Soffro perla sua confusione
Buongiorno,
A giugno ho iniziato a frequentare un ragazzo che conoscevo poco. Avendo io 30 anni e lui 32 abbiamo deciso di conoscerci mamtenendo comunque ognuno la propria individualità.
Abbiamo entrambi una situazione pregressa difficile, io avevo un partner violento psicologicamente e fisicamente e da quando l'ho lasciato sto facendo psicoterapia.
Lui aveva una partner che per due anni non gli lasciava scegliere cosa, dove e quando fare qualcosa, arrabbiandosi quando sceglieva da solo qualcosa per sè.
Lui è da ottobre che è apatico, nulla lo smuove, è sempre stanco ma trova qualsiasi cosa da fare pur di non andare a letto, mentre dorme parla agitato e si alza spesso (ma dice di aver dormito benissimo) e nell'intimità ha difficoltà a mantenere l'erezione adducendo di essere stanco e non sapere a cosa sia dovuto.
Ora in questi due mesi abbiamo iniziato ad uscire, a vivere dei momenti di quotidianità in casa sua, abbiamo iniziato anche a fare discorsi a lungo termine e mi ha presentata ai suoi colleghi.
Il tutto mantenendo i nostri impegi quotidiani.
Ora, è tornato dalle vacanze strano e, dopo avergli chiesto di parlare mi dice che è confuso, apatico, stanco, che non sente che sia scattato nulla (che se scatta scatta subito e non con la conoscenza) e che il fatto che senta il peso di prendere delle scelte tra i suoi impegni e me o i suoi impegni e i suoi amici lo fa pensare che è meglio stia da solo. Che non sa da cosa derivi questa voglia di libertà.
Che mi merito qualcuno che stia h24 appresso a me. Ma io a 30 questo non me lo aspetto e non ne sento la necessità.
Ora abbiamo chiuso ma io sto male perchè ho iniziato a legarmi a lui, a piacermi e non so cosa fare, soprattutto perchè a settembre lo rivedrò sicuramente.