Rapporto madre/figlia
Sono figlia unica ed ho 29 anni, all'età di 18 anni mi sono trasferita a 250 km da casa per studiare e non ho più fatto ritorno.. Nel frattempo ho conosciuto l'uomo che questa estate è diventato mio marito. Il rapporto con mia madre è sempre stato complicato perché abbiamo caratteri opposti. Ulteriore complicazione è nata perché mia nonna (madre di mia mamma) (che ha sempre vissuto con noi poiché mia madre non ha mai lasciato la casa natale) ha avuto un ictus quando avevo 6 anni ed ha vissuto con noi per 12 anni, ovviamente i miei genitori ma soprattutto mia mamma si sono dovuti sacrificare non poco per garantirmi un'infanzia e un'adolescenza il più normale possibile. Vero è che i miei genitori di fatto si sono allontanati sempre più.. Il mio vero problema nasce nel 2009 quando ad un mese dalla mia laurea mio padre ha un ictus e la nostra vita va in pezzi nuovamente, fortuna vuole che le tecniche mediche siano migliorate e che la qualità della vita di mio papà si avvicinasse molto di più a quella di una persona sana rispetto alla condizione di mia nonna (rimasta paralizzata e senza parola), dopo poco più di un anno di assestamento, mio papà viene a mancare per un infarto del tutto inaspettato e nel giro di pochi minuti.
Vita spezzata un'altra volta... Ovviamente anche per me stavolta perché sono ormai grande e mi confronto per la prima volta con la perdita di una persona importante.
Io e mia madre abbiamo affrontato il lutto in modo completamente diverso... Il fatto è che lei, da sempre soggetta a sbalzi d'umore, da anni e anni in cura con calmanti o antidepressivi non ha reagito in alcun modo, o meglio in alcuni ambiti è riuscita ad andare avanti ma in altri è completamente fuori controllo... Per capirci una lampadina che va fuori uso in cucina è in grado di annichilirla per giorni come se fosse successo qualcosa di grave.
Negli anni ha perso quasi tutte le sue amicizie, ha litigato con tutti i parenti (rei di non starle vicino a sufficienza e di non capirla), non gioisce più di nulla. Capitano tre cose buone e una cattiva, vi si concentra solo su quella.
Io ho perso il lavoro un anno fa, da allora ogni scusa è buona per chiedermi una mano, scendo almeno una settimana al mese e la aiuto, ma comunque non faccio mai abbastanza secondo lei, passiamo ore al telefono per sentire i suoi lamenti, su quanto il mondo e la vita facciano schifo, su quanto siamo sfortunate ecc ecc
Adesso da pochi mesi abbiamo un nuovo problema, si è fissata che mio marito non le voglia bene e che a lui non interessi la sua situazione.. Quindi nella sua testa io dovrei schierarmi contro di lui, che non ha alcuna colpa se non quella di essermi accanto da 10 anni e di non poterne più di passare giornate sperando di non dire nulla di sbagliato e di camminare sulle uova, poco prima del matrimonio mia mamma ha deciso bene di urlare a mia suocera quando la disprezzasse come madre, dato che non si era occupata del nostro matrimonio (cosa abbastanza vera, ma non sarà urlando a 1000km che una persona è una cattiva madre e che pensa più alle tende del salotto che al benessere di suo figlio, che la convincerai a cambiare l'atteggiamento che ha da 60 anni :-))
Non so più come affrontare questa situazione, nei gg in cui sono più firte provo a vivere la mia vita ma ci sono gg come quello di oggi dove mi sento solo in colpa per non saperle stare vicino e per non riuscire a capire come aiutarla.
La mia colpa di oggi è che non ho ancora ritenuto opportuno convincerla a trasferirsi qui vicino a noi, quindi lei non verrà mai più a trovarci, la vedrò da sola e poi lei in giornata se ne tornerà a casa sua, non volendo dar noia a mio marito.
Ci sarebbero milioni di episodi, ma già aver scritto questo mia ha fatto un gran bene
Scusate lo sfogo...