Tra due uomini, tra mente e corpo.
Gentilissimi,
sono una 'ragazza' di 36 anni, come anche i protagonisti di questa storia. Per tre anni sono stata la compagna di un uomo, un insegnate, che ho amato molto, dalla grande sensibilità e con cui ho sempre avuto una grande complicità mentale. Una persona che soffriva (e non più, a quanto pare) di stati ansiosi che hanno totalmente minato la nostra storia. Io mi sono emotivamente umiliata, ovvero, pur essendo molto trascurata ho continuato a frequentarlo, fino a quando è arrivato il tutto pieno.
Lo lascio (lui non fa niente per fermarmi, in cuor mio pensavo solo che la sua fragilità gli impediva di lasciarmi, mi sono fatta coraggio facendomi un gran male) e dopo qualche mese comincio ad uscire con un ragazzo, un curatore d'arte, che è l'opposto, forte, deciso a volermi, con cui comincio a pensare che un futuro è possibile. Lui è dolce, presente, una persona molto attiva anche se la sua irruenza a volte mi destabilizza. Siamo simili però, nel nostro essere dinamici e abbiamo un'ottima intesa. Con lui mi sento al sicuro, per quanto possa poi valere questa condizione.
Tutto procede con i ritmi giusti, anche se lui ha fretta e io, con la mente ancora un po' soggiogata dall'ex, cerco di fare con calma.
Ma succede che il mio ex si fa vivo, con una semplice lettera in cui si scusa, dice che mi ama e l'ha potuto realizzare solo ora. La cosa mi getta nello sconforto più totale. Parliamo molto e mi convinco, complice un viaggio di mesi della nuova frequentazione chiudo e cerco di recuperare la storia col mio ex. Ma non riesco più a sentire quella voglia di futuro insieme che dovrebbe esserci. Ero piena di buoni propositi ma passo questo periodo con lui nello sconforto e provando gelosia per il curatore che non molla. Dice di amarmi e non vuole lasciarmi andare.
In questo periodo ho fatto ricorso a tutte le mie forze, idee, ricordi per recuperare il mio sentimento per l'ex finendo per provocare in me una grande frustrazione per non riuscirci. La testa dice, è il mio futuro, ma l'emotività sembra rifiutarlo.
Rivedo il curatore e mi sento trasportata ma la testa dice no, lascia stare. Non è roba per te. E' come se sentissi serpeggiare qualcosa di distruttivo. O forse ho paura di amare una persona così diversa e che non sento al mio livello intellettivo (o forse del mio ex?).
Ora, in pausa da entrambi sono nella confusione, da una parte la vita attiva, la passione e perché no, l'allegria di una persona 'positiva' e altruista e dall'altra l'essere compresa per le mie complicanze, essere in un rifugio emotivo. Gli interessi simili, i ricordi e i nostri libri che ci hanno sempre legato molto.
Prima pensavo semplicemente che fossi divisa tra testa e corpo, ora ho quasi l'impressione, oltre alla confusione, di non riuscire ad accettare di NON amare una persona che, non solo ho amato moltissimo ma di cui ho una considerazione altissima. Ma è solo un'ipotesi, perché purtroppo continuo ad avere dei capovolgimenti di opinione. Ora penso di non voler più vedere l'uno, ora l'altro.
Ogni mia mossa provoca dolore in tutti. Entrambi vogliono costruire la propria vita con me e io sono in mezzo, allibita che i miei sforzi di allontanare l'uno o l'altro per fare chiarezza vadano a vuoto.
Dopo anni di solitudine, mi trovo in una situazione che per la mia riservatezza è sconcertante. Mi sembra di non poter rinunciare ai diversi aspetti che li caratterizzano, e di contro la lunga solitudine (5 anni prima del mio ex) in cui non riuscivo ad avere interesse reale per una persona mi fanno scartare l'unica soluzione che equalizzerebbe tutto, cioè tornare single.
Sono un ragazza normale, un buon lavoro, una casa sola e indipendente da molto tempo. Volevo far spazio alla mia parte emotiva, per vivere finalmente una relazione e invece eccomi dilaniata dai dubbi.
Mangio poco, dormo ancora meno, investita di queste responsabilità, verso me stessa in primis.
Come sfrondare le sovrastrutture e poter vedere chiaro? Mi sento così ridicola, dato che non sono propriamente una ragazzina.
Grazie