Buongiorno, sono un ragazzo di vent'anni, frequento il 3 anno di ingegneria meccanica, provengo da un liceo scientifico concluso con il massimo dei voti e senza particolari difficoltà nello studio che di certo era meno oneroso rispetto allo studio universitario, ma ricordo comunque gli sforzi fatti come necessari e mai troppo pesanti in vista del risultato. Studiare, anche materie che non mi interessavano e per parecchio tempo, non era un grosso problema, solo un giusto sacrificio.
Scelsi ingegneria meccanica senza essermi informato riguardo le materie che mi aspettavano, ma spinto da una discreta propensione verso le materie scientifiche e da un'interesse verso gli oggetti e il loro funzionamento (che si è rivelato inutile)
Già dal primo anno ebbi grosse difficoltà a studiare, ecco i primi esami indietro.
Tornando ad oggi, mi ritrovo con parecchi esami indietro, interesse quasi nullo per le materie (se non per poche) e trovo moltissima difficoltà a studiare pur avendo provato diversi "stratagemmi" per superare questa forte resistenza (la difficoltà delle materie non è un problema), per concentrarmi meglio (niente telefono, distrazioni e simili) e per assecondarmi e fare le dovute pause dunque non sentirmi stressato. Questi accorgimenti adottati dopo l'aiuto di un vostro collega, mi consentono , seppur con molta fatica, di studiare il minimo indispensabile ma non nella misura che necessito e che mi sento in grado di fare (al liceo studiavo anche di notte quando necessario)
Ho bisogno di aiuto, mi sento in un limbo, valuto spesso l'opzione di trovare un lavoro qualsiasi pur di uscire da questa situazione, non ho ancora abbandonato l'università solo perchè spinto dalla voglia di concludere un percorso ormai avviato, e soprattutto in vista delle possibilità lavorative che potrebbe darmi una volta concluso.
Pur avendo questi obiettivi in testa, non riesco comunque ad andare avanti, sento di aver fatto una scelta sbagliata che mi costa fatica, non so cosa fare. Sono perso
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16 FEB 2021
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Ciao Corrado, quando si attraversano dei momenti di incertezza le nostre energie si disperdono e finché non arriviamo ad una visione più chiara del nostro futuro, risulta molto faticoso impegnarsi in qualcosa. Prova a fermarti e a fare qualcosa di completamente diverso, lontano dalle tue scelte consuete. Allarga lo zoom e avrai una prospettiva più ampia. Accogli l'incertezza e falla tua alleata.
Dott.ssa Marina Roberti
16 FEB 2021
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Buongiorno Corrado,
può capitare che il percorso universitario metta di fronte ad alcune domande più centrali per la costruzione della propria identità rispetto al mero studio delle scuole superiori.
Avrò fatto la scelta giusta? Cosa mi piacerebbe fare in futuro? Sarò in grado di farlo? Quanto mi interessa studiare ingegneria o fare l'ingegnere?
Queste ed altre domande entrano nella sfera di quelle che per lei potrebbero essere le aspettative, i desideri e i doveri, che potrebbero essere ancora nebulosi e non definiti.
Comprendo la fatica di sentirsi bloccato in un limbo, ma la invito a concedersi un tempo per approfondire i significati che stanno dietro la sua scelta, magari provando a lasciare un po' di spazio all'interesse oltre alla performance.
In ogni caso, cambiare strada, può essere anche una possibilità e non per forza un fallimento.
Sinceri auguri.
Dott.ssa Laura Gagliardo
15 FEB 2021
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Buongiorno Corrado,
grazie per averci scritto.
Credo che il tema centrale di ciò che lei scrive sia quanto e se le interessa davvero il percorso che sta effettuando e quanto invece lo stia portando avanti per altre variabili soggettive che intervengono. Non credo che la difficoltà sia lo studio oggettivo in se quanto più delle necessità diverse (magari un percorso di studi diverso?) che piano piano stanno emergendo e che non le permettono di essere efficace come alle superiori. Si dia tempo, è giovane e ne ha tantissimo a disposizione, e ascolti ciò che le sue emozioni stanno tentando di comunicarle. Valuti la possibilità di approfondire l'argomento con un professionista, potrebbe aprirle lo sguardo a visioni diverse.
Resto a disposizione,
Dr. Matteo Radavelli