Voglio uscire da questo pantano

Inviata da ac1927 · 23 nov 2023 Autorealizzazione e orientamento personale

Cari Dottori,
mi espongo qui a seguito dell'ennesima giornata negativa. Cerco dei pareri da chi si muove sul campo tutti i giorni, perché mi sento davvero lasciato solo e male assistito.

Ho 32 anni e in passato (tra i 19 e i 23 anni) ho sofferto di forme d'ansia curate con psicoterapia e psichiatria. Avevo ripreso in mano la mia vita per diversi anni grazie anche a una cura con citalopram (10 gocce al giorno), che è durata 8 anni (dal 2015 a maggio di quest'anno). Mi sono realizzato, ho terminato gli studi, ho tessuto una rete sociale di amicizie con cui mi trovo bene, ho acceso un mutuo e comprato un piccolo appartamento, ho un lavoro che (a parte adesso in cui purtroppo sono apatico) mi piacerebbe anche.
Quest'anno a fine aprile, di punto in bianco, ho iniziato a soffrire di ossessioni aggressive che non riuscivo a togliermi dalla testa pur non volendole avere. Queste ossessioni riguardavano la cosa più cara che ho, la mia famiglia, e per un certo periodo hanno rovinato il mio modo di stare in famiglia. Ho iniziato così una terapia cognitivo comportamentale online (a maggio) e nel frattempo, rivolgendomi al reparto di psichiatria da cui ero stato in cura anni fa, mi è stato sostituito il citalopram con 200 mg di fluvoxamina (assumo questo dosaggio da un mese).

Purtroppo quest'estate la situazione non solo non è migliorata, ma è pure peggiorata. Ero in un umore molto basso e leggendo per puro caso un articolo nel quale si raccontava di un cantante che si era sciaguratamente tolto la vita, mi sono sentito molto male perché le immagini intrusive hanno iniziato a riguardare me. Quei pensieri erano egodistonici, prima di quel momento mai avevo pensato a una cosa simile, ma hanno come attivato in me il terrore della morte e della fine. Mi sono sentito vulnerabile e in pericolo (pur non essendolo) e questa immagine di me mi ha accompagnato per settimane, con i risvolti sull'umore e la psiche che potete ben immaginare. Mi immaginavo scene in cui perdevo il controllo e mi gettavo dal balcone o sotto i binari di un treno e le sentivo come pericolose per me. Insomma, mi sono sentito per settimane (mesi) un condannato a morte, pur non essendolo.

Vengo da mesi in cui queste immagini mi hanno stressato e dilaniato e in cui però io ho continuato a fare la mia vita. Fluvoxamina sta avendo il "merito" di aver fatto diminuire le immagini intrusive, ma nel momento in cui ho iniziato a non averle più, sono stato pervaso da un senso di apatia e mancanza di piacere, come se il cervello in verità non si fosse ripreso da questo mio senso di frustrante fine. Non riesco a passare oltre e da settimane avverto come un senso di apatia e anedonia che tutti i giorni mi fanno piangere e non vivere la mia vita come vorrei. E' come se il mio cervello si fosse inceppato e mi facesse sentire "finito". Io lotto contro questo sentimento, io so cosa vuol dire la vita, e non è questa. Sono alla ricerca delle mie emozioni positive, che mi facevano provare piacere nello stare in società, nel viaggiare, nel voler conoscere una ragazza e passarci dei bei momenti insieme. L'altro giorno ero in stazione ferroviaria e sono scoppiato a piangere nel vedere gli altri immersi nella loro vita, me li immaginavo felici e soddisfatti della loro giornata, e io mi chiedevo perché io non riuscissi più a vivere quel tipo di emozioni.
Mi sento come bloccato, come se quella paura della morte e della fine che le intrusioni mi hanno causato per mesi mi sia rimasta incastrata nel cervello e non mi faccia vedere il senso bello e vero delle cose.

Vi chiedo come poter agire in questa situazione. Gli psichiatri a cui mi sono rivolto mi hanno lasciato una pessima impressione, neanche un sorriso o una parola di conforto, ma solo fredde diagnosi e prescrizioni. La psicoterapeuta per carità, è brava, ma progressi ad ora zero. Mi sento come traumatizzato da questo periodo, come se io razionalmente volessi ripartire, ma il mio cervello mi dicesse che non ce la fa, che io gli ho "insegnato" che era tutto finito e ora "pago dazio". Non è vero che la vita non ha senso, io l'ho visto che invece ce l'ha, li ho vissuti degli anni così, e allora perché in questo momento la mia mente prova a farmi credere il contrario?

Mentre scrivo queste righe piango di disperazione e di speranza. Sapete qual è il mio obiettivo? Vivere qualcosa e dire sinceramente "Che bello". Ogni volta che ci penso, scoppio in lacrime come uno scemo.

Io ritengo che la mia psicoterapeuta non stia cogliendo il punto in terapia.

Cerco aiuto, lo voglio davvero anche se sono stanco ed esausto, direi esaurito. Ho bisogno di forze. Si può uscirne?

Vi ringrazio anche solo per una parola di conforto e incoraggiamento, oltre che per qualche eventuale consiglio o indirizzo terapeutico alternativo

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