Vorrei un consiglio per mio di figlio 29 anni

Buongiorno. Suo figlio, da quello che leggo, potrebbe essere un po' depresso. Può trattarsi di una depressione reattiva, ossia causata da qualcosa che lo ha colpito emotivamente. La separazione, se ben gestita, non dovrebbe condurre ad una cosa del genere. Di sicuro è un evento che, a volte, viene vissuto dai figli con senso di colpa, come se la causa fossero loro, ma la reazione ed i problemi psicologici che ne conseguono, solitamente si manifestano quasi subito dopo, non dopo 16 anni. Credo dovreste parlare con lui, per capire cos'abbia determinato questo suo cambiamento nei rapporti con se stesso e con gli altri. A volte non si ha il coraggio di parlare, per paura di essere giudicati, o non capiti. I suoi genitori devono essere il suo punto di riferimento e le persone da cui ricevere sostegno ed ascolto. Spero di esserle stata utile. Un abbraccio.

Buongiorno Faber58,
Ho letto con attenzione le sue parole di genitore preoccupato. Suo figlio sta sicuramente un periodo difficile che gli impedisce di aprirsi e comunicare il suo dolore e sofferenza. La sua preoccupazione dimostra che siete genitori presenti e attenti. Quello che potete fare con vostro figlio è chiedergli se ha bisogno di aiuto e se qualora fosse accompagnarlo anche in questo percorso per aiutarlo.
Resto a disposizione anche telefonicamente
Un saluto
Dr.ssa Cecilia Cicchetti

Gentile Faber,
capisco la preoccupazione nel vedere vostro figlio in questo stato e comprendo anche il senso di colpa per l'eventualità di essere "causa" di questa situazione. Un genitore è sempre preoccupato per un figlio, anche quando ormai è grande.
Il suo istinto paterno le sta facendo percepire che. forse, suo figlio ha bisogno di un aiuto per affrontare un problema, una difficoltà o un momento di crisi, ma questo la mette in difficoltà, perché non sa bene come agire, cosa consigliargli o perché magari questa situazione fa stare male anche lei.
Proprio per questo mi trovo spesso a ricevere richieste di aiuto che non provengono direttamente dalla persona interessata, ma da altri, come genitori, parenti o partner.
In tutti questi casi si parla appunto di “consulenza indiretta”, infatti il destinatario dell’intervento pur non essendo presente, beneficia lo stesso dell'aiuto attraverso un’altra persona o altre persone, ad esempio i genitori che richiedono una consulenza per delle difficoltà con il figlio.
Pertanto il mio suggerimento è quello di richiedere lei una consulenza, per divenire un utile supporto per le eventuali difficoltà di suo figlio o, magari, di valutare la possibilità che sia lui stesso, in prima persona, a richiedere un supporto psicologico.
Spero di esserle stata utile e resto a sua disposizione per un'eventuale consulenza psicologica, anche online.
Un saluto.
Dott.ssa Deborah De Luca

Buongiorno signora
Penso che suo figlio avrebbe bisogno di un percorso di psicoterapia.
Per superare i suoi problemi, di apatia, indecisione ecc.
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma