Psicoterapia e discipline sapienziali

Inviata da Lilith N. · 20 lug 2015 Orientamento professionale

Rifletto da un po' di tempo sul senso che ha assunto ormai intraprendere un percorso di terapia nella società attuale. Si parla così spesso di "mirare al benessere" e sembra questa espressione si sia trasformata in un luogo comune, in qualcosa di retorico e senza nessuna profondità.
Di quale benessere si parla? Di un minor livello di nevrosi? Di un maggiore livello di adattamento nel contesto sociale in senso lato? E se così fosse, a che cosa aspira tutto questo?

Io ho maturato un grande dubbio a riguardo ultimamente, perché noto che la mancanza di una riflessione a monte di un percorso terapeutico, sia da parte di terapeuta che paziente, potrebbe facilmente (e frequentemente) seminare e coltivare l'idea che la psicoterapia sia un equivalente dell'evoluzione sapienziale dell'intelletto, e non uno strumento per rendere possibile questa ricerca, che dovrebbe necessariamente essere affrontata e seguita attraverso altri ambiti disciplinari come la scienza, l'arte, la letteratura, la filosofia ecc.

Personalmente ho affrontato vari percorsi di terapia, alcuni fruttuosi e altri un po' meno, ma appunto per una diretta e duratura esperienza personale ho maturato questa riflessione. Sento che molto spesso il campo di azione e di competenza di questa disciplina si sfuma nell'immaginario del paziente, in quanto è poco definito anche in quello del terapeuta. A mio avviso questo problema potrebbe dare origine a mostruose decisioni monche di fronte a una questione etica complessa e autorizzarci ad assumere qualsiasi atteggiamento pur di "mirare al benessere" nostro. Un "benessere" che essendo mal definito rimane sempre il punto cieco della persona dietro cui possono nascondersi un'infinità di questioni irrisolte.

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Miglior risposta 27 MAR 2016

Buonasera Lilith, oltre ad essere d'accordo con la collega che le ha risposto aggiungerei una riflessione: sembra che le sia abbastanza chiaro cosa non dovrebbe essere una psicoterapia e a cosa sembra aspirare ma a cui lei non pensa dovrebbe. Le chiedo, dunque: secondo la sua esperienza, cosa dovrebbe essere per lei una psicoterapia? A cosa dovrebbe mirare? Sono convinto che la sua visione di questo strumento relazionale sia data da tutto ciò che, nelle sue psicoterapie, non ha funzionato e da cui ne ha tratto un vuoto emotivo, diventato epistemico, e da qui la sua domanda/necessità/bisogno (naturalmente, queste sono solo mie ipotesi). Le posso dire, umilmente, cosa è per me la psicoterapia (da ex paziente e da decennale psicoterapeuta): essa è uno strumento di cambiamento, dunque, sempre per me, il suo obiettivo è tautologicamente inserito nella definizione appena data: cambiare. Tutt'altra questione è: cosa, quando, chi, come, dove, perché, se è il momento giusto o sbagliato, quanto è potente questo strumento e, dunque, anche potenzialmente pericoloso, etc. etc.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista-Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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20 LUG 2015

Cara/o Lilith N.,
ti rispondo in questo modo.
L'Organizzazione Mondiale della sanità definisce la salute come "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia".

Tutte le forme di terapia mirano alla "salute" così intesa, dove ben-essere è qualcosa di più di ben-stare perchè implica fluidità, cambiamento, divenire...

Ecco perchè il costrutto di benessere ti sembra sfuggire: in effetti è sfuggente perchè in continua evoluzione.

Rivolgersi ad uno psicologo consente di acquisire strumenti utili per il proprio modo di essere da usare poi, in autonomia, costantemente nell'arco di vita, per modellare il proprio personale ben-essere in base agli eventi.

Qualche volta, inoltre, può essere necessario rivolgersi nuovamente al professionista per rinfrescare gli strumenti e per essere sostenuti nell'utilizzarli.

Un saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella


Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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