Transfert od innamoramento? Dovrei dirlo al mio analista?
Gentili Dottori,
dopo una diagnosi di DCA NAS (con episodi di Binge Eating, per poi tornare alle restrizioni alimentari e/o ad abbuffate senza condotte compensatorie, e così via...), dopo un'ulteriore diagnosi di C-PTSD arrivata in ritardo e vari altri eventi traumatici che hanno provocato ulteriori ferite profonde, mi sono decisa a chiedere aiuto ad uno psicologo specializzato in questo campo e con il quale ero già in contatto da vari mesi su una piattaforma dedicata ai professionisti.
Per il momento, siccome sono via per lavoro, le sedute si svolgono online.
All'inizio, presumo che sia tipico di chi soffre di sindrome da stress post traumatico, ero chiusa e non mi aprivo del tutto con lui, forse per timore di ricevere l'ennesima ferita. Poi, incontro dopo incontro, ho iniziato ad aprirmi al punto che, finita la seduta, non vedevo l'ora che arrivasse la settimana successiva per rivederlo e parlargli di come stavo. Ed ho iniziato a chiedermi il perché (nonostante ciò, non riesco ancora ad affrontare argomenti che riguardano la mia sfera "privata" in quanto mi vergogno, anche se fanno parte del mio vissuto).
Man mano che i colloqui proseguivano, gli ho esposto pian piano le mie ferite fino al punto in cui, un giorno, sono riuscita a buttare fuori due ricordi traumatici che avevo completamente rimosso: io piangevo come una fontana mentre gli spiegavo ciò che era successo ed a lui era scappato di darmi del "tu". Ricordo che aveva un'espressione triste e cercava di consolarmi in tutti i modi, a volte restando in silenzio e guardandomi come una persona che vorrebbe fare di più ma ha le mani legate.
E lì, in me, è scattato qualcosa.
Finalmente qualcuno con cui posso mostrare le mie debolezze senza essere massacrata, per di più mio coetaneo, mi dicevo.
Da quel momento ho iniziato a pensare a lui, aspettando con trepidazione di rivederlo in videochiamata; finché ho capito che stavo provando sintomi di innamoramento nei suoi confronti.
Facendo ricerche, ho scoperto che potrebbe trattarsi di transfert, anche se penso di essere innamorata seriamente di questa persona. Mi sento protetta quando parlo con lui, compresa e, passatemi il termine, coccolata.
E quando non lo vedo mi manca.
A volte, siccome ci scriviamo tramite WhatsApp esclusivamente per comunicazioni legate al mio percorso, ci resto male se apre i miei messaggi dopo uno o due giorni oppure li apre e risponde magari il giorno prima della seduta; so di non essere la sua unica paziente e che lui ha il suo bel da fare, però a volte ho l'impressione di essere "abbandonata" e che mi veda solamente come l'ennesimo "caso clinico nr...".
Dovrei dirgli apertamente ciò che provo? Spiegargli che potrei avere questo transfert, anche se sento di essere innamorata?
Ho paura che lui cambi atteggiamento nei miei confronti e decida di interrompere il setting, mandandomi da un altro analista.
Soprattutto perché lui è sposato ed io ho un compagno.
Purtroppo, quest'ultimo non comprende o forse finge di non capire che il C-PTSD non è una "semplice depressione o stanchezza" e con lui non è tutto rose e fiori. Ecco perché mi sento legata così tanto al mio terapeuta: lui non mi fa sentire sbagliata, non mi ferisce con parole al vetriolo e, soprattutto, non mi farebbe mai del male.
Ma ho tanto timore di essere giudicata come patetica, ridicola e poco seria, se dovessi dirgli esattamente ciò che provo.
Non so cosa fare, se confessare tutto o tacere e soffrire in silenzio.
Perdonatemi per questo lungo messaggio ma non so come comportarmi.
Grazie in anticipo per le vostre risposte.