta al possibile verificarsi di aspetti patologici sulla personalità del bambino, quando non addirittura a veri e propri disturbi di personalità, nei casi più gravi, con una possibile problematicità a sviluppare relazioni intime.

Danni ancora più seri possono derivare da una strumentalizzazione del figlio, ai fini della separazione della coppia coniugale, quando viene usato come "trofeo di guerra”.

La maturità e la necessaria consapevolezza che si presume possa e debba essere presente nell'adulto che si separa, dovrebbe portare alla nascita e/o ad un'alleanza della coppia genitoriale, in virtù del bene maggiore del figlio. Il conflitto dovrebbe riguardare solo la coppia coniugale, e salvaguardare la comunicazione e la relazione per l'interesse superiore del minore.

Altro aspetto importante in una separazione è il tipo di comunicazione da adottare, per rendere partecipe il figlio di quanto si verificherà, tenuto presente che, per lui, è comunque un trauma quello che si troverà ad affrontare! Per "trauma" s'intende una rottura nella continuità dell'essere.

È particolarmente importante non portare avanti una situazione altamente conflittuale, pensando che questo possa essere un bene per il figlio. In realtà, il ben/essere del figlio viene salvaguardato se lo si toglie da una realtà ambigua, ambivalente e/o poco chiara che, in ogni caso, lui percepisce come non sana, alterata e non serena: una realtà che non sarà in grado di elaborare correttamente da solo, portando anche a sensi di colpa!

Nella mia personale esperienza clinica ho visto ben pochi genitori responsabili, mettersi in discussione e venire da me, per apprendere come comunicare ai figli la decisione di separarsi. In questo senso, auspico che s'amplifichi questa consapevolezza e questo senso di responsabilità verso i figli, veri esseri indifesi e fragili in queste situazioni. Esistono modalità adeguate a seconda della loro età, in vista del cambiamento, che nulla tolga, anzi confermi, il ruolo genitoriale ed il mantenimento ai "loro occhi" di una realtà d'amore, con attenzione e cura inalterati da parte dei genitori che saranno e rimarranno per lui/lei/loro sempre tali ed "uniti" come una "cabina di regia".

Diventa quindi importante stabilire degli accordi tra i partner in via di separazione, su cosa dire e soprattutto su cosa i figli si attendono che loro dicano, per prevenire e anticipare quesiti, dubbi, timori, ansie, anche con l'eventuale aiuto di "simulate" con il terapeuta, prima d'agire con il figlio.

Per un figlio che si trova ad affrontare una realtà di separazione dei propri genitori, diventa molto importante la coerenza di questi: dire quello che si fa e fare quello che si dice, e mantenersi, possibilmente, un modello valido come uomo e/o donna, nel rispetto dell'altro, in cui può essere inclusa l'incompatibilità a continuare a condividere una vita coniugale.

Articolo della Dott.ssa Ambra Filippelli, iscritta all'Ordine degli Psicologi del Lazio.

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Scritto da

Dott.ssa Ambra Filippelli

La Dott.ssa Ambra Filippelli offre attività di diagnosi, prevenzione, abilitazione, riabilitazione, sostegno per disturbi dell’alimentazione, dipendenze, disturbi d’ansia (attacchi di panico, fobie, ossessioni), disturbi dell’umore (depressione, etc.), sostegno a famiglia e anziani.

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