Tristezza e malinconia

Inviata da Ludovica · 11 gen 2018 Ansia

Salve, sono una ragazza di 26 anni scrivo qui per un piccolo sopporto, ho cercato sempre di essere abbastanza forte e di cavarmela da sola o con il supporto dei cari però da due anni a questa parte non riesco ad essere serena e felice o almeno serena, sono una ragazza semplice, determinata, dolce e mi piace ascoltare la gente, non ho tantissimi amici ma questi sono brave persone, quindi molte volte mi ritrovo sola ma va bene cosi, ho studiato e mi sono laureata da sola ma ancora non ho un lavoro e sono dipendente da mia madre, cerco di limitarmi con lei, non cerco nulla e se voglio passarmi qualche piacere uso i miei risparmi, studio per questo perché ho un obbiettivo ma con le mie ansie temo di non poterli superare.
Ho perso mio padre a 17 anni non nego di aver passato un periodo molto sofferente credo che la sua morte mi abbia portata tanta ansia e paure, nel frattempo sono stata fidanzata è stato ed è la mia prima storia d amore mi piaceva tanto ma tra alti e bassi facevamo tira e molla poi con la morte di mio padre ci siamo uniti e non ci siamo piu' separati e volevamo sposarci.
La sofferenza nasce durante il fidanzamento c'erano periodi di felicità e serenita ci amavamo e stavamo sempre insieme e periodi in cui accumulavo ansia e nausea quando stavo con lui che mi portava ad allontanarlo perché stavo male e mi venivano dubbi sulla nostra storia. Mi sentivo male tanto da andare da una psico perché non riuscivo a uscire da questa situazione, mi domandavo cosa era l amore? Se con lui fosse amore, mi facevo mille paranoie, non mi riconoscevo più, come un vortice nella quale non si riesce ad uscire, piangevo perché avevamo tutti i requisiti per stare insieme, vedo tantissime coppie che non si vogliono che si odiano che si tradiscono e stanno insieme e allora mi chiedo perché io devo stare così e provare queste sensazioni?!
Due anni fa è stata la volta decisiva ci siamo lasciati sempre le solite ansie, nausea, vomito e tristezza anche adesso che io e lui non stiamo insieme vivo così, mi sveglio la mattina triste e se penso di non poterlo sentire più piango, in questi due anni ci siamo visti e ci frequentiamo, allo stesso tempo lui va avanti ha trovato lavoro, ha degli amici e ha fatto le sue conoscenze e io? Io piango e sono gelosa, io nel frattempo ho cercato di uscire con gli amici a studiare per raggiungere i miei obbiettivi, qualche ragazzo avrebbe voluto conoscermi ma non m interessava nessuno e penso sempre a lui, c'è stato un periodo in cui sono stata serena, avevo raggiunto risultati positivi in un concorso e con lui ci sentivamo, ma da un momento all'altro divento apatica e ho nausea e ho i sensi di colpa.
Le mie amiche si sono fidanzate, chi sposate, chi ha avuto figli chi si è lasciata e chi ha divorziato in modo del tutto semplice chi convive solo perché ha qualcuno su cui contare essendo grande, trascorrendo la loro vita.
Nel frattempo a casa, mia sorella di 15anni sta male ha attacchi di panico e ansia, mia madre lavora sempre e quelle volte che viene la vedo triste perché vuole vederci felice, a volte è anche incomprensiva , io cerco di parlare con mia sorella standogli vicino ma non so che fare, sto mettendo da parte il mio impegno perché dovevo fare un concorso per me importante ma non ho la forza, in questo periodo sto dormendo più del dovuto perché ho ansia pure io (per la relazione con lui) e mi viene da piangere, ci sono tante cose brutte nella vita lo so, però non riesco a stare serena i giorni passano veloci e tutti uguali e io divento grande senza aver raggiunto nulla e non mi sto impegnando, sono ferma e l'unico mio desiderio è essere serena trovare la mia indipendenza con il lavoro che sogno, stare felice con lui, viaggiare e vedere la mia famiglia felice, mi sento in trappola , mi sento a volte sola e piango senza motivo, mi fa star male vedere mia sorella triste, forse è colpa mia non ho dato un buono esempio di vita?
Uno spiraglio di vita c'e stato... una nuova creatura entrerà in famiglia (mia sorella maggiore) e siamo tutti felici ma dentro so che qualcosa non va, sono infelice perché con lui non possiamo stare insieme e io non capisco cosa mi succede mi chiudo e divento apatica, vuota, sono confusa anche in cio che ho scritto perché è un insieme di emozioni che accumulo da un paio di anni, non so che fare non mi viene voglia di impegnarmi e ho il senso di nausea.
Scusate per la mia lunga discussione ma ne avevo bisogno, cerco sempre di evitare di parlare, ma ho paura che il tempo passa e che io stia ferma senza vedere la mia vita.
Grazie ancora

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Miglior risposta 14 GEN 2018

Gentile Sara,
da quello che scrive si può notare come il suo stato di malessere possa aver avuto origine da una molteplicità di situazioni ed eventi che hanno interessato la sua storia di vita e che, probabilmente, non sono state elaborate nel modo a lei più funzionale. Questa mancanza di elaborazione potrebbe esser stata origine della serie di dinamiche che la portano ora a sentirsi sospesa in una dimensione che non le consente di andare avanti nel migliore dei modi e impegnarsi per raggiungere i suoi obiettivi, ma che invece la costringe a rimuginare, a sentirsi inefficace e a farla vivere in uno stato d’ansia che la destabilizza ulteriormente. A tal proposito le consiglierei di rivolgersi ad uno Psicoterapeuta della sua zona, in particolare ad un terapeuta cognitivo comportamentale con cui poter inizialmente intervenire sulle sue manifestazioni ansiogene ed elaborare insieme un percorso che le consenta di affrontare al meglio, e con i giusti strumenti, le sue problematiche.

Cordialmente,
Dott. Colamonico Damiano

Dott. Damiano Colamonico Psicologo a Torino

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15 GEN 2018

Cara Sara dal suo racconto sembra emergere un forte vissuto di "ambivalenza" verso ciò che prova nei confronti del suo ex ragazzo. In altre parole sembra che da una parte sente che c'è qualcosa di profondo che vi lega e, allo stesso tempo, sente che questo legame è "troppo" o "sbagliato" per lei (spesso la nausea deriva proprio da queste sensazioni di costrizione e dall' "indigestione" delle emozioni non comprese e accettate).
Questo vissuto genera confusione perché rappresenta la lotta senza soluzione del "né con te né senza di te".
Quindi mi viene da dirle due cose anche rispetto a quello che ha scritto sull'amore verso questa persona.
La prima è che la capacità di amare è già dentro di lei e non dipende dall'altro ma da quanto lei decide di affidarsi ad una relazione con l'altro (che significa mettere in discussione anche le proprie certezze su di sé). Le relazioni significative servono proprio a questo, a farci scoprire parti di noi di cui non eravamo a conoscenza. .
La seconda cosa, che deriva dalla prima, è che lei sembra GIÀ indipendente o comunque alla ricerca di questa indipendenza. Forse potrebbe pensare di mettere ,invece, l'accento sullo sviluppare una SANA e ADULTA dipendenza che tenga conto dei suoi bisogni (oltre che dell'altro), della giusta distanza e di poter comunicare cioè che sente e che vuole all'altro senza preoccuparsi che accada qualcosa di terribile, confidando che nella relazione si cresce sempre quando ci si permette di rischiare un po'.
Spero di averle dato almeno qualche spunto utile. In caso voglia altri chiarimenti o confrontarsi ulteriormente sono a sua disposizione.
Dott. Roberto Pugliese

Dott. Roberto Pugliese Psicologo a Roma

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15 GEN 2018

Gentile Sara,
indubbiamente la perdita prematura di suo padre avrà avuto conseguenze negative importanti sul senso di sicurezza e stabilità per lei e per le sue sorelle.
Effettivamente in lei c'è molta confusione specie relativamente alla sua relazione sentimentale perchè sembra ancora molto legata al suo (ex)fidanzato ma incapace di starci bene insieme mantenendo una relazione positiva e stabile.
E' evidente anche un abbassamento del tono dell'umore con rischio di scivolare in una condizione depressiva.
Per tali motivi è consigliabile che lei riprenda e porti avanti per il tempo necessario un percorso di psicoterapia preferibilmente cognitivo-comportamentale.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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13 GEN 2018

Cara Sara,
Dalla tue parole emerge uno stato di difficoltà e apatia in cui ti senti intrappolata, e che rischia di minare i tuoi desideri e la possibilità di impegnarti per costruirti un futuro sereno. La tua lunga lettera racconta di momenti molto difficili della tua esistenza, ma suscita anche molte domande sul tuo modo di guardare a te stessa e di interpretare la realtà. Infatti le sensazioni negative sono quasi sempre collegate a pensieri disfunzionali e a valutazioni schematiche e a volte irrazionali, che per fortuna, con il giusto aiuto si possono modificare. Tu sei già stata in terapia, e ti consiglio di riprendere il percorso, senza arrenderti al disagio. Io so per esperienza che ciascuno di noi ha molte più risorse di quanto non immagini, ma che a volte può essere utile chiedere aiuto per capire come valorizzarle.
Cordialmente
Dr.ssa Maria Sara Sanavio
Perugia

Dr.ssa M.Sara Sanavìo Psicologo a Perugia

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12 GEN 2018

Buon giorno gentile Sara e grazie per aver condiviso con noi il racconto della tua vita.
Hai attraversato prove faticose nella tua esistenza, come la perdita di tuo papà, ma sei riuscita ad andare avanti.
Hai provato ad aggiungere tasselli importanti per la tua realizzazione: lo studio, le amicizie, la tua vita sentimentale, la tua famiglia.
C'è un aspetto che mi colpisce in particolare, come se da te dipendesse la felicità di tutte le persone che ti circondano: quella di tua madre, quella di tua sorella... Insomma, un carico enorme!
Credo che ciascuno sia responsabile della propria!
Parli di sensi di colpa che sarebbe importante provare ad approfondire, magari riprendendo un percorso psicologico come quello che hai sostenuto tempo fa, che possa aiutarti ad uscire da questa fase di stallo nella quale sembri trovarti in questo momento della tua vita.
In bocca al lupo per tutto,
cordiali saluti.
Patrizia Borrelli

Dott.ssa Patrizia Borrelli Psicologo a Milano

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