Primo anno di università: zero esami e pressione da parte di mia mamma
Salve a tutti,
Premetto che sarà un testo abbastanza lungo, non Vi toglierei tutto questo tempo se non fossi in una situazione disperata.
Sono Serena una ragazza di 21 anni e sto frequentando il primo anno della facoltà di psicologia. Come si può comprendere dal titolo, l'anno andato decisamente male. Mi spiego meglio: sono sempre stata una ragazza studiosa, ho sempre rinunciato a qualsiasi cosa per preparare una verifica o un'interrogazione e, infatti, sono uscita dal liceo classico con 92/100. Premetto che durante il liceo ho spesso avuto problemi di salute, di conseguenza stavo spesso a casa e preparavo da sola buona parte delle lezioni, ma questo mi causava tanta ansia e paura del giudizio dei miei professori e dei miei compagni, per questo cercavo di studiare più ore possibile (anche 8/9 al giorno, dopo 6 ore di scuola) e ho iniziato a soffrire anche di depressione mai curata e mai presa sul serio da mia mamma.
Quest'anno ho iniziato l'università e da qui è anche iniziato il mio declino didattico: ho cominciato a fare parecchia fatica a stare sui libri, ogni volta mi vengono attacchi d'ansia o di panico, vado in crisi e comincio ad avere mille pensieri negativi, a credere di essere troppo lenta (e lo sono, ho un metodo di studio "da liceo") e vado in crisi, demoralizzandomi e demotivandomi. Per questo motivo non ho ancora avuto il coraggio di dare un esame e questo non sta andando per nulla giù a mia madre: ha iniziato a farmi pressioni sullo studio, a rinfacciarmi qualsiasi cosa fatta per me nel corso dei miei anni di studio, a controllarmi, a mettermi fretta sulle decisioni, a dirmi che sono un peso, un fastidio, un disturbo, una persona incapace che non avrà mai nulla nella vita e che a sua volta non sarà mai voluta da nessuno, che con il mio diploma non otterrò nulla, che ormai è tardi per iniziare un nuovo percorso, che ho fallito...e altre cose così, le quali mi fanno passare ore in prenda all'ansia e alle crisi di pianto. Il mio sogno dai primi anni del liceo è di spostarmi in un'altra città, dal momento che vivo in un piccolo paesino privo di mezzi pubblici, di negozi e di persone della mia età con cui uscire, sono lontanissima dall'università (come lo ero dal liceo), dai miei amici e mia mamma non è mai stata una persona vogliosa di darmi passaggi neanche fino alla stazione dei pullman più vicina. Insomma, sono sempre stata e sono tuttora abbastanza isolata dal mondo, dovrei prendere la patente ma per la questione covid-19 ci sono ritardi e, oltretutto, mia mamma mi ha già preannunciato che non potrò muovermi in macchina oltre alla stazione dei pullman. Ovviamente le ho detto dell'idea di andare fuori sede (in realtà mi aveva proposto lei di guardare altrove, ma la mattina successiva alla proposta, per cui io ero felicissima, ha dato di matto a riguardo): è letteralmente impazzita e in qualche modo mi ha come dichiarato guerra. Non vuole che io vada via neanche fra qualche anno, devo restare qui in questo paesino, perché dice, oltre ad una serie di cattiverie per cui mi sono sentita sminuita, offesa, mortificata (ci è andata giù tanto pesante), che come lei non ha fatto quello che voleva nella vita per vari avvertimenti, posso tranquillamente rinunciare anche io a quello che voglio e che comunque, se decidessi di sposarmi, lei non vorrà avere a che fare con me e non mi sosterrà più. Dice che io non sarò mai in grado di studiare e lavorare insieme, che sono meno degli altri, che non ho motivazione, che tanto fallirò, che sono una pazza malata di mente, una persona pessima, cattiva ed egoista che è solo un peso per lei (mio padre è sempre stato poco presente, quindi so che non potrei chiedergli nulla). Io sto impazzendo, la situazione è degenerata, le pressioni crescono giorno dopo giorno. Mi sento in gabbia ho bisogno di andare via da qui, di cambiare vita, ma rischierei di troncare i rapporti con mia madre e di non poterle più parlare da figlia, né in bene, né in male.
Cosa posso fare?
Vi ringrazio infinitamente per l'attenzione e mi scuso profondamente per averVi tediato con mille informazioni.
Cordiali saluti,
Serena