Sensazione di infastidire la terapeuta
Buonasera gentili dottori, sono una ragazza di 21 anni.
Un anno fa ho deciso di contattarla per via di una invadente e pervadente tristezza che mi aveva portato a troncare rapporti con quasi tutte le persone intorno a me, a lasciare l'università, a peggiorare il già complicato rapporto con il cibo e rintanarmi in uno stato pressoché larvale in casa. Quante cose sono cambiate! Oggi posso dirmi davvero soddisfatta di come vanno le cose nella mia vita, sono felice. Non manco di farlo notare alla dott.ssa, (anche dopo tutta la negatività che le ho portato), vorrei sentisse che le sono grata per la competenza, la sensibilità e la pazienza che non ha mai mancato di dimostrare.
Qualche volta, solo ultimamente, dopo la seduta mi travolge una sensazione che da qualche tempo era presente ma rimaneva in sordina: mi sembra di non valere niente rispetto a lei, mi vergogno di come potrebbe giudicarmi (giudizio che ovviamente non esprime), ho la sensazione di essere arrogante, talvolta scortese e quasi di infastidirla. Il contatto con lei, il vedere quanto è brillante e quante iniziative conduce con successo e passione accresce in me un senso di inferiorità esagerato. Non capisco perché mi senta così, in realtà non ha senso mettersi a confronto con una donna nel pieno della sua carriera, laureata, sposata etc.
Stasera si aggiunge anche un fastidio mio verso di lei, forse per la prima volta in questo modo. Sento ancora il bisogno (e il piacere) di confrontarmi con lei, soprattutto adesso che la testa è un po' più sgombra di pensieri autodistruttivi. Può essere che queste sensazioni negative siano dovute al fatto che, stasera per esempio, abbiamo affrontato un argomento che ancora rimane scomodo e poco approfondito (l'alimentazione)?
Mi rendo conto che la descrizione sia poco chiara ma sarei grata se qualcuno di voi avesse voglia di esprimere una sua opinione. Grazie, cordiali saluti.