Problemi università al primo anno
Buongiorno a tutti, scrivo qui perché sono davvero in crisi e non so come uscirne e forse un vostro consiglio potrebbe giovarmi. Allora, l'anno scorso ho finito la maturità classica con 100, questo lo devo in gran parte al mio senso del dovere che mi ha fatto sempre studiare senza mai tirarmi indietro. Dunque terminato questo bel percorso, credo di poter intraprendere qualsiasi facoltà se continuo a impegnarmi allo stesso modo. Al quarto anno, mi era balenata in mente l'idea di fare medicina ma poi, temendo l'eccessiva responsabilità del medico e una vita sacrificata per il lavoro, ho optato per la facoltà di fisica. Dopo un inizio discreto, cominciano i primi problemi: le mie lacune si fanno sentire, e le mie difficoltà aumentano. Torno a casa sempre più stanco, al punto da addormentarmi con gli occhiali ancora. Reggo ancora per qualche settimana e poi crollo: comincio a non frequentare più, attribuendo la colpa a docenti forse un po' troppo fiduciosi nelle nostre capacità e cercando di studiare con i miei ritmi. Questo non serve, e riesco a stento a passare una prova intermedia dal valore quasi nullo. Decido di cambiare facoltà ma mi ritrovo perso: frequento un paio di lezioni presso la facoltà di lingue straniere e per quanto mi piaccia, non mi entusiasma troppo, provo archeologia, economia sperando che la sicurezza di un impiego futuro basti, ma nemmeno qui riesco ad andare avanti. Sono completamente demoralizzato, ora ho il terrore dell'università: penso di non farcela, e anche se ce la facessi che mi ritroverei disoccupato dopo molti sforzi. I miei genitori mi appoggiano e mi hanno anche proposto di prepararmi al test di medicina e di lasciar perdere quest'anno: ma se non passo? E poi temo di andare in burnout per l'eccesso di studio (cosa che mai avrei pensato di dire, io che studiavo 5-6 ore al giorno al liceo). Fino a marzo posso ancora cambiare corso in uno di quelli aperti, magari lettere classiche perché alla fine si tratterebbe di cose più o meno già fatte ma non ho mai amato particolarmente la letteratura malgrado i voti più alti li avessi proprio in latino e greco. Vedo i miei amici che vanno avanti, non titubano come me (almeno all'apparenza) e io che resto in questo limbo. Sono mesi ormai che non riesco a decidermi. Non ho ben chiaro cosa voglia fare da grande: un lavoro con uno stipendio dignitoso che mi consenta anche di poter avere un po' di tempo libero. Mi piace molto parlare, e spiegare le cose, ma non so se mi vedrei come insegnante: e poi ritorniamo al discorso di prima, insegnare cosa? Come posso far amare le mie materie se io in primis non le adoro? Senza contare che gli insegnanti sono estremamente sottovalutati da questa società becera, e che per il lavoro stressante che fanno, anche sottopagati. Al liceo avevo risultati ottimi in ogni materia, perché mi impegnavo molto ma comincio a temere di non essermeli meritati. O meglio di meritarli solo in parte. Una forte motivazione che mi spingeva a studiare tanto era per il mio futuro, ma tutte le notizie che parlano di laureati con voti altissimi che si ritrovano disoccupati mi abbattono. So che i grandi cambiamenti, in questo caso dal mondo protetto del liceo a quello dell'università, portano confusione ma ormai sono mesi che sto così. Non è nemmeno un problema di sede, che si trova nella stessa città in cui abito. Ho sempre avuto grande fiducia nelle mie capacità, ma nel giro di pochi mesi, mi ritengo un inetto. Amici e familiari hanno grande stima di me, ma io non ne ho più. Ho parlato con un amico di famiglia, che fa lo psichiatra, e mi ha suggerito di prendere la vita alla leggera, di scegliere una facoltà e di vedere come va, ma perché non riesco a farlo? Perché non riesco ad impegnarmi come dovrei? Anche quando frequentavo e studiavo ero sempre convinto di non aver fatto abbastanza e mi sentivo in colpa per questo. Al liceo non pensavo al futuro perché, vuoi la minore età e consapevolezza, e perché potevo fare qualsiasi facoltà e quindi ero tranquillo. Adesso so che la mia scelta, limiterà, come è giusto che sia, il mio ambito lavorativo per sempre e questo anche mi spaventa.