Preoccupazioni/ansia/controllo

Gentile utente

Mi colpisce la sua attenzione nei confronti delle emozioni: comprenderle è fondamentale per conoscerci e prendere delle decisioni. Potremmo dire che le emozioni sono la bussola che ci orienta nel mondo.
Ad ogni modo, affinché tutto questo possa avvenire, dobbiamo darci lo spazio e il tempo necessario per sentirle. Non crede che, nel tentativo di etichettarle, agisca un controllo nei loro confronti?
Così, rischia di ottenere l’effetto opposto a quello sperato, trovandosi spiazzato e provando ansia. Non è possibile rapportarsi ad esse in modo razionale e catalogante.
Inoltre, non si “guarisce” dall’ansia che è un segnale molto utile per noi, ci mostra che qualcosa non va e che dobbiamo prestarci attenzione.
Si può imparare però a non essere paralizzati dall’ansia, ad evitare circoli viziosi che la fanno aumentare, scoprendo quali emozioni emergono e a seguito di quali dinamiche esistenziali che possono essere cambiate in modo più sano per noi.
In bocca al lupo

Gentilissimo, da ciò che scrive mi sembrerebbe che si sia “imbrigliato” in un circolo vizioso generato dallo stato d’ansia. È come se avesse “esternalizzato” il tono del suo umore trattandolo come se fosse un oggetto distante da se, indice di salute/ malattia. Potrebbe succedere che l’ansia vissuta la porti a ricercare un controllo nel tono dell’umore ma è un modo di guardarsi inficiato dallo stato emotivo che vive in questo momento! Non trovando risposte la sua ansia aumenta in modo esponenziale portandola ad attuare questo meccanismo infinite volte. Il tono dell’umore “nei limiti della norma” è definito come umore eutimico che comporta l’assenza di stati di tristezza/rabbia/apatia e di esaltazione/euforia dove invece il l’umore è eccessivamente alto. L’umore eutimico è un tono affettivo stabile o neutrale senza sbalzi positivi o negativi. È difficile per una persona “etichettare” il proprio umore come eutimico poiché portiamo attenzioni alle variazioni quando generano un cambiamento significativo nel nostro modo di sentirci, come quando siamo felici per un invito a cena o tristi per una rottura. Credo però che sia importante per lei uscire da questo rimuginio mentale , che è tipico degli stati ansiosi, perché trovare l’etichetta giusta non penso la farà stare meglio. Facilmente il disagio che prova, l’ansia, andrà a cercare un altro oggetto a cui legarsi. Credo che quello che la aiuterebbe, invece, sarebbe prendere le distanze da questo meccanismo e lavorare sui motivi che l’hanno portata 3 mesi fa a vivere gli stati acuti d’ansia che ha descritto. Le consiglierei di iniziare un percorso terapeutico in questa direzione; la aiuterà a comprendere le emozioni che prova in modo autentico senza ricercare etichette .. Spero di esserle stata d ‘ aiuto, cordialmente , Dott.ssa Laura Della Ratta

Gentile utente, dar voce e forma alle proprie emozioni è sempre importante. Forse un aiuto professionale potrebbe aiutarla a vedere la sua situazione anche da una prospettiva esterna ed essere guidato ad esplorare meglio ciò che sente. Dal suo messaggio si evince, almeno personalmente, una grande confusione circa se stessi e il bisogno di fare chiarezza. In fondo l'uomo per natura è spinto a conoscere ciò che lo circonda, compresi i suoi stati d'animo, e quando la conoscenza sembra preclusa può subentrare frustrazione e doloro. Fare chiarezza e dare voce alle sue emozione potrebbe essere il primo passo per riprendere in mano la sua vita e penso che in questo uno psicologo potrebbe aiutarla certamente. Spero di essere stato d'aiuto.

Distinti saluti, Dott. Morgione Massimo

Buongiorno,
è molto importante esprimere le emozioni e riconoscerle ma non è necessario controllarle continuamente.
L'ansia e la paura sono delle emozioni e non c'è nulla da guarire, passano quando hanno esaurito il loro scopo.
Piuttosto è importante far chiarezza su quello che vogliono dirci, la paura infatti è un'emozione fondamentale che ci consente di scappare dai pericoli ma diventa disfunzionale nel momento in cui si vedono dei pericoli lì dove non ci sono.
Ha vissuto una situazione molto stressante ed è normale lo stato di allerta iniziale ma si dia il permesso di andare oltre le paure irrazionali.
Ha solo bisogno di "lasciarsi andare" e di ascoltarsi di più e un professionista potrebbe aiutarla in questo.
Un cordiale saluto
Daniela Rega

Caro 30ennesilenzioso,
Da quello che scrive sembra che abbia creato una trappola in cui si interroga costantemente su come si sente e sia diventato particolarmente sensibile ad ogni tipo di sensazione che arriva. Ci sono sicuramente dei comportamenti che attua che mantengono in vita il suo problema ad esempio il monitoraggio costante delle suo sensazioni. In fondo chi cerca trova! Se vuole parlarne meglio la invito ad un primo colloquio gratuito online. Mi contatti in privato se desidera effettuarlo.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita

Buongiorno,

sembra che con quel periodo di tre mesi fa, qualcosa sia cambiato dentro, con l'idea anche che possa essere cambiato in modo irrimediabile, con, immagino, l'ovvia paura conseguente. Forse è possibile vedere questa ansia non tanto come il problema in sé, ma come il segnale di qualcos'altro, di questioni più profonde che potrebbero essersi trovate "liberate" dopo quel periodo di stress che mi sembra di capire sia stato pesante sia per lei che per sua madre.
Mi incuriosisce il nome con cui si è firmato, "30ennesilenzioso", e mi chiedo quanto possa dire di lei. Ora ovviamente ipotizzo, ma chissà se quell'essere silenzioso non racconti anche di una sua tendenza a reprimere, a mettere da parte, a non raccontare di sé, forse proprio a se stesso, visto che oggi si trova a non sapere cosa prova in alcuni giorni.
So che può essere difficile, ma se questo cambiamento interno è effettivamente una breccia che si è creata nel suo mondo emotivo, forse può essere il momento di entrare e dare un'occhiata, con cautela, facendosi aiutare in questo. Forse potrà scoprire di sé qualcosa che ad un certo punto potrà permetterle di gestire meglio questa ansia e non solo.

Un saluto
Dr. Luca Bacchiega