Perché sono incostante?

Inviata da Serena · 18 ott 2022 Autorealizzazione e orientamento personale

Ho 24 anni e vivo con la mia famiglia (siamo in 5).
La nostra situazione economica complessiva è molto precaria, tecnicamente mio padre percepisce una pensione di invalidità, mia madre sta ricevendo un sussidio di disoccupazione ma presto la sua erogazione verrà interrotta.
In famiglia nessuno di noi figli lavora - non che non ci abbiamo mai provato, anzi, ma ultimamente non è stato facile avere dei contratti stabili o trovare qualcosa alla nostra altezza. I miei fratelli infatti sono considerati troppo poco qualificati per alcune professioni mentre troppo titolati per altre. Pur avendo titoli di studio non trascurabili (uno di loro è persino laureando magistrale), non sempre vengono ricontattati dai recruiter a cui inoltrano i loro cv. E non è una mia fantasia: anche io che ho un liceo classico vengo considerato un incompetente, per cui se non ho la laurea alcuni mestieri (nelle risorse umane, impiegatizi, di comunicazione e così via) non li "posso" semplicemente fare.
Non sono nemmeno il tipo di persona che si accontenta del minimo solo per i soldi, per quanto affascinanti e per quanto il background suggerirebbe di buttarsi in qualsiasi situazione e basta: sembro degli ingrati, ma non lo sono.
Comunque, qualche lavorato l'ho fatto, o almeno ho provato a farlo, ma con scarsi risultati.
Ho interrotto tutti i miei rapporti di lavoro quasi sempre anticipatamente, avvalendomi del diritto di recesso qualora fossi ancora in un periodo di prova o stessi svolgendo un tirocinio. Quando mi sono ritrovato a fare un full time dietro una scrivania per 6 mesi sono scappato già il secondo giorno, lo stesso quando facevo dieci ore al giorno in un ristorante. Ho mollato anche uno stage part time come aiuto cuoco, un contratto come addetto alle pulizie, ho fatto lo steward a bordo di bus turistici sempre andandomene dall'oggi al domani, pur avendo dichiarando - in tutti questi casi al momento dell'assunzione - di esser appassionato e di sentirmi portato per quel mestiere. I miei datori di lavoro rimangono sempre di stucco nel vedermi prima molto preso e poi totalmente cambiato.
I miei amici mi dicono che devono accettare che un lavoro qualsiasi potrebbe non essere il lavoro della vita, e io ne sono anche consapevole.
Ma allora perché non rimango mai dove cerco di crearmi una seppur minima carriera? Perché devo sempre autosabotarmi? E quanto a lungo ancora potrò giustificare gli interminabili buchi nel curriculum o i brevissimi contratti, campando scuse che nemmeno io vorrei usare per giustificarmi?
Che cosa mi manca?
Perché ogni volta che inizio un nuovo lavoro devo poi tornare sui miei passi?
Che cosa mi sta succedendo?
Riuscirò mai a stabilizzarmi, anche se continuo a camminare con il freno a mano tirato, come è successo finora?
È la mia paura di non farcela?

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Miglior risposta 4 NOV 2022

Le manca solo l'umiltà e dunque la propensione al sacrificio. Papà invalido e mamma disoccupata. Però vi hanno permesso di accedere a dei titoli di studio superiori. Sì svincoli dal senso di umiliazione che le deriva dagli insuccessi professionali della sua coppia genitoriale e anche dalle pretese di successo che tali insuccessi hanno scatenato in voi fratelli. Abbassi dignitosamente la testa e si rimbocchi le maniche. Guadagnarsi la vita in modo onesto è un approdo auspicabile a prescindere dalla mansione svolta.
Rammento una frase di Sai Baba degli anni 80 che ho apprezzato molto: "Se non puoi fare ciò che ami impegnati ad amare ciò che fai".

Tiziana Viol Psicologo a Vittorio Veneto

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27 OTT 2022

Buongiorno,
entrare nel mondo del lavoro è un'esperienza che comporta un cambio di ruolo all'interno della famiglia e della società tutta e comporta anche una maggiore indipendenza economica ed una conseguente possibilità di proiettarsi in progetti futuri all'infuori della famiglia. Insomma è un cambiamento enorme e sostanziale e per certi versi incancellabile. Forse sono proprio la difficoltà e la paura a separarsi dalla famiglia e a sentirsi "grande" che la frenano.
Spero di averle dato qualche spunto utile,
un saluto
Liliana

Dott.ssa Liliana Argenziano Psicologo a Padova

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24 OTT 2022

Gentile utente,
lei è consapevole che in fondo non è il lavoro che manca bensì la sua capacità di adattamento in una situazione familiare di precarietà economica.
Fatta eccezione per suo padre invalido, oltre a lei anche gli altri componenti della famiglia potrebbero forse attivarsi un pò di più per trovare lavoro.
Ad ogni modo, per correggere la sua personale tendenza all'autosabotaggio è consigliabile approfondire tale problematica in un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapoeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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20 OTT 2022

Salve Serena,

Apprezzo il suo discorso e in particolar modo la sua assunzione di responsabilità nell'autosabotarsi. Credo sia un ottimo punto di partenza per un percorso terapeutico efficace. Esprime chiaramente la paura di non farcela, cosa significherebbe questo per lei?

Valuti un sostegno professionale,
Un caro saluto.

Dott.ssa Giovanna Marcacci

Dott.ssa Giovanna Marcacci Psicologo a Tortoreto

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19 OTT 2022

Gentile Serena,

Intanto la ringrazio per aver condiviso in modo prezioso la sua situazione di disagio e i suoi dubbi. Comprendo che la situazione economica famigliare in cui vive la spingerebbe a doversi "sbrigare" nel trovare una stabilità per aiutare o quanto meno rendersi indipendente. Accade spesso, nelle situazioni in cui apparentemente sembra più ragionevole e urgente prendere una strada, che siamo proprio noi stessi, inconsapevolmente, a rimanere fermi o a scegliere tutt'altra alternativa. I momenti di blocco sono sempre significativi perché accendono la spia di allarme su un'emozione o un bisogno che abbiamo messo a tacere e di cui, così facendo, finalmente ce ne rendiamo conto e, forse, per la prima volta anche "cura". Le consiglio un percorso di sostegno psicologico, anche presso un consultorio o una struttura pubblica, in modo da non essere troppo gravoso a livello economico.

Un caro saluto,
Dott.ssa Viviana Ciavatta

Dott.ssa Viviana Ciavatta Psicologo a Monterotondo

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19 OTT 2022

Gentilissima Serena, innanzitutto grazie per la condivisione. Sicuramente la situazione che riporta non è facile, sia da gestire che da esperire. Ha mai pensato di intraprendere un percorso di terapia? Parlare con uno specialista potrebbe aiutarla a esplorare e comprendere a fondo le motivazioni sottostanti le difficoltà relazionali e di lavoro che descrive. Comprendo le difficoltà economiche, ora vi è la possibilità di richiedere il bonus psicologo, potrebbe aiutarla!
Resto a disposizione
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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19 OTT 2022

Salve Serena,
Comprendo il conflitto interiore che vive, tra i continui tentativi di trovare un'occupazione ed iniziare un percorso professionale e la spinta all'autosabotaggio, che la porta a rinunciare a qualsiasi nuova opportunità quasi prima ancora di cominciare. Va riconosciuta la persistenza dei suoi sforzi, come pure l'assunzione di responsabilità: Lei non cerca scuse, non si nasconde dietro alibi come sfortuna o superiori cattivi, sa bene di essere Lei a rinunciare senza darsi la possibilità di mettere alla prova sé stessa e il lavoro di turno. Ci possono essere diverse spiegazioni per questo, ma la prima cosa che colpisce nel suo messaggio è la descrizione di una famiglia di 5 persone, in cui nessuno lavora. Non conoscendo la situazione, posso solo immaginare la presenza di varie difficoltà in questo campo. Rimane il fatto che è difficile non ipotizzare l'influenza di una cultura familiare, un modello appreso da tempo, che come minimo non la sostiene nella ricerca di una realizzazione attraverso il lavoro. Un percorso psicologico potrebbe esserle di grande aiuto nel prendere consapevolezza di queste forze che agiscono sul suo modo di pensare e agire rispetto al lavoro. Non è un compito facile, ma faccia appello a quella parte di Lei che La porta a tentare sempre niove strade, e che l'ha spinta a scriverci qui. Se una terapia privata avrebbe dei costi proibitivi, provi a informarsi sui centri pubblici nella sua zona.
Le faccio i miei migliori auguri,
dott.ssa Francesca Calvano

Dott.ssa Francesca Calvano Psicologo a Roma

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19 OTT 2022

Salve Serena, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Anonimo-181068 Psicologo a Roma

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