Significati di pensieri nati in infanzia

Inviata da Gin · 10 giu 2020 Autorealizzazione e orientamento personale

Salve, quando ero bambina mi assillava una tremenda paura di perdere i miei genitori (morte naturale), che mi privava di un sonno sereno e di una felicità/spensieratezza infantile costante nel tempo. Questi episodi ad intermittenza nel corso del tempo sono diminuiti ma non scomparsi! Adesso ho 24 anni e mi ritrovo ancora a fare i conti con questi attacchi di tristezza e malinconia accompagnati infine da un vuoto che ricade su me stessa (dubbi su ciò che ho scelto di diventare). In questi pensieri, da bambina, oltre i miei genitori vi era un altra protagonista: mia nonna. Lei mi ha praticamente cresciuta e abbiamo sempre avuto un fortissimo legame. Lei è morta quando avevo 15 anni e da allora faccio fatica a pensare a lei. Lo riservo quasi come un trauma.. ogni qual volta mi capita di pensarci non riesco a trattenere un pianto che sembra non avere mai un vero sfogo.. non ho ancora smesso di piangere per lei!
Si potrebbe trattare di paura della morte? O si tratta di un riflesso a specchio in cui la vera protagonista delle mie paturnie sono io stessa?

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Miglior risposta 12 GIU 2020

Cara Gin,
La paura di perdere i propri cari è molto frequente, si teme di rimanere totalmente soli e privi dei sostegni affettivi più importanti. Tuttavia il motivo profondo per cui lei nutriva questi timori sin da bambina con tanta continuità è da ricercare in una indagine più approfondita sulle dinamiche familiari e su come lei le ha vissute; possiamo vivere una quotidianità apparentemente normale ma che induce in noi delle paure alle quali non riusciamo a trovare una causa, abituati come siamo alla nostra vita di tutti i giorni..
Per quanto riguarda la morte di sua nonna, direi che in effetti abbia proprio costituito una sorta di trauma per lei, comprensibilmente dato che è successa una delle cose che temeva di più . Anche Per questo motivo non ha elaborato a pieno il lutto e il pensiero ancora la disturba proprio in quanto non si è concessa di vivere la perdita con la processualità che caratterizza la reazione ad un lutto.. ci sono diverse fasi del lutto, probabilmente la cosa è stata talmente forte per lei che l’ha affrontata diversamente, seguendo un itinerario di evitamento di tutto ciò che potesse farle pensare alla situazione (anche perché la morte di sua nonna le fa pensare ai soliti timori verso i suoi genitori e attiva le sue angosce doppiamente...).
Provi ad elaborare il lutto della nonna e gradualmente le dovrebbe essere possibile anche accettare l’idea della possibilità della morte..questo richiederà molto dolore ma lei deve concedersi di stare bene e di essere libera da questo tormento interiore.
Dott.ssa Comi

Dott.ssa Gabriella Comi Psicologo a Reggio Calabria

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12 GIU 2020

Salve Gin, la paura della morte nei bambini subentra quando c'è un senso di perdita reale (un genitore malato o una morte prematura di qualcuno affettivamente legato a loro) oppure quando la sensazione di perdita è legata al tipo di attaccamento che il bambino ha nei confronti dei genitori che fa sentire il piccolo non del tutto sicuro della presenza costante della figura di attaccamento ( sia a livello fisico sia emotivo). Questa paura si può estendere anche alla figura dei nonni, a volte, molto centrali nell'accudimento dei nipoti, tanto da essere considerati, qualche volta, dei veri sostituti genitoriali ( perché i genitori lavorano molto, in casi di separazione o perché nell'ambiente familiare si manifestano conflitti tra i genitori). Nel suo caso e non so per quale motivo preciso, la nonna è stata dalla sue parole estremamente importante tanto da non esser riuscita del tutto ad elaborare la sua scomparsa. Rispondendo alla sua domanda, penso che sia utile oggi che ha 24 anni e che si trova in una fase di vita in cui di solito si pensa al futuro e alla costruzione di noi stessi, dare un significato a quel "vuoto che ricade su se stessa" e che forse ha radici in quella bambina che aveva così paura di essere abbandonata. Questo viaggio lo può intraprendere per conto proprio o con l'aiuto di una psicoterapia. In bocca al lupo...saluti, dott.ssa Giada Santi

Dott.ssa Giada Santi Psicologo a Pistoia

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