Terapia per dca e psicologo
Salve sono una ragazza di 32 anni e vado in terapia per un disturbo alimentare. Quando ho incontrato la prima volta il mio attuale psicologo non parlato direttamente con lui ma solo con la psichiatra che doveva decidere se era un percorso adatta alla mia problematica o no.
Quando ho visto lo psicologo mi sono resa conto che mi piaceva, tra l'altro abbiamo pochi anni di differenza, 3/4 e questa cosa mi rende ancora più complicato la situazione, perché lo vedo come un mio coetaneo. Tra l'altro l'ho cercato sui social e non l'avessi mai fatto: abbiamo un sacco di cose in comune, era meglio per me sapere che eravamo totalmente diversi.
Per quanto riguarda delle cose che mi ha detto di fare in terapia, come il diario alimentare, a lui ho detto che ho vergogna di scrivere cosa mangio ma in realtà ne ho vergogna soprattutto perché poi devo dirlo a lui. Come devo risolvere questa situazione? Mi sento inibita con lui nel parlare di alcune cose soprattutto se riguarda la sfera affettiva o alcune cose alimentari che dovrei dire perché mi piace e provo imbarazzo.
L'ultima volta non c'era la tirocinante e siamo stati soli, non riuscivo a parlare ero imbarazzata perché almeno quando C'è lei è come se mi facesse un po' da scudo.
È grave questo per la terapia?