Terapeuta confessa il suo contro transfert

Inviata da MOLLY · 8 gen 2016 Depressione

Salve a tutti, sono in cura da un po' da un terapeuta per disturbi alimentari e della sfera affettiva. Nell'ultima seduta il terapeuta mi confessa di aver avuto un contro transfert di tipo "attrattivo" nei miei confronti, cosa che non gli era mai successa prima, me lo confessa a detta sua perché secondo lui stavo buttando la mia vita e che quando mi guardava pensava "che spreco questa ragazza". Poi mi chiede se avevo provato mai attrazione per lui ed io ho negato ma solo perché temevo potesse rimandarmi ad un suo collega. In realtà si ne sono attratta nel senso che ritengo sia un bell'uomo di 45 anni! Mi chiede anche se l 'avessi mai sognato! Eh si, l'avevo sognato una settimana prima e non so come abbia fatto a capirlo! Mi ha fatto raccontare il sogno e non ha fatto commenti (nel sogno ci baciavamo). Ora da quella seduta , quindi da una settimana esatta io penso solo e soltanto a lui! Mi sento innamorata all'improvviso. Avete presente un incantesimo? Ero andata in terapia perché distrutta da un rapporto malato con un altro uomo e mi ritrovo a non pianger più per quell'uomo ma a pensare solo al terapeuta!! E' riuscito con quella parola ... " contro transfert " a farmi risvegliare da un sonno profondo! Sono andata dal parrucchiere, segnata in palestra, estetista ecc! E questo per appena 10 min di discorso su una presunta attrazione che lui provava per me. Mi chiedo allora se se lo sia inventato? Può aver usato questa scusa per farmi andare avanti e reagire? Se sapessi che è solo una strategia ci rimarrei assai male e mi sentirei manipolata a mio avviso. Cosa pensate al riguardo? L' analisi prevede queste cose per smuovere una paziente perennemente depressa?

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Miglior risposta 11 GEN 2016

Cara Molly
questo suo terapeuta si è un po' perso nel momento che il controtrasfert gli ha preso la mano, per così dire... succede! Non penso abbia fatto un grosso errore.
Di positivo c'è che lui ha parlato di "controtransfert attrattivo" e non di innamoramento, quindi da questo si suppone che ha consapevolezza di trovarsi in un processo importante della psicoterapia.
L'effetto che questa dichiarazione ha avuto su di lei non era premeditato ma diciamo che: è successo, quindi è da considerarsi un accadimento psichico.
La cosa importante, in questa sua reazione, è che lei può constatare che, effettivamente, esistono in lei delle energie di ripresa e che può bastare il fatto di essere valorizzata a fargliele riemergere.
Quindi dovrebbe pensare che la sua situazione è reversibile e migliorabile anche in tempi brevi.
Ora, sia per lei che per il suo terapeuta, si tratta di andare avanti nella terapia chiarendo i vostri reciproci transfert in modo che possiate trarne maggior consapevolezza possibile.
Forse a lei quella che le è mancata è stata la considerazione, la vicinanza e apprezzamento del padre e l'apprezzamento del terapeuta, ha come "rimediato" a questo vuoto.
Continui a fidarsi di lui e parlatene insieme; tutte le questioni di transfert e controtransfert vanno rielaborate e interpretate.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta.

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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21 NOV 2021

Buongiorno.
Le rispondo da psicoanalista “classico”, quindi farò riferimento a concetti che colleghi di altri orientamenti (cognitivo comportamentale, sistemico familiare, costruttivisti, bioenergetici, ecc. ecc.) non utilizzano e non condividono. Sullo sconfinamento del rapporto terapeutico nelle direzioni più varie (amicizia, amore, sesso, interessi economico/professionali in comune, ecc.) esiste dalla nascita stessa della psicoanalisi in poi un'infinita aneddotica, una vasta letteratura (sia professionale che narrativa) ed anche una discreta cinematografia. Se nei romanzi e nei film le vicende amorose tra pazienti e terapeuti hanno spesso un lieto fine, nella realtà queste vicende rappresentano invece, per usare un eufemismo, un gran pasticcio (oltre a significare una grave violazione del codice deontologico da parte del terapeuta, e questo vale per i colleghi di tutti gli orientamenti). Il motivo è che l'attrazione per il/la terapeuta da parte del paziente (e viceversa) è di per sé (come diceva bisnonno Freud) un sintomo (per Freud un “sintomo nevrotico”), che anziché diventare un fatto (uscirci insieme, andarci a letto, fidanzarsi con lui/lei, ecc.) dovrebbe diventare un pensiero da analizzare ed una grande occasione per illuminare il proprio inconscio: cosa mi sta succedendo?, che significa questo innamoramento? chi rappresenta nel mio inconscio la persona del paziente/terapeuta?, ecc. In altre parole, è il famoso transfert, che, se viene agito e non viene analizzato, porta inevitabilmente a dei “casini” e resta come un nucleo problematico ed irrisolto dentro il paziente (o dentro il terapeuta, se l'innamoramento parte dal terapeuta stesso).
Pertanto, visto che il suo terapeuta, da quel che lei dice, sembra abbastanza in crisi deontologica e non in grado da solo di indirizzare se stesso (e anche lei) lei sulla strada dell'analisi dei sentimenti che state provando le consiglio di consultare un diverso terapeuta (di orientamento psicoanalitico) per analizzare ed elaborare con lui quello che le sta succedendo. Per quel che mi riguarda, le do la mia disponibilità (anche online).

Dott. Massimiliano Castelvedere Psicologo a Brescia

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11 GEN 2016

Gent.ma Molly,
nonostante abbia sortito un effetto apparentemente positivo, non condivido l'intervento del suo terapeuta sia che si tratti della verità sia che si tratti di una tattica (sinceramente non lo penso), in quanto tale intervento sembra aver smobilitato in lei non solo energie ma anche sentimenti che non potranno essere ricambiati.
E' importante che il terapeuta sia consapevole dei propri vissuti emotivi (controtransfert) perché li possa gestire e talvolta condividere col paziente, ma sempre e solo nell'interesse di quest'ultimo.
Credo che sia comunque importante che lei riveli i suoi dubbi al suo terapeuta in modo che possiate analizzarli insieme e utilizzarli proficuamente per il prosieguo della terapia (ad es. mi colpisce il fatto che lei non si fidi di quanto le è stato rivelato e mi chiedo se questo elemento non sia ritrovabile anche nelle sue precedenti relazioni affettive).
Cordiali saluti
Dr. Alberto Vignali
Psicologo Psicoterapeuta
Pesaro - Rimini

Dott. Alberto Vignali Psicologo a Rimini

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10 GEN 2016

Carissima Molly,
non si può giudicare l'operato di un collega, gli elementi che riporta sono davvero pochi.
A mio avviso, visto il delicato argomento, Le consiglio di affrontare apertamente con il suo terapeuta la questione che riporta.
Si confronti con lui e chiarirete la situazione.
Questi sono argomenti delicati e vanno trattati con delicatezza ed estrema attenzione.

A disposizione

Dott.ssa Fornari Daniela

Dott.ssa Daniela Fornari Psicologo a Iseo

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9 GEN 2016

Gentile Molly,
premetto che quello che dirò si basa su quello che racconti ed è sempre difficile giudicare senza elementi di prima persona e forse sarò un pò troppo diretto, ma penso che la "confessione " da parte del collega di provare attrazione verso di Te sia stato un errore.
Può accadere ad un terapeuta di provare emozioni forti verso il paziente, ma deve sempre ricordare che lui è al servizio del paziente e non ha il diritto di agire i suoi sentimenti. Deve ricordare che il transfert e il controtransfert sono, come dire, strumenti che devono essere utilizzati per il bene del paziente, per aiutarlo a liberarsi dalle sue difficoltà e sofferenze. E poi andarsene, finalmente libero, riprendendo il suo cammino di vita, in serenità e con leggerezza d'animo.
Un terapeuta non può permettersi di soccombere al controtransfert. Deve comprenderlo e padroneggiarlo. A volte è dura. Siamo esseri umani, e non infallibili. Ma non posso comunque approvare il comportamento del collega.
Soprattutto se, dopo una caduta non recupera il controllo della situazione.
Cordialmente. Dr. Marco Tartari, Asti

Dott. Marco Tartari Psicologo a Roatto

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9 GEN 2016

Gentile Molly,
il controtransfert come complesso delle emozioni del terapista nei confronti del paziente deve essere gestito dal terapista e utilizzato, quando possibile, sempre al fine della cura e nell'interesse del paziente.
Il fatto che il suo terapeuta abbia potuto dire di avere un controtransfert di tipo attrattivo nei suoi confronti non vuol dire necessariamente che è innamorato di lei ed è possibile che lei abbia interpretato male, amplificandolo, il senso delle sue parole che hanno prodotto in lei pensieri e reazioni eccessive o inappropriate.
E' proprio per questa asimmetria esistente tra terapeuta e paziente che occorrerebbe molta misura e cautela da parte del primo nell'esprimere il proprio controtransfert dal momento che il paziente è, in quanto tale, in una condizione di fragilità psicologica.
A mio avviso, anche se si fosse trattato di una strategia a fini terapeutici, sarebbe una strategia criticabile.
Altra cosa è "l'uso del Sè" del terapeuta (self-disclosure) che deve essere moderato e può essere utilizzato a scopo terapeutico.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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9 GEN 2016

Carissima, non si può entrare, di solito, nel l'operato di un collega nel senso che non so, da quasi elementi, quale possa essere la linea che il collega sta seguendo. Mi pare interessante però che ciò che è successo nella stanza di terapia stia trasformando in maniera positiva, che tu riferisci come positiva, alcuni aspetti della tua vita. Io porterei senz'altro tutto quello che racconti in terapia, ne parlerei e svilupperei questo tema del transfert, o comunque di ciò che sta accadendo. La terapia spesso è un "catalizzatore" di ciò che può avvenire, quindi mi pare che stia (perdonami il termine, forse troppo semplice) "funzionando"! Un caro saluto.

Dott. Gaetano Martorano Psicologo a Faenza

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