Sono in crisi nera

Ti consiglio di continuare con la tua terapia e di cercare di impegnarti al massimo

Buonasera, dalle parole che scrive emerge tutto il suo disagio. Afferma di essere in cura farmacologica ma senza conoscere la diagnosi, i farmaci e, soprattutto da quanto tempo ha iniziato la terapia, si fa fatica a capire il suo stato attuale. Sicuramente le posso dire che alcuni farmaci non agiscono nell'immediato e che deve confrontarsi con l'esperto medico psichiatra per la parte della terapia farmacologica. Da quanto dice sembra che lei abbia incontrato, attualmente, uno psicologo con un orientamento diverso rispetto a quello con la quale ha effettuato psicoterapia per 9 lunghi anni. Fare il "compito" non è facile ma è un utile strumento per conoscersi meglio e capire quali sono le proprie dinamiche emotive, comportamentali e cognitive in gioco. Certo è che deve fidarsi del collega da cui sta andando per poter fare un percorso efficace. Le potrei consigliare di parlarne proprio con lui/lei delle sue insicurezze e anche del percorso pesicologico/psicoterapeutico che ha appena intrapreso e della difficoltà di portare a termine i compiti, alcuni possono essere effettuati anche in seduta.

Buongiorno Prisma,

grazie per aver condiviso la sua storia e come si sente. Mi sento innanzitutto di dirle che può uscire da questa situazione se lo vuole, certo è che bisogna osservare , accettare ed essere consapevoli di tutti i meccanismi in gioco sul piano psico-fisico. Mi sembra di capire che da una parte ci sia pesantezza rispetto ad alcuni temi sia sul piano individuale che relazionale/famigliare, questo si ripercuote anche su piano fisico che alimenta a sua volta il livello emotivo e mentale. Un pò come un cane che si morde la coda, è un circolo vizioso, uno schema che si ripete ma a cui si può porre rimedio. Lei già fa grandi passi: sa chiedere aiuto, ha perso 70kg, ha seguito un percorso di terapia 9 anni (questo vuol dire che è una persona determinata e che se inizia una cosa la fa). La vita poi è un viaggio in evoluzione quindi ottimo che abbia intrapreso un nuovo percorso terapeutico in questa fase. Dall'altra parte sento una grande voglia di vivere e una persona entusiasta che desidera fare molte cose. Mi sembra altresì di capire che lei ha un'ampia capacità di ascolto, di introspezione ed è molto disponibile nei confronti degli altri. Questa "morbidezza" cerchi di indirizzarla anche verso di lei. Tutte queste parti, al momento conflittuali, possono trovare un equilibrio. Credo ci siano dei nodi emotivi da riconoscere e sciogliere, il suo viaggio in terapia è un viaggio verso la liberazione quindi mi raccomando prosegua il suo percorso. Ci sono tanti modi di fare terapia, se sente che questa non è la sua strada può sceglierne un'altra.

Un caro saluto
Resto a disposizione

Gentile Signore,

le raccomando di proseguire nella psicoterapia appena cominciata. Mi sembra che lei apprezzi il lavoro che sta facendo con la sua terapeuta. Cerchi magari la consulenza di un altro psichiatra per la terapia farmacologica. Esistono ottimi farmaci che però devono essere valutati empiricamente. In psichiatria infatti il 30% dei farmaci non raggiunge lo scopo. Si possono però tentare altri farmaci. Cerchi di avere un lavoro più stabile e si allontani dalla sua famiglia di origine che potrebbe essere alla radice delle sue difficoltà. Questo non significa che deve abbandonare la loro compagnia, si tratta però di ridimensionarla. Lei infatti ha diritto a farsi una propria vita a trentasei anni di età.
Se le fa piacere mi faccia sapere come vanno le cose.
Colgo l'occasione di augurarle un buon proseguimento del 2023.
Dott.Gabriele Lenti
Psicoterapeuta Genova

Buongiorno Prisma,

grazie per aver condiviso la sua storia e come si sente. Mi sento innanzitutto di dirle che può uscire da questa situazione se lo vuole, certo è che bisogna osservare , accettare ed essere consapevoli di tutti i meccanismi in gioco sul piano psico-fisico. Mi sembra di capire che da una parte ci sia pesantezza rispetto ad alcuni temi sia sul piano individuale che relazionale/famigliare, questo si ripercuote anche su piano fisico che alimenta a suo volta il livello emotivo e mentale. Un pò come un cane che si morde la coda, è un circolo vizioso, uno schema che si ripete ma a cui si può porre rimedio. Lei già fa grandi passi: sa chiedere aiuto, ha perso 70kg, ha seguito un percorso di terapia 9 anni (questo vuol dire che è una persona determinata e che se inizia una cosa la fa). La vita poi è un viaggio in evoluzione quindi ottimo che abbia intrapreso un nuovo percorso terapeutico in questa fase. Dall'altra parte sento una grande voglia di vivere e una persona entusiasta che desidera fare molte cose. Mi sembra altresì di capire che lei ha un'ampia capacità di ascolto, di introspezione ed è molto disponibile nei confronti degli altri. Questa "morbidezza" cerchi di indirizzarla anche verso di lei. Tutte queste parti, al momento conflittuali, possono trovare un equilibrio. Credo ci siano dei nodi emotivi da riconoscere e sciogliere, il suo viaggio in terapia è un viaggio verso la liberazione quindi mi raccomando prosegua il suo percorso. Ci sono tanti modi di fare terapia, se sente che questa non è la sua strada può sceglierne un'altra.

Un caro saluto
Resto a disposizione

Se ha iniziato un nuovo percorso di psicoterapia, abbia fiducia nel suo terapeuta. Per funzionare una terapia è necessario che si crei l'alleanza terapeutica. Per cui le consiglio di ascoltare il suo terapeuta e fidarsi di lui, non cercare altri pareri (come questo) altre soluzioni (googelando ecc.)
Si fidi e si impegni
Le auguro una vita serena
dott. Rodolfo Vittori

Buongiorno,
grazie per la sua condivisione deve essere stato difficile per lei scrivere queste dolorose parole.
Ha avuto coraggio nell'esporre la sua sofferenza. Lei nonostante le avversità ha deciso di aiutarsi e questo è una pulsione di vita. Dalle sue parole sento molto dolore frustrazione e insofferenza, sento però anche la frustrazione di non riuscire a vivere come vorrebbe. Quello che posso dirle che esistono diversi tipi di psicoterapia e che lei è libero di scegliere quella che si adatta meglio a lei.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento e dubbio.
Ricevo in studio a Milano e Online
Mi contatti senza impegno.
Un caro saluto
Dr.ssa Cecilia Cicchetti

Buongiorno.
È un racconto di cui avverto tutta la pesantezza e le più sfaccettature, proprio come un prisma.
Mi sento di dirle che nessun percorso psicoterapeutico è semplice, in ogni caso dei compiti ci si trova a doverli svolgere.
Potrebbe essere anche proprio questa difficoltà, occasione di lavoro/confronto con la sua terapeuta; come anche l'avere scritto su questa piattaforma per cercare, comunque, aiuto.
Sono tutti elementi che credo valga lo sforzo, da parte sua, di portare all'attenzione della sua terapeuta così da capire insieme cosa costituisca "lo zoccolo duro" della situazione.
Le auguro il meglio e un caro saluto.

Buongiorno.
Penso che la sua situazione di malessere sia davvero pesante per Lei. Sta vivendo un blocco di cui non riconosce le origini, ed è ahimè normale, quando si è immersi nella propria sofferenza, non riuscire a vedere la situazione con distacco e razionalità.
Ha ben descritto come ha trovato compenso alle frustrazioni di scuola /lavoro/ attività attraverso il ricorso a qualcosa che inizialmente procura piacere : il cibo..
Penso però che dovrebbe concentrarsi proprio sulle frustrazioni. Hanno un senso di sacrificio, a mio parere, nel suo contesto di vita: c'è una mamma che ha fatto "mille sacrifici" per lei e che si deve comunque occupare di sua sorella. Non parla del papà.
Io indagherei sulla Sua condizione familiare: spesso i figli di sentono investiti di compiti anche se formalmente non richiesti, solo per amore e gratitudine.
Buon lavoro!

Salve ,posso capire che vivi in una situazione di forte disagio psicologico. La terapia può essere un modo utile per aiutarti a comprendere meglio le tue emozioni, a esplorare le tue esperienze e a sviluppare nuovi modi di pensare e comportarti.
Capisco che può essere difficile per te mantenere la motivazione per partecipare alla terapia e per svolgere i "compiti" assegnati dalla tua terapeuta. La terapia richiede impegno e dedizione, ma il cambiamento è possibile se sei disposto a lavorare su te stesso.
Ti consiglio di continuare con la tua terapia e di cercare di impegnarti al massimo.
Spero di averti fornito alcune informazioni utili e ti auguro tutto il meglio nel tuo percorso terapeutico.