Sono sola, bloccata e non so cosa fare della mia vita.

Inviata da Alessia · 26 giu 2023 Autorealizzazione e orientamento personale

Buonasera, sono Alessia, ho 35 anni e da circa un anno e mezzo ho lasciato il nido e sono andata ad abitare da sola. Abito a circa una dozzina di km dai miei genitori, ho un buon lavoro ma purtroppo ogni mese posso basarmi solo sul mio stipendio tra affitto, rata della macchina e tutte le spese.
Abitando con i miei genitori ho dovuto sempre mettere molto del mio stipendio in casa e non ho mai avuto modo di poter mettere via dei soldini per me, difatti la caparra per abitare da sola la ha anticipata il fidanzato di una cara amica che sta riprendendo i soldi pian pianino.
Tutto ciò è davvero frustrante. I miei genitori mi hanno sempre i bastoni tra le ruote e screditata sulle mie scelte, specie in questa dell'andare ad abitare da sola con frasi del tipo "non ce la farai mai, 1800€ di stipendio tra affitto, macchina, bollette e spese non ti basteranno. Perché non rimani qua con noi? Ci dai una mano. Ti facciamo mancare qualcosa? Puoi fare quello che vuoi" ecc... Ecco. Diciamo che non potevo fare ciò che volevo. A casa con i miei lavoravo, stavo dietro alla casa e portavo fuori il cane (troppo spesso - ogni due ore mio padre voleva che lo portassi fuori - era il mio cane e non sono mai riuscita ad accudirlo come IO avrei voluto), poi forse arrivavano i miei interessi, ma sempre sotto controllo, come se non avessi criterio e non avessi responsabilità verso la mia famiglia, il mio cane e me stessa.
Ora sono qui, con un altro cane (il mio ho dovuto abbatterlo a giugno dello scorso anno e sinceramente ancora non mi sono ripresa a riguardo) ed un gatto. Pochissimi amici e ben poche possibilità di farmene altri. Ho paura a dire ad alta voce che forse avevano ragione perché ho serie difficoltà ad arrivare a fine mese, come si suol dire e non voglio dargliela vinta tornando a casa con loro.
Inoltre continuo a litigare con un amico, collega ed ex "qualcosa" dato che ai tempi lui era sposato ma, ancora adesso a distanza di ormai otto anni, mi chiedo perché siamo rimasti amici. Da quasi un anno a lavoro è arrivata una nuova persona ed ho visto gli stessi comportamenti che aveva verso di me nel periodo in cui ci stavamo conoscendo e poi frequentando, rivolti verso questa persona e tutto ciò mi fa chiudere la vena nel cervello. Ho sempre pensato che non potesse stare con me perché sposato (ora si sta separando e stavo cercando di stargli il più vicino possibile), ma non appena è comparsa questa persona (palesemente narcisista vorrei aggiungere, ma lui troppo soggiogato da accorgersene) io sono stata messa nel dimenticatoio. Quindi oltre al danno di otto anni fa di avermi scaricata per stare con la moglie con la quale le cose non sono mai andate bene e che ha sposato giusto per fare un torto ai suoi genitori che gli avevano sempre detto che non avrebbe mai concluso niente della vita, devo pure vedere il teatrino a lavoro delle stesse cose fatte precedentemente con me e sentirmi dire che anche se lui dovesse trovare un'altra compagna a me non dovrebbe interessare e che dovrei essere felice per lui. Io ne sarei felice se non fosse una persona che conosco, se non fosse una persona della quale continua a dirmi di non preoccuparmi (questa nuova collega), ma dato che prima ci sono passata io, i comportamenti li conosco e li trovo evidenti e quando gli faccio notare qualcosa si arrabbia e me ne dice di ogni. L'ultima è stata che mi merito di stare da sola, che sono diventata pesante, che non sono più quella di otto anni fa, che sono una rompic***ioni e dell'avvoltoio perché pensava che io gli stessi accanto per secondi fini. Io gli voglio bene davvero, ci sono rimasta tanto male quando mi ha "lasciata" per rimanere in una situazione che non gli piaceva comunque e mi sono chiusa in casa per un anno mezzo. Ho fatto anni a paragonare le persone che ho conosciuto successivamente, sbagliando, ma lui è stato l'unico che mi abbia trattata bene e non solo per lo scopo ultimo di portarmi a letto, cosa tra l'altro che nemmeno è successa in quei mesi in cui ci vedevamo. Io credevo davvero alle sue parole. Io ricordo tutto per filo e per segno. Ricordo la sera che prendendomi in braccio mi ha chiesto perché non fossi ancora la sua ragazza, ricordo il nostro primo bacio, ricordo quanto stessimo male perché saremmo voluto stare insieme ma lui la sera tornava dalla moglie e stava male perché voleva stare con me ed al contempo male perché era sbagliato ciò che faceva nei confronti di lei. Ha detto che se non fosse stato sposato non avrebbe avuto dubbi e sarei stata io per tutta la vita. Io ci credevo davvero. Ho detto ti amo a questa persona il giorno che mi ha lasciata e piangeva. Ancora ora non ho capito se lo facesse per pena o perché provava la stessa cosa. Qualche sera fa discutendo, dato che non credo più ad una parola di ciò che dice da quando è arrivata la nuova collega leggera con la quale si può ridere nonostante i mille problemi e con la quale a mio avviso, vedendo i comportamenti ha fatto la stessa cosa che con me, ha detto che anche lui provava qualcosa, ma che le cose cambiano. Evidentemente non era così importante come lo è stato per me. Io dovrei essere contenta per lui se lui finalmente fosse felice con qualcun'altra, ed io? Non conto niente? Forse sono stupida io, forse inconsapevolmente l'ho aspettato, cosciente del fatto che prima o poi il matrimonio sarebbe andato a rotoli, ha ragione a dire che sono cambiata certo, ma credo che le batoste cambino irremediabilmente le persone e criticare il mio io attuale, specialmente detto da lui che sono anni che va in terapia per depressione ed avvenimenti accaduti da bambino, credo che sia un affronto. Sono una persona che ha bisogno di una spinta non di sberle in faccia e critiche e lui lo sa benissimo perché è uguale a me. Entrambi abbiamo paura di essere sempre di troppo ed ora perché lui ha conosciuto un paio di persone viene a farmi la morale su come si sta al mondo. Per me è inconcepibile. Come è inconcepibile che venga allontanata nel momento critico della vita perché non sorrido più e lui si è stufato di ascoltarmi... Perché? Perché ha trovato persone che hanno problemi ha riescono a passarci sopra ed a sorridere (oltre che ridermi in faccia dei miei problemi - ndr, la nuova collega che sembrava volesse diventare mia amica che, raccontando due mezze cose dello scorso anno mi ha riso in faccia dicendo "eh dai tanto ormai l'anno è andato", quanto tatto!) quindi io non faccio più comodo. Io sono sempre stata lì per lui, ancora adesso che è assolutamente in crisi per la separazione, ma lui per me non c'è, perché prima arrivano i suoi nuovi amici e poi io, perché si gli fa piacere stare al telefono con me la sera, ma di frequentarmi non se ne parla perché a suo avviso sono gelosa marcia di questa persona che lo usa e basta.
Ho poche amicizie, si contano su meno di una mano, non vorrei perderlo. Continua a dire che avrei bisogno di aiuto, ma come dicevo all'inizio, i soldini sono quelli che sono e non posso privare di cibo e cure i miei animali per pagare uno specialista. Non posso nemmeno cambiare lavoro perché un lavoro remunerativo come il mio, con la stessa libertà e contratto non da cooperativa ma da società per azioni è ben difficile trovarlo e non posso permettermi uno stipendio più basso o un contratto a termine (faccio il corriere per uno dei servizi di logistica più noti)... Cosa devo fare? Da dove devo iniziare? Mi sento come se avessi le scarpe di cemento e non so da dove partire per rimettere insieme tutti i pezzi. È come se la mia vita fosse il domino ed ogni cosa che va a rotoli fa cadere il pezzo successivo e via discorrendo. Sono al mondo per inerzia. Lavoro. Torno a casa. Sempre così. Non ho nessuno con il quale uscire e anche volendo non si può più fare niente, perché manca poco che si debba pagare pure l'aria che si respira. Ho paura di essere di troppo per chiunque. Non ho mai avuto una compagnia e non chiedo mai a nessuno di fare qualcosa insieme per paura di disturbare oltre che per paura del rifiuto... Continuo ad avere brutti pensieri e l'unica cosa che mi mantiene al mondo sono i miei animali perché se non ci fossi io come farebbero, ma ho ricominciato a prendere a pugni le porte e farmi male ai polsi, cosa che da giovane avevo farro per un po' e che mi ero ripromessa di non fare più. Sono talmente sfigata che se decidessi di farla finita non ce la farei nemmeno e rimarrei in vita lucida di testa ma vegetale così da rendermi conto di quanto faccia schifo la vita. Non ce la faccio davvero più. Non so più da che parte girarmi.

Scusate se mi sono dilungata così tanto e se per caso ho scritto qualche castroneria ma sono davvero al limite oltre che essere le 2:47 di notte...

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