Aiuto per sensi di colpa

Inviata da Mery · 10 dic 2023 Terapia di coppia

Buonasera a tutti.
Sono una ragazza di 31 anni e da 6 anni ho intrapreso una relazione a distanza con un ragazzo di 32 anni.
Stavamo bene nella relazione ma per me sono stati anni abbastanza tormentati in quanto io come persona cerco di più la vicinanza invece che l’indipendenza e non sono mai praticamente riuscita ad accettare fino in fondo questa situazione, se non i primi 2 anni.
Per me era diventato un non vedere un futuro. Ed è diventata piano piano un’ansia. Un’ansia nel ricercare sempre di più le attenzioni, la presenza, l’affetto che non mi arrivavano come volevo io. Un’ansia però che non mi aveva portato a dire basta ma che mi ha portato a chiedere a lui più vicinanza. Ovviamente non ricevuta. Anzi, più la chiedevo più ricevevo l’opposto.
Tutto questo ha creato dentro di me una sorta di dipendenza: dipendenza data dal non ricevere quello di cui avevo bisogno nei momenti di lontananza al riceverli nel momento di vicinanza. Meno ricevevo e più lo ricercavo arrivando ad annullarmi come persona.
Solitamente ci vedevamo il weekend e per me non poteva esistere “saltare un weekend” a costo di rinunciare ai miei impegni sociali magari.
Lui è sempre stato una persona molto indipendente: l’indipendenza è una cosa fondamentale per lui. Per non arrivare a far perdere la sua persona. Per sentirsi vivo. Ha bisogno di libertà. Io a quel tempo la vedevo come una mancanza di interesse da parte sua ma che non bastava per farmi dire basta.
Tutto questo aveva incrinato la relazione: litigavamo quasi sempre, ognuno a cercare di far valere le proprie posizioni. Siamo arrivati a vivercela veramente male e questo ovviamente ha portato alla rottura ad un certo punto. Rottura che è avvenuta da parte sua e la cosa mi ha ammazzata dentro.
Abbiamo entrambi iniziato un percorso psicologico.
Personalmente la cosa mi ha portato una sofferenza mai sentita nella mia vita e diciamo che ero arrivata al punto da essere praticamente ossessionata da lui. Non riuscivo a lasciare andare dentro di me quella persona. Quindi ero sempre presente per cercare di recuperare il mio rapporto quando in realtà mi arrivavano le peggio cose. Ma non mollavo. Mi raccontava che frequentava altre persone. E non mollavo. Per me c’era solo lui. Ero a pezzi.
Fino a quando dopo 4 mesi di sofferenza totale non mi sono imbattuta in una lettura: attaccamento ansioso ed evitante. Per me era diventato quasi un mantra il tutto. Ci rivedevo in tutto. Ne parlai quindi con la mia psicologa e mi disse che avevo azzeccato in pieno la cosa.
Quello che ho sbagliato in quel momento è stato il cercare di far capire all’altro che c’era una spiegazione logica a tutto questo senza fargli fare il suo percorso personale senza ostacoli. Per me, dopo aver capito queste cose, tutto sarebbe stato risolvibile. Anche lui si rivedeva nella cosa infatti decidemmo di rifrequentarci ma duró poco: 2 mesi. E lui ad un certo punto scappó, facendomi capire che per lui non significavo più nulla se non sesso. La cosa mi distrusse ancora di più e dopo aver lottato per 7 mesi mollai il colpo. Quelle parole mi avevano fatto troppo male. Sparii e lo bloccai su tutto. Ero arrivata allo stremo delle mie forze ed era arrivato veramente il momento di pensare a me stessa.
Dopo un mese dalla mia sparizione mi ha ricercata. Dicendomi che era da quando gli avevo messo la chiusura totale che gli stavo tornando in mente sempre di più. Che forse avevo ragione e che sarebbe stato disposto a venirmi incontro e ad andare incontro alla convivenza Perchè Se dopo tutto quel tempo mi aveva ancora in testa un motivo ci doveva essere. Dopo un po’ di tentennamenti da parte mia e alcuni mesi di ri-frequentazione con piccole discussioni di assestamento gli ho aperto le porte di casa. Ci ho messo tanto tempo a riacquistare la fiducia in lui. Ma stavamo bene. Era una persona diversa: mi dava quelle attenzioni che non mi aveva mai dato. più presente. Stavo bene. Come poi stavamo anche prima che iniziassero quelle dinamiche malate a mio avviso. Dopo 5 mesi di convivenza e dove a me sembrava di vederlo normale e tranquillo è sbottato. Si, Magari ogni tanto aveva bisogno dei suoi spazi e glieli lasciavo proprio perché non mi ero scordata delle cose che avevamo appreso entrambi sul suo bisogno di spazi rispetto al mio. Ma quando ho visto che era da 2 settimane più freddo e distaccato ho iniziato a chiedere spiegazioni e al mio chiedere È sbottato e Mi ha iniziato a dire che aveva nuovamente bisogno di spazi, che si sentiva bloccato, che non sentiva più gli stimoli che aveva inizialmente nel mio confronti e ha preso la sua roba ed è andato via.
Eravamo a settembre. Dopo 3 giorni di silenzio in cui ho rispettato il suo silenzio si è fatto risentire. E forse ho sbagliato io a non chiedere troppe spiegazioni perché non volevo mettere il dito nella piega ma io stessa arrivai alla conclusione che per il suo bene e a quel punto anche il mio, dovevamo fare un passo indietro. Ognuno di nuova a casa sua.
Da quel momento non gli ho più chiesto niente. Magari veniva un weekend ma poi si prolungava una settimana (visto che lavora in Smart working) e le cose mi sembravano tutte normali. Ogni tanto qualche screzio ma insomma, come in tutte le coppie. Non percepivo nessun malessere da parte sua. Passavamo del tempo insieme, ridendo, scherzando.. vivendo la quotidianità con la differenza che c’era sempre da organizzare gli spostamenti ecc. (in quanto appunto la sua base non era più casa mia ma casa sua). Io, che nel mio habitat non avevo praticamente più amicizie per fatti gravi successi in precedenza ho iniziato a non coltivare più le mie poche amicizie rimaste Perchè lontane. E in quanto lontane non erano mai messe davanti al vedere lui. Sapevo che se non vedevo lui un weekend mi dava fastidio. E dentro di me avevo la sensazione di non tranquillità dopo l’episodio di settembre, come se da un momento all’altro la sua presenza poteva non esserci più. È sempre stato molto altalenante in tutto, molto incostante in tutto e questa paura era insita centro di me. Quindi se vogliamo ero ritornata un pelo indietro alla situazione di un anno prima. Ma stando mooolto meglio e vedendo lui tranquillo in realtà non ci davo troppo peso. Stavo lavorando su me stessa per riuscire ad uscire da alcuni miei schemi e ricercare maggior individualità. Ero focalizzata a cambiare lavoro perché mi stava esaurendo. Insomma. Ero centrata.
Fino ad arrivare allo scorso weekend. Weekend tranquillo. Fatti anche progetti. Pensato alle organizzazioni. Ho tirato fuori il weekend di Natale per prenderlo in esame e siccome la sua famiglia dopo 6 anni avrebbe avuto il piacere di conoscere la mia gli ho proposto di organizzare magari quel weekend li insieme a loro. Risposta “prima di mettere di mezzo la famiglia dobbiamo capire dove stiamo andando noi”. Beh spiazzata. Per l’ennesima volta spiazzata. Ho ascoltato le sue spiegazioni. Sente che siamo diversi (la diversità è che io vado maggiormente al come vestirsi e lui no), abbiamo visione di vita diverse. E che lui aveva bisogno di spazi che non gli ho dato. Alla domanda “cosa provi”: “solo affetto penso”. Sono arrivata a dirgli di prendere le sue cose e andarsene. Ero esaurita da tutti questi discorsi. Non ne potevo più. 2 giorni di silenzio dove comunque la sofferenza c’era ma da parta mia c’era anche la consapevolezza che questa volta non avevo fatto niente e se le cose non erano andate non potevo farci niente. Anche perché ero sempre più certa che, per come avevo vissuto le cose, non ero io il problema ma lui che non sa stare in una relazione fondata sulla vicinanza e sulla condivisione quotidiana. È come se quando la cosa si fa un po’ più seria lui si trovasse dentro di se giustificazioni non reali per andare a dare un senso a quello che è il suo malessere, che non comprende, sulla vicinanza e la condivisione. Che sicuramente, tutt’ora, visto che ne abbiamo parlato, semmai dentro di lui sono inconsci questi meccanismi di protezione.
Perché scrivo peró. 2 giorni che non ci sentivamo. Mi vedo arrivare un bonifico da parte sua con i soldi che secondo lui era giusto darmi per i mesi che era stato qua. Ci siamo sentiti e la situazione si è ribaltata. Che lui ha fatto di tutto per starmi vicino e io ne ho approfittato adagiandomi e non facendo più niente per lui pur sapendo che aveva bisogno dei suoi spazi. Ma quello che mi chiedo io è: come potevo capirlo se non chiedendo più niente vedevo che era presente e non vedevo il suo malessere?
Mi ha iniziato a dire che non facevo niente per realizzarmi come persona e questa è l cosa che mi fa più male in assoluto. Perché è vero, non ero riuscita a mollare questo lavoro che mi toglieva sempre più energie ma non poteva farmene una colpa. Ma mi sono iniziati a venire questi sensi di colpa estremi e l’ho ricontattato chiedendogli scusa per non averlo compreso (anche se secondo me era impossibile comprenderlo visto che non diceva niente e lo vedevo normale) e che mi dispiaceva. Siccome provo sentimenti per lui bastava sapere le cose e ci si veniva incontro come in tutte le coppie che risolvono le cose. Che non era mia intenzione farlo stare male e che con un dialogo si sarebbe risolto tutto. Muro. Muro altissimo da parte sua. Quindi basta, è finita. Ora la decisione l’ha presa lui. È riuscito a ribaltare la situazione.
Io sto veramente male perché so razionalmente che non ho fatto niente di male. Ma mi sento iper in colpa. Sto pensando sempre di più che non lo fa apposta a provare questi sentimenti negativi ma che per lui sono come reali e che secondo me sono dovuti al suo non riuscire a mantenere la vicinanza (evitante come sempre). Sono nella fase che vorrei fare di tutto per farglielo capire ma sto zitta. So però dentro di me che non sto bene e il pensiero è rivolto costantemente a lui. avete qualche consiglio?
Sono talmente giù di morale che sono giornate morte, in cui il divano è il mio migliore amico. Piango a caso. E sto cercando di razionalizzare ma non ci riesco. Mi manca anche se dopo l’ennesima cosa che ha fatto dovrebbe esserci solo rabbia a mio avviso.
Anche se so che con questi presupposti di incostanza nella relazione non sto bene sono arrivata al punto che spero ancora che le cose possano cambiare. Spero che si renderà conto con la distanza della mancanza.
Io dovrei pensare a me stessa e basta. Ma essendo arrivato come un fulmine a ciel sereno e rivedendo elementi contraddittori mi sto veramente logorando dentro. Non riesco a farmene una ragione e i sensi di colpa mi stanno logorando.
Scusate per la lunghezza.
Grazie

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