Salve, sono qui perchè non riesco proprio a capirmi più, non riesco a capire perchè reagisco in questo modo. Cos' ho di sbagliato.
Ogni volta che mi si prospetta una novità, ogni volta che ottengo ciò che voglio poi rovino tutto.
Frequentavo l' università, studiavo come una pazza per mesi, poi quando arrivava il giorno dell' esame, mi prendeva l' ansia,iniziavo a pensare che non ero pronta, pensavo che se il professore mi avesse fatto una domanda alla quale non sapevo rispondere avrei fatto una figuraccia, insomma finivo poi per non andare. Trovavo un tirocinio da fare e iniziavo a pensare: eh però è lontano, poi non ho tempo di studiare. E non andavo.
Trovavo la relatrice, dovevo fare i colloqui e niente non andavo.
Alla fine ho abbandonato l' università perchè nella mia mente ho creato pensieri negativi. L' ansia e lo stress li ho riversati sul mio intestino e non potevo più nemmeno uscire perchè ogni volta mi agitavo e dovevo andare in bagno.
Ora sto cercando lavoro. Dopo due anni di ricerca, pochi giorni fa ho trovato il lavoro che cercavo: vicino casa perchè non ho la macchina, tante ore, soldi accettabili, ecc. .
Il lavoro riguarda fare da baby sitter, la signora mi fatto fare due giorni di prova. La bambina si è affezionata a me. Io mi sono trovata bene. Oggi avrei dovuto iniziare ma da sabato ho iniziato ad avere ansia, ho pensato che non sarei stata in grado di badare a lei, e se si fosse fatta male? E se si fosse strozzata con il cibo? E se l' avessi persa di vista? Eh, poi lo stipendio comunque è basso per tutte queste ore!!
Ecco questi pensieri mi hanno portata a rifiutare il lavoro ed ora mi sento malissimo, so che ho fatto male, che quelle erano tutte scuse ma non riesco a capire perchè faccio cosí. Era quello che volevo! Il lavoro che cercavo da due anni! Per favore, se voi riuscite a capire qualcosa dal mio comportamento rispondetemi e datemi dei consigli. Grazie per il gran bel lavoro che fate.
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1 NOV 2017
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Buonasera Alessia,
Credo che Lei non capisce il Suo comportamento perché le Sue emozioni sopraffannano le Sue intenzioni, e alla fine vince la paura; questo può essere un grande problema, quando abbiamo tutta una vita davanti, da vivere, realizzandosi come persone, con i propri affetti e le proprie aspirazioni.
Immagino che Lei sia abbastanza giovane per darsi una possibilità a stare meglio, e a portare avanti qualcosa nella vita, per cui ne vada fiera.
Mi chiedo inoltre su quali risorse possa attualmente contare nel Suo contesto di vita, e cosa la trattiene dal rendersi autonoma e indipendente.
Le suggerisco di intraprendere una psicoterapia sistemico-relazionale, che possa coinvolgere anche le Sue relazioni familiari, in modo da comprendere quali dinamiche rafforzano e mantengono il Suo disturbo, e che La impediscono di diventare donna.
Per qualsiasi dubbio o chiarimento, resto a disposizione.
Saluti,
7 NOV 2017
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La paura di fallire o, per quanto paradossale possa sembrarti, la paura di avere successo possono attanagliare l'essere umano e chiuderlo in un copione perdente dove questi non vede via d' uscita e si spegne ,giorno dopo giorno , schiacciato dalla delusione di non "provarci nemmeno" . .Ma questo a te, Alessia, non succederà. Perche tu hai ben chiaro questo tuo meccanismo, quello della rinunciataria che non osa perchè rischiare di vivere potrebbe portarla a riuscire o a fallire. Ti è troppo chiaro per far finta di niente. E allora è solo venuto il momento di chiedere aiuto. Affrontare con coraggio i tuoi fantasmi interiori con l 'aiuto di una figura esterna , se lo ritieni utile, per trovare i nodi del tuo blocco, ma soprattutto per trovare la gioia di sbocciare, finalmente.
Perché anche per vivere ci vuole coraggio.
Buon viaggio alla scoperta delle tue risorse inesplorate.
4 NOV 2017
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Cara Alessia,
posso chiederle come sopravvive?! Senza lavoro, senza studio, sempre sotto pressione... mi sembra ci sia una “non” educazione all’indipedenza. Spesso il troppo amore dei genitori ci si ritorce contro.
Parliamone...
2 NOV 2017
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Buongiorno Alessia,
direi che si boicotta da sola.....come mai? cosa le impedisce di crescere? di cosa ha paura?
Le chiedo: cosa accadrebbe se il lavoro e/o l'università andassero bene?
So che forse voleva dei chiarimenti e non delle domande, ma quello che posso dirle è che bisogna capire cosa la spaventa della crescita e dell'indipendenza che verrebbe dal lavoro, ma le risposte a queste domande devono necessariamente venire da lei con la guida di un professionista.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti,
Dr.ssa Fabiana Fratello
2 NOV 2017
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Salve Alessia!
Quello che lei descrive si chiama 《ansia anticipatoria》Significa che prima di affrontare un esame, un colloquio, un giorno di prova lavorativo ecc....le nostra mente inizia a farci presente tutti quegli ostacoli o quelle difficoltà che noi crediamo di non riuscire ad affrontare positivamente.
In altre parole noi ci vediamo piccoli e valutiamo il problema come insormontabile. Quello che sta sperimentando lei, succede a molte altre persone cara Lucy.
La notizia positiva è che è possibile affrontare e superare queste sue paure che le bloccano la vita. Affinché ciò avvenga le consiglio di iniziare un percorso psicologico con un terapeuta di orientamento cognitivo-comportamentale.
A disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott Betti Giuseppe
2 NOV 2017
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Cara Alessia....da quello che scrivi sembrerebbe che tu abbia la convinzione che quello che fai debba essere perfetto.
Se non e' perfetto, pare che tu ti aspetti accada qualcosa di terribile.
Con questa convinzione, e' mormale che tu eviti qualsiasi cosa che ti sembri un "test" delle tue capacita'.
E' tipico di chi, per esempio, e' cresciuta in un ambiente critico.
Credo tioccorra una psicoterapia
2 NOV 2017
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Cara Alessia, sembra proprio bloccata in delle sabbie mobili da cui non riesce ad uscire... La sua ansia e i pensieri disfunzionali che la generano sembrano averla farla precipitare in un circolo vizioso dove tutto resta fermo, perchě la paura vince su tutto. Intanto mi sento di dirle che il solo fatto che si domandi cosa c'ě che non va e chieda un consiglio qui fa emergere la parte funzionale di se stessa che vuole lottare per cambiare le cose e ritornare a perseguire i suoi obiettivi di vita. Tutto questo ė possibile, e un percorso di psicoterapia con un professionista che le ispira fiducia puó essere la soluzione giusta. Forza!
1 NOV 2017
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Cara Alessia, pur riconoscendo nel suo racconto dei temi centrali come l'ansia, la somatizzazione, il procrastinare, il chiudersi nei epnsieri che poi la protano ad evitare delle situazioni ed il dubbio che di volta in volta la tormenta, ciò non basta a darle una spiegazione dei suoi comportamenti. Mi viene da dirle che quando i copioni si ripetano e quando siamo noi stessi a riconoscere dell'irrazionalità negli stessi ( e quindi neppure capiamo perchè ci comportiamo così), abbiamo probabilmente bisogno di cambiare e da quanto lei dice il suo cambiamento potrebbe dover passare anche dal conoscersi meglio e capire che esistono altre modalità per affrontare le situazioni. Iniziare un percorso di psicoterapia, anche non troppo lungo, di certo potrà aiutarla. Un caro saluto
1 NOV 2017
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Cara Alessia dalle tue parole sembra che l'ansia sia diventata invalidante, il più delle volte ti impedisce d raggiungere dei traguardi per te importanti che ti portano alla conclusione (errata) di non essere capace di fare una determinata cosa.
Potresti provare a parlare con uno psicologo /psicoterapeuta di modo da provare a rompere questo meccanismo che ti sta creando non poche difficoltà.
Un caro saluto
1 NOV 2017
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Buongiorno Alessia,
purtroppo non è sempre facile capire i nostri comportamenti e questo ci porta spesso ulteriore disagio. Alle volte una'ansia molto forte e persistente può portare la persona a bloccarsi e a non riuscire ad andare avanti nella propria vita, e questo, a sua volta può far nascere sentimenti di inadeguatezza. Ma questo non deve farle pensare di avere qualcosa di sbagliato, perché non è così. In questi casi l'importante è non scoraggiarsi e chiedere aiuto. Quello che posso consigliare è di intraprendere un percorso per cercare come prima cosa di gestire l'ansia che l'accompagna in modo da non esserne sopraffatta e, allo stesso tempo, capirne le cause così da eliminare il problema dalla radice.