RABBIA, PAURA, ANSIA E DEPRESSIONE

Inviata da tormento_ · 26 giu 2023 Ansia

Ho NECESSITÀ che rispondiate. Ho superato i trent'anni e secondo me non ho capito ancora cosa o chi io voglia essere. Siccome penso possa essere utile premetto che non ho un dialogo coi miei familiari (a differenza di altre persone che conosco) e questo credo nel tempo abbia influito negativamente sullo sviluppo del mio carattere. Quindi per varie motivazioni non parlo con mia madre e non parlo neanche con mio padre, anche se con la prima le distanze sono abissali. Attualmente sono disoccupato e sto cercando un nuovo lavoro (qualsiasi: non ho pretese). Il vecchio lavoro - molto pesante e poco soddisfacente - mi ha consentito di essere indipendente ma non mi ha dato le possibilità economiche per staccarmi dalla famiglia e il fatto di stare ancora a casa coi miei (cosa che non mi sembra normale per la mia età ...) aumenta vertiginosamente il mio disagio. Inoltre ho momentaneamente smesso di studiare a un passo dalla laurea magistrale poiché ho la convinzione che quasi sicuramente questo secondo titolo non mi sarà utile a trovare un lavoro che mi piace. Fatico perciò a trovare gli stimoli per iniziare nuovamente a preparare gli ultimi esami. Da quanto detto finora credo derivino le prime frustrazioni: più di dieci anni in università per accorgermi di questo? Eh sì ... pare proprio di sì! Ho studiato discipline scientifiche perché semplicemente "mi piaceva di studiare", e premetto che per completare la prima laurea ho impiegato più del doppio dei tre anni stabiliti, cosa anche questa che non mi sembra normale e neppure giustificabile solamente con una buona votazione finale. Spesse volte mia madre già nei primi anni di università mi diceva che dovevo lasciar perdere poiché quelle materie erano troppo complicate per me e a sua detta faticavo troppo. In alcune occasioni è arrivata a darmi dell' "handicappato": magari non con cattiveria poiché credo neanche sappia come gestire le emozioni, ma credo che nel mio cervello queste cose abbiano avuto un peso .... Per arricchire di elementi il quadro su questa figura genitoriale vi do altri elementi: durante le scuole medie quando presi "ottimo" a fine anno scolastico mia madre disse che secondo lei non lo meritavo (giudicando il lavoro dell'insegante e neanche avendo competenze per farlo). Tornando indietro nel tempo, quando ero piccolo, di fronte ad un falegname che faticava a scrivere su un pezzo di carta lei mi disse "studia, o nella vita dovrai fare questo" (forse nella sua mente il lavoro di un falegname vale meno di quello di un libero professionista quale un medico o un avvocato ...). Non ho un dialogo con lei e non mi interessa di averlo poiché anche se in buona fede è una persona che risulta molto offensiva. Oltre questo i miei pensieri mi fanno sentire sempre in dubbio sulle mie capacità. All'inizio del liceo pensavo che non sarei stato in grado di terminare quel percorso. All'inizio della prima laurea pensavo che non sarei stato in grado di terminare quel percorso. Durante le prime attività lavorative pensavo che non sarei stato in grado di compiere le mansioni assegnate. Adesso penso di non avere le carte in tavola per completare la seconda laurea. Perché? Possibile che i "successi" (metto fra parentesi poiché comunque dubito lo siano ...) precedenti non abbiano in alcun modo fatto crescere l'autostima? Penso in continuazione che gli altri stiano un passo avanti a me e mi domando come fanno ad essere più spigliati. Faccio un esempio: c'è chi tranquillamente avendo poche conoscenze di programmi di informatica si mette lì e diventa abile nell'utilizzo. Io posso anche riuscirci, ma tremo e abbasso gli occhi davanti ad una condizione che mi porta fuori dalla zona di agio (questo da quando sono piccolo, e quindi non parliamo di condizioni emotive nuove ...) e ci metto molto a fare ciò che gli altri fanno in poco tempo. Basti pensare che sono molto lento a leggere un articolo scientifico pur parlando molto fluentemente in inglese: come fanno quindi altri colleghi universitari a leggere in poco tempo magari avendo anche una conoscenza della lingua minore della mia? Sono troppo minuzioso e quindi mi perdo nei dettagli …? Alcune persone che hanno studiato con me adesso sono arrivate ad alti livelli in istituti di ricerca di rilevanza internazionale (parliamo anche di Oxford o Cambridge ...) e io già so che sia per un fatto di età, sia per le mie capacità limitate non arriverò mai ad alti livelli come loro. Resto inoltre allibito quando leggo di persone che hanno più lauree, altre specializzazioni, centinaia di pubblicazioni: mi sembrano extra terrestri, inarrivabili. Gli elementi che vi ho riportato mi fa sentire una nullità. Andando avanti con lavori a tempo determinato ho mille paure di rimanere senza un soldo ... Non vivo una buona condizione, oramai dovrebbe essere chiaro. Non sorrido e molte volte ho lo sguardo basso. Sto sempre cupo in volto. Non mi interessa di costruire una famiglia poiché non so cosa potrei ipoteticamente garantire … Credo che paura, rabbia e frustrazioni crescenti siano i termini che più aiutino a descrivere la mia condizione. Paura di non farcela a superare uno scoglio e di dovermi mettere a fare un lavoro qualunque pur di sopravvivere, frustrazione per chi nella vita è riuscito ad arrivare più in alto di me e per non aver ancora trovato la mia strada nonostante l’età, rabbia per non essere ancora totalmente indipendente. Sicuramente mi consiglierete di rivolgermi ad uno specialista, ma ancor più mi preme sapere le considerazioni di voi addetti ai lavori. Vi ringrazio tanto in anticipo.

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Miglior risposta 27 GIU 2023

Buonasera signore (mi rifiuto di chiamarla tormento),
forse una risposta se l'è già data: avrebbe davvero bisogno di un sostegno in un momento del genere. Sostegno volto a potenziare le sue risorse, che lei HA ma non sa di avere, ma anche rivolto a gestire le emozioni nei confronti dei suoi familiari, la mamma soprattutto. Leggendo la sua lunga descrizione, non le nascondo che ho avvertito anch'io "rabbia, paura, ansia, depressione"... forse più rabbia e paura, e quasi tutto in "apnea", quasi non riuscivo a respirare. Credo che debba affidarsi ad un bravo collega, prendersi il tempo per "respirare " di nuovo; per poter ritrovare quegli stimoli, ad es. per completare gli studi, che in questo momento sono inibiti da questa eccessiva focalizzazione su ciò che non è andato per il verso giusto (e
che le fanno mettere le virgolette ai suoi meritati successi). Spero davvero che possa trovare il suo posto e sentirsi "visto".
Dott. Marco Mangione

Dott. Marco Mangione Psicologo a Vittoria

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27 GIU 2023

Buon pomeriggio.
A volte, i genitori, pur di spronare i loro figli ad essere sempre attivi, senza riposare sugli allori, utilizzano parole che hanno l'effetto opposto ed influenzano negativamente la loro autostima, così da determinare una tendenza a dimostrare quanto valgono, in ogni aspetto della vita. Il paragone con gli altri, guardare all'esterno, senza considerare i propri sentimenti, le proprie esigenze, può minare l'autostima. Perciò è necessario cambiare focus, concentrarsi su quello che si è riusciti a fare, sui risultati raggiunti, non importa in quanto tempo. Non dovresti essere troppo severo con te stesso, solo perché tua madre lo è stata con te. Parlarne con un professionista potrebbe di sicuro aiutarti a conoscerti meglio e non perché tu non sappia chi sei, ma perché impari a vederti con un occhio diverso.
Spero di esserti stata utile. Un abbraccio.

Giuliana Gaeta Psicologo a Roma

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27 GIU 2023

Buonasera, indubbiamente lei beneficerebbe grandemente di una psicoterapia, poiché potrebbe confrontarsi con delle dimensioni d’Ombra inconscia in lotta con sè stesso. La dimensione d’Ombra in tal caso riguarderebbe il materno, non la madre reale ma l’immagine del materno introiettata. Per elaborare tale dimensione sarebbe necessario esaminare i sogni e i ricordi. Lei è sicuramente una persona brillante e acuta, il tempo che impiega a leggere un articolo potrebbe essere dato da una meticolosità che a sua volta deriva da un potente super-io sanzionatorio, che attivando un dialogo interiore svalutativo, la rallenta per lo sforzo.
Lei è stato in realtà molto bravo a laurearsi nonostante questo sforzo interiore, quindi a lei va un plauso per la fatica doppia sostenuta, quella universitaria e quella psicologica. Ora è venuto il momento di elaborare questa dimensione di contrasto interiore e così concludere ciò che ha iniziato. La sua scelta iniziale sembra essere autentica e forse il processo di individuazione dall’autosvalutazione interna è importante possa iniziare attraverso un’analisi.
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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27 GIU 2023

Comprendo che Lei stia attraversando un periodo molto difficile e sento il Suo dolore e la Sua frustrazione. È normale sentirsi persi e confusi, soprattutto quando si affrontano sfide personali e professionali. Prima di tutto, vorrei dirLe che non è solo. Ci sono molte persone che si trovano in situazioni simili e che stanno lottando per trovare la loro strada.

Innanzitutto, è importante ricordare che non esiste un percorso "giusto" o "sbagliato" nella vita. Ognuno ha il suo ritmo e il suo percorso unico. Non c'è un'età "giusta" per laurearsi, trovare un lavoro o raggiungere determinati traguardi. Questi sono solo standard sociali e non riflettono il valore o il successo di una persona.

In secondo luogo, è normale avere dubbi sulle proprie capacità, soprattutto quando si affrontano sfide o si incontrano ostacoli. Questo è noto come "sindrome dell'impostore" ed è molto comune, soprattutto tra le persone che sono molto autocritiche o che hanno aspettative molto alte per se stesse. Tuttavia, è importante ricordare che il Suo valore non è determinato dalle Sue realizzazioni o dal Suo successo. Lei è una persona di valore semplicemente per il fatto che esiste.

In terzo luogo, è importante cercare aiuto quando ne ha bisogno. Lei è già in terapia, il che è un grande passo. Potrebbe essere utile parlare di questi sentimenti con il Suo terapeuta e cercare strategie per gestire l'ansia e l'insicurezza. Potrebbe anche essere utile cercare supporto da gruppi di auto-aiuto o da altre risorse nella Sua comunità.

Infine, è importante ricordare che è ok prendersi del tempo per capire cosa si vuole dalla vita. Non c'è fretta. Prenda il tempo per esplorare i Suoi interessi, le Sue passioni e i Suoi obiettivi. Non c'è nulla di sbagliato nel cambiare direzione o nel prendere una pausa se ne sente il bisogno.

Ricordi, non è solo. Ci sono molte persone che stanno attraversando sfide simili e ci sono risorse disponibili per aiutarLa. Non perda la speranza. Lei è una persona di valore e merita felicità e successo.

Con tutto il mio supporto, Piccioni Matteo.

Dr. Matteo Piccioni Psicologo a Torino

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