Salve a tutti, vorrei il parere di un esperto. Ho 28 anni e ho fatto una terapia dinamica di quasi 4 anni. Mi vergogno un po' a dirlo, mi sembra di esagerare, ma temo che il mio ex terapeuta mi abbia come ri-traumatizzata: mi ha negato la sua disponibilità a riprendermi come paziente dopo l'interruzione (avvenuta in maniera pacifica), nonostante avessi bisogno, e non mi ha dato spiegazioni chiare del motivo (a parte un vago "di solito non riprendo i vecchi pazienti") :( mi sono sentita RIFIUTATA e ABBANDONATA nel momento del bisogno, proprio le mie paure peggiori! CI ha messo tanto a conquistarsi la mia fiducia, mi diceva spesso che ero distante e che non avevo emozioni verso la terapia ma quando ho iniziato ad averle mi sono sentita non voluta. Questa cosa mi ha davvero turbata tantissimo, ne ho concluso che faccio bene a non coinvolgermi in nessuna relazione, che bisogna sempre essere solo razionali etc. E mi vergogno di essermi sentita così. Vorrei sapere se posso dire di esser stata in qualche modo "ri-traumatizzata", se è il caso di continuare la terapia con un'altra persona (anche se ho perso la poca fiducia che avevo)... o se semplicemente sono io che sono troppo sensibile. A volte ho pensato di incontrarlo per parlare di questa situazione ma 1) ho paura di sentirmi negare ogni tipo di chiarimento, 2) sono troppo orgogliosa. In tutto ciò soffro ancora di periodi ansioso-depressivi (che stavano migliorando con la terapia).
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6 MAG 2015
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Cara Sara
certo che il comportamento del suo ex-terapeuta è stato ben strano ed è certo che abbia costituito per lei un trauma ulteriore.
Io credo però che il suo terapeuta non abbia agito così per "abbandonarla", quanto per "difendersi" da lei avendo realizzato interiormente di non riuscire (per qualche motivo) a gestire la relazione terapeutica.
Da quanto lei racconta circa ciò che lui le diceva, e cioè di " essere fredda e di non provare emozioni nella terapia" si deduce che questo collega fosse molto bisognoso di avere riscontri positivi dal paziente-cliente ( forse a causa di sue insicurezze) e che avesse bisogno lui di essere sostenuto in qualche modo.
Detto questo ora lei (che comunque con l'aiuto di questo terapeuta ha fatto dei passi avanti) è nelle condizioni di riprendere un percorso costruttivo in psicoterapia e dovrebbe farlo con una persona nuova che corrisponda meglio alle sue nuove esigenze di essere accolta e compresa.
Questa che ha vissuto la consideri come " l'ultima scena degli abbandoni", cala il sipario ed ora i temi centrali della psicoterapia saranno altri, l'autonomia può essere quello centrale e quindi il suo nuovo terapeuta dovrà essere Autonomo e non troppo dipendente da gratificazioni e conferme.
Un sincero augurio
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna
2 OTT 2015
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Sara, io parlerei di ri-trau matizzazione più come vissuto personale che come condotta "oggettiva" del collega. Sicuramente può sembrare strano il fatto che non l'abbia riaccolta (io, per esempio, dico a tutti che, in futuro, potranno sempre contare su uno spazio personale con me). Tuttavia le motivazioni possono essere varie e non necessariamente ricondotte alla collega, sebbene così, a pelle, alcune sue (della collega)dichiarazioni, non mi siano piaciute. A questo punto, credo che, affidarsi ad un altro/a collega sia la cosa migliore, magari con obiettivi terapeutici un po differenti, ed in ogni caso, sarete voi due insieme a fissarli.
Buona fortuna, dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta Costruttivista Postrazionalista-Roma
6 MAG 2015
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Sara,
come mi dispiace leggere le sue parole! Ha proprio ragione a sentirsi arrabbiata con il suo ex terapeuta, che ha peccato di una grande superficialità, per come scrive di essere stata liquidata. Anche secondo me lei è stata ritraumatizzata...non riesco proprio a comprendere i motivi che hanno spinto il collega ad agire così con lei. Le consiglio di non lasciare a lui il potere di confermare questo trauma, ma di rielaborare questi vissuti permettendosi un'altra terapia con un professionista che abbia una particolare attenzione agli aspetti intrapsichici e interpersonali. Le auguro di risanare le sue ferite.
Cordialmente.
Dott.ssa Daniela Barone
6 MAG 2015
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Cara Sara,
ammetto di avere difficoltà nel comprendere la decisione del suo terapeuta e spero pertanto che ci sia alla base una buona motivazione terapeutica. Detto questo, concordo con i colleghi che le hanno consigliato di rivolgersi ad un altro professionista, in quanto è evidente la sua volontà di riprendere il percorso.
Le faccio un grande in bocca al lupo.
Dott.ssa Ilaria Visconti
5 MAG 2015
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Salve Sara, nelle sue parole ho sentito molto il dolore per essersi sentita rifiutata e abbandonata proprio dalla persona alla quale pensava di poter far riferimento nel momento del bisogno! Il rifiuto e l'abbandono potrebbero essere due temi molto importanti nella sua storia e la invito a cercare un altro terapeuta con cui stabilire un alleanza, una relazione di fiducia, ed esplorare insieme questi vissuti. Credo che sia davvero impossibile non coinvolgersi in nessun tipo di relazione... e anche se fosse possibile.. credo che vivrebbe comunque sempre con la paura di essere "ritraumatizzata". Come esseri umani, infatti, siamo per nostra natura portati a cercare contatto e relazioni con altri esseri umani. Una seconda terapia potrebbe aiutarla ad individuare eventuali esperienze dolorose del suo passato e aiutarla a superare il pericolo di possibili ritraumatizzazioni. Un sincero in bocca al lupo. Resto a disposizione per ulteriori domande. Dott. Massimo Perrini - Psicoterapeuta Psicoanalista Relazionale a Roma.
5 MAG 2015
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Sara,
Forse è' una prassi che utilizza il terapeuta, potrebbe provare a chiedere spiegazioni in merito. Mi permetto di dirle di non scoraggiarsi e cercare un altro terapeuta, se ha avuto miglioramenti,con il percorso terapeutico li metta in campo con un'altra persona e faccia un percorso nuovo. Potrebbe essere che ha bisogno di lavorare su altri aspetti della su vita.
Non si senta rifiutata e abbandonata ma ciò che ha appreso dalla terapia passata, lo metta in pratica, se la terapia si era conclusa significa che un certo tipo di lavoro era riuscita a farlo, si rimetta in gioco in modo diverso.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Verena Elisa Gomiero
4 MAG 2015
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile Sara,
la spiegazione che le ha dato il suo terapeuta per non riprenderla in terapia non mi sembra sufficiente e penso perciò che le debba migliori spiegazioni. Se esistono delle controindicazioni a prendere un paziente in terapia, esistono anche degli obblighi morali che ci impediscono di rifiutarlo, a meno che appunto non ci siano dei motivi deontologicamente fondati. In linea generale la psicoterapia è una terapia e come tale può anche essere errata e provocare danni: Non sembrerebbe questo il suo caso, dal momento che le ha prodotto dei miglioramenti, perciò si tratta probabilmente di indagare meglio se ci siano problemi nel rapporto professionale. Cordiali saluti
4 MAG 2015
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Buongiorno'
Se ha tratto giovamento dalle sedute non vedo il perche' non continuare con un altro terapeuta. Certo capisco le sue resistenze e la paura del cambiamento, o meglio rivolgersi a un nuovo terapeuta -fatto che di per se' puo' far emergere nuove tematiche non trattate col precedente terapeuta. Il professionista e' libero di scegliere il cliente come anche questo ultimo.
Dott Piatanida Silvia Roma