Università, depressione e paure

Inviata da Mattia · 28 ott 2016 Orientamento scolastico

Buongiorno. Sono al primo anno di università e le cose non vanno tanto bene. Non riesco a trovare la motivazione per studiare, non ho voglia di fare nulla e questo mi fa stare male. Non ho mai avuto problemi a studiare tanto, sin da quando ero piccolo ma adesso non me ne capacito. Forse ho sbagliato corso, però gli unici a cui posso andare (in molti si sono già svolti i test) non mi attirano minimamente. Non vado alle lezioni ma cerco di studiare da casa seguendo delle video lezioni su youtube ma vado molto a rilento. Mio padre dice che probabilmente dovrei cambiare, che il mio stato d'animo e la mia svogliatezza sono campanelli d'allarme, e visto che nulla mi attira, almeno per qualcosa di più semplice ma non riesco a decidermi. Ho scelto la facoltà di matematica ma forse avrei dovuto fare economia: premetto che di economia non mi ero mai interessato ma, essendo meno difficile di matematica e garantendo più sbocchi, forse sarei più motivato a studiare. Ora non ho molte alternative: le facoltà umanistiche mi annoiano, fisica è praticamente la stessa cosa, ingegneria idem, gli indirizzi sanitari o economici o quelli affini come biologia sono tutti chiusi, e quindi non so cosa fare. Al liceo studiavo tutto, anche se non mi piaceva, per dovere e avevo ottimi risultati, adesso non riesco a buttare giù l'amaro boccone. A fine giornata ho studiato poco e l'idea di aver perso tempo mi terrorizza come anche l'idea di perdere i miei genitori (che amo più di tutto al mondo), ma almeno prima riuscivo a non pensarci. Mi viene voglia di piangere ma non ci riesco. Per andare a economia dovrei aspettare un anno, e quindi perdere del tempo e l'abitudine allo studio maturata in 5 anni di liceo. So che a economia c'è della matematica, ma è infinitamente più semplice di quella che sto affrontando ora e magari riuscirei a ritagliarmi del tempo per altre attività: mens sana in corpore sano dicevano gli antichi, ed è probabilmente vero, ma non sento di meritarmi altri piaceri visto che non riesco a fare il mio dovere. Al liceo facevo sport, avevo vari passatempi, ora non più: spesso penso al passato guardando com’era bello, soprattutto quando ero piccolo e non avevo pensieri tristi come la perdita dei miei genitori. So che non ci si può crogiolare nel passato ma non riesco a smettere. Vorrei provare a passare almeno analisi 1, in modo che possano convalidarmi l'esame per economia ma anche qui, temo di stare mitizzando questa facoltà. E se una volta iscritto scopro che non mi piace? Al liceo non avevo nessuna passione in particolare: uscivo di casa, andavo a scuola, tornavo, pranzavo, a volte andavo a fare sport e poi giù a studiare 5-6 ore al giorno. Ora non riesco a darmi degli obiettivi. Tutti mi dicono che la vita universitaria è bella ma per me è un inferno e ancora non è arrivata la mia prima sessione d'esame! Ciò che voglio in futuro è un lavoro stabile, vicino ai miei affetti, che mi permetta di avere una famiglia ma altro non so. Ho una bella famiglia, ottimi amici, sono in salute e perciò dovrei essere felice ma non ci riesco! Voglio uscire da questa situazione ma non so come fare.

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Miglior risposta 29 OTT 2016

Gentile Mattia,
il passaggio dalle scuole superiori all'universitá per molti ragazzi e ragazze della tua etá non è semplice, perché implica diversi cambiamenti: una nuova cittá, forse lontana da famiglia e amici di un tempo, una nuova routine con ritmi diversi da quelli della scuola superiore, nuove materie da studiare, un nuovo metodo di studio... per alcuni non è facile adattarsi fin da subito e forse questo è anche ció che sta succedendo a te. Se poi aggiungiamo che magari hai scelto una facoltá difficile in cui non ti trovi bene e ne avresti preferita un'altra a te piú congeniale, comprendo che le difficoltá aumentano e il tuo stato d'animo ne risente.
Come prima cosa ti consiglierei di andare a seguire qualche corso all'universitá: studiare da casa puó diminuire la tua concentrazione e crearti qualche difficoltá in piú a raggiungere gli obiettivi. Fai come se tu fossi ancora alle superiori: quando eri alle superiori andavi a scuola la mattina e facevi i compiti a casa al pomeriggio. Prova a fare altrettanto adesso. Potresti pensare di concentrarti a seguire i corsi di matematica che sono piú affini ad economia per quest'anno, in modo tale che se l'anno prossimo cambi facoltá e ti iscrivi a economia, ti verrá riconosciuto qualche esame.
Alla tua domanda: "E se una volta iscritto a economia scopro che non mi piace?" rispondo: intanto fai un passo alla volta. Concentrati per adesso a capire cosa puoi fare quest'anno, poi se la tua facoltá attuale non ti soddisfa, prova a cambiare l'anno prossimo. Purtroppo non possiamo sapere in anticipo se una cosa ci piacerá o no. Quello che posso dirti è che conosco alcune persone che sono passate da ingegneria a economia oppure da matematica a economia trovandosi bene a economia, perché le materie non sono cosí rompicapo come i teoremi e le dimostrazioni che ci sono da studiare a matematica. Inoltre economia ha vari indirizzi, alcuni sono piú orientati sulle normative, leggi e diritti (percorso economia e commercio), altre sono piú orientate in materie quantitative (percorso banca e finanza) ed altre ancora sono piú discorsive con aspetti umanistici (marketing ed economia aziendale). Una volta che sei dentro a economia, se un ramo non ti piace, sará anche piú semplice spostarsi da un settore all'altro, piú semplice che non spostarsi da una facoltá all'altra. Inoltre non è la fine del mondo se si perde del tempo in una facoltá che non fa per noi, hai tutta la vita davanti a te per provare e vedere cosa ti puó piacere, molti ragazzi ci sono passati.
Potresti anche pensare di frequentare in quest'anno anche qualche corso a economia, per farti un'idea e vedere com'è. Sai che c'è la possibilitá di frequentare qualche corso come uditore senza cioé necessariamente essere iscritto a quella facoltá? informati presso la tua universitá sulla possibilitá di frequentare dei corsi ad economia come uditore.
Puó darsi che questa tua poca voglia di studiare adesso sia legata proprio al fatto di aver scelto una facoltá che non ti piace e non fa per te, quindi si tratta solo di capire cosa ti puó piacere e poi rivolgersi a quell'ambito. Per questo ti ribadisco la necessitá di prenderti quest'anno per comprendere cosa ti possono offrire altri corsi di studio e vedere se ti possono piacere.
Frequentare i corsi poi ti permetterá di conoscere i tuoi coetanei, e magari organizzare qualche uscita con loro oltre che qualche sessione di studio: questo ti servirá a rilassarti e auspicabilmente a vedere la tua situazione un po' meno come un inferno.
Se la tua cittá universitaria ti porta a stare lontano dalla tua famiglia e amici, cerca comunque di mantenere i contatti con loro quanto piú possibile.
Per il resto se senti che non riesci a superare questa situazione da solo, ti consiglio di parlarne con uno/a psicologo/a della tua zona. Considera che tante universitá mettono a disposizione anche un servizio di assistenza psicologica gratuito per gli studenti iscritti. Puoi informarti su tale servizio presso la tua universitá.
Ti auguro tutto il meglio e rimango a disposizione per ulteriori domande.

Cordiali saluti,

dott.ssa Elisa Canossa, psicologa psicoterapeuta a Padova e Sustinente (MN)

Dott.ssa Elisa Canossa Psicologo a Sustinente

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31 OTT 2016

Caro Mattia, il tuo è un momento di crisi abbastanza normale. Stai diventando grande e più autonomo. A me sembra che il tuo sentimento prevalente sia il peso della responsabilità di non dover deludere i tuoi genitori. Io ti consiglio innanzi tutto (come dici tu, mens sana in corpore sano), di praticare uno sport. Andare in palestra ad esempio alle19la sera non toglie tempo al tuo studio (quanto riusciresti a studiare prima di cena?). L'attività fisica stimola la produzione di serotonina e dopamina, ciò vuol dire che aumenterà il tuo umore e ti farà vedere tutto più positivamente; fa bene al corpo e alla mente.un altro consiglio è quello di porti dei piccoli obbiettivi a breve termine e realisticamente raggiungibili. Esempio:analisi1.quanto dovrei studiare per farlo bene?tre ore al giorno?bene potrei fare 50pagine al giorno! Sono solo esempi banali però quello che voglio dirti è prova ad organizzare a grandi linee la tua giornata, dai delle priorità alle tue attività ma non negarti il piacere di una pizza con gli amici o andare in palestra o qualsiasi altra cosa ti piaccia fare. Vedrai che troverai il tempo per fare tutto. Se da solo non riesci rivolgiti ad uno psicologo della tua zona,ti aiuterà a capire qualcosa in più su te stesso e prenderai la giusta decisione.
Buona fortuna

Dott.ssa Francesca Denaro Psicologo a Prato

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31 OTT 2016

Gentile Mattia,
ho letto con attenzione la sua lunga lettera e la ringrazio per aver voluto condividere i suoi vissuti, nei quali si vede la sofferenza che prova in questo momento.
Spesso il passaggio all'università è complicato, proprio perché richiede di cambiare prospettiva su di sé e su ciò che si fa. Da quanto dice, però, per lei c'è di più, ovvero la paura di perdere tempo e mi sembra che proprio l'aspetto del tempo sia centrale in ciò che racconta: il tempo dello studio, il timore per il "tempo perso", il ricordo di un "tempo passato".
Come le ha detto suo padre, la svogliatezza che vive potrebbe essere un punto di partenza - non so se parlerei di campanello d'allarme, forse più di segnale da ascoltare - per capire ciò che sta vivendo e da lì costruire nuove strade che, in questo momento, le sembra magari che siano difficili perfino da immaginare.
Potrebbe valutare anche di rivolersi a un professionista che la aiuti proprio in questo percorso di esplorazione e cambiamento.

Spero di esserle stato d'aiuto

Alessandro Busi

Dott. Alessandro Busi Psicologo a Padova

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31 OTT 2016

Caro Mattia,
l'approccio con l'università può non essere semplice: i ritmi e le scadenze sono molto diversi senza contare che anche il proprio ruolo come studente cambia, risulta in un certo senso piú "libero", di scegliere come di gestire il proprio tempo. Questo puó non essere facile. Mi pare di capire che il grosso interrogativo per lei sia quello di riuscire a capire cosa vorrebbe fare e cosa la interessa maggiormente. Mi chiedo anche se tutta la pressione che sente a proposito non abbia a che fare con il timore di deludere i suoi genitori, che per lei evidentemente rappresentano un forte punto di riferimento.
Io la inviterei a dedicarsi del tempo e la possibilità di riflettere rispetto a queste questioni con l'aiuto di un terapeuta nella sua città, che possa aiutarla a fare un po' di chiarezza.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,

Annalisa Anni
Psicologa Psicoterapeuta Padova

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31 OTT 2016

Caro Mattia,
l'approccio con l'università può non essere semplice: i ritmi e le scadenze sono molto diversi senza contare che anche il proprio ruolo come studente cambia, risulta in un certo senso piú "libero", di scegliere come di gestire il proprio tempo. Questo puó non essere facile. Mi pare di capire che il grosso interrogativo per lei sia quello di riuscire a capire cosa vorrebbe fare e cosa la interessa maggiormente. Mi chiedo anche se tutta la pressione che sente a proposito non abbia a che fare con il timore di deludere i suoi genitori, che per lei evidentemente rappresentano un forte punto di riferimento.
Io la inviterei a dedicarsi del tempo e la possibilità di riflettere rispetto a queste questioni con l'aiuto di un terapeuta nella sua città, che possa aiutarla a fare un po' di chiarezza.
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Annalisa Anni
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29 OTT 2016

Gentile Mattia,
come ti è stato già detto, il passaggio dalle superiori all'Università può comportare una fase temporanea di disorientamento specie se in precedenza non si avevano le idee chiare sulla scelta della facoltà.
Se hai scelto matematica che in genere è la bestia nera degli studenti, presumo che già al liceo eri portato per questa materia ma se adesso ti stai accorgendo di avere qualche difficoltà e vuoi cambiare per economia non è la fine del mondo soprattutto se riesci a recuperare qualche esame che ti può essere convalidato.
Vorrei inoltre dirti che il cervello ha normalmente una buona capacità di adattamento e si serve di un meccanismo conosciuto come "correzione della dissonanza cognitiva" per cui, impegnandosi in qualche cosa che all'inizio non piace e riuscendo ad ottenere dei risultati positivi, poi quella stessa cosa finisce anche per piacere.
E' come dire che quando ci si impegna si può fare qualsiasi cosa anche se ovviamente è preferibile fare qualcosa che già ci piace.
Piuttosto mi sembra che tu abbia, oltre a qualche piccolo problema di insicurezza e di autostima anche dei problemi relativi al tono dell'umore nel rimpiangere il passato e rattristarti molto all'idea della perdita dei tuoi cari che riguarda presumibilmente un lontano futuro.
Ti suggerisco perciò di preferire l'agire e l'impegnarti nelle cose da fare (anzichè non far nulla) e di ritagliarti anche uno spazio per coltivare relazioni sociali e sentimentali.
Se da solo, dopo aver provato, ti accorgi di non farcela a superare questo periodo di calo, può essere opportuno farti aiutare da un professionista in un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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28 OTT 2016

Caro Mattia, il passaggio scuola- università è un naturale momento di crisi: si passa da avere delle guide a doversi autogestire, dall' avere la parcellizzazione dello studio organizzata dai docenti a doversi gestire corsi da seguire e studio di più moduli contemporaneamente. Inoltre non avendo mai manifestato particolari interessi per un ambito in particolare, ogni scelta sarà portata avanti in modo freddo e asettico, senza alcuna passione. Considerando che un giorno dovrai lavorare almeno 8 ore al giorno per 5 o più giorni a settimana in un luogo, sarebbe molto più saggio trovare qualcosa che veramente ci dà piacere perché lo studio è poca cosa rispetto a ciò che potrebbe diventare un lavoro frustrante in termini emotivi. Ad ogni crisi segue una possibile crescita, se la sappiamo usare in modo costruttivo. Ti converrebbe uscire e cercare di divertirti perché la clausura e il senso di colpa non miglioreranno le cose anzi finiranno per peggiorare le cose, considerando che già manifesti sintomi depressivi. Non hai chiarito se per studiare ti sei distaccato dalla tua casa e dai tuoi genitori, in questo caso il tutto è ulteriormente amplificato dalla separazione dal proprio ambiente. Cerca un pò il termine "RESILIENZA", apprendine bene il significato e trova un modo per metterla in pratica. SE dovessi accorgerti che passa il tempo e da solo non riesci a trovare la strada per ricominciare, rivolgiti ad uno psicoterapeuta sistemico-strategico della tua zona

Saluti
Dr.ssa Simona Coscarella
Psicologa-Psicoterapeuta Cosenza

Dr.ssa Simona Coscarella - Studio di Psicoterapie Brevi Strategiche Psicologo a Cosenza

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